Non profit

Servizio civile, diamogli uno spazio senza frontiere

Forum del Terzo settore a Bergamo: 400 i rappresentanti del non profit convocati dalla Commisione europea

di Carlotta Jesi

Empower, attivarsi. È il titolo, e al tempo stesso l?obiettivo, del Forum europeo della società civile che la Commissione europea ha organizzato a Bergamo il 9 e 10 novembre come forma di consultazione del Libro bianco sulla comunicazione presentato da Bruxelles in febbraio. Quattrocento i rappresentati del non profit europeo, bulgaro e romeno compresi, invitati a partecipare. «Ma non i soliti nomi delle grandi umbrella organization che già vengono regolarmente consultate dalle istituzioni», precisa Pier Virgilio Dastoli, direttore della rappresentanza italiana della Commissione. «Scopo del Forum è dar voce alle realtà che operano a livello locale e nazionale per raccogliere proposte concrete utili alla creazione di uno spazio pubblico europeo di cui le istituzioni possano tener conto per il prossimo vertice di Berlino». Vita: Che tipo di contributi sono arrivati dalla società civile? Pier Virgilio Dastoli: Soprattutto la formalizzazione di proposte interessanti che circolano da tempo, come quella di rendere obbligatorio il programma Erasmus e di creare una sinergia tra il servizio civile nazionale e il servizio volontario europeo. Idea, quest?ultima, che molti Paesi membri hanno finora ostacolato. Il Forum è stato diviso in sessioni tematiche – educazione civica, relazione tra cittadini di diversi Stati membri e tra cittadini e istituzioni, Internet – e per ciascuna di esse è l?ora di concrete indicazioni operative. Vita: Il Forum di Bergamo è anche occasione per fare il punto su stanziamenti e finanziamenti dedicati al sociale? Dastoli: Più che il luogo in cui rivendicare maggiori fondi è la sede giusta per capire come la società civile può esercitare maggiore influenza e orientare le politiche finanziarie decise della Commissione. Vita: Tra i Paesi invitati al Forum c?erano anche i due nuovi Stati membri, Bulgaria e Romania. Che ruolo può giocare la loro società civile? Dastoli: L?entrata in Europa impone a questi due Paesi il rispetto di condizioni democratiche e aumenta il grado di stabilità sul continente. Il controllo dell?illegalità, dell?immigrazione clandestina e del traffico di esseri umani è più facile con questo ulteriore allargamento a Est. Vita: La cronaca di questi giorni purtroppo ci dice che si tratta di un nuovo allargamento simbolico: immediato per le merci di Romania e Bulgaria, ritardato per i loro studenti e lavoratori. Dastoli: La Commissione è sempre stata contraria all?imposizione di quote e di periodi transitori per l?effettivo ingresso in Europa dei cittadini dei nuovi Stati membri. Lo è per ragioni etiche ma anche economiche: la nostra economia ha bisogno di immigrazione. Rattrista che il Regno Unito, uno dei pochi Paesi che non aveva imposto restrizioni dell?allargamento a Est, abbia stabilito quote per Bulgaria e Romania, quasi che quei cittadini abbiano diritti diversi da quelli della Polonia. Vita: L?Italia come si è preparata a questo appuntamento? Dastoli: Grazie a un?azione capillare di Commissione e Parlamento è stato creato un tavolo nazionale di coordinamento e consultazione della società civile italiana. Un?esperienza che ora si ripeterà a livello regionale: abbiamo già organizzato incontri per il lancio di tavoli di coordinamento regionale. Purtroppo non tutti gli Stati membri si sono mossi con la stessa efficienza. Per approfondire: www.empower06.eu


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