Non profit

Lega del filo d’oro: «basta sdoppiarci»

Proposta di legge: la sordocecità deve essere riconosciuta come disabilità specifica

di Benedetta Verrini

Il governo ha avviato «un?attenta valutazione», al fine di «individuare e promuovere interventi, anche di carattere normativo, che possano concorrere a migliorare l?autonomia e la qualità della vita delle persone che convivono con disabilità plurime». Se non è un sì al riconoscimento giuridico della sordocecità, quello che il ministro Paolo Ferrero ha dato alla Camera il 7 novembre scorso, poco ci manca.

Il responsabile della Solidarietà sociale è intervenuto in commissione Affari sociali per rispondere a un?interrogazione (promossa da un gruppo bipartisan di parlamentari, primo firmatario la diessina Katia Zanotti) sul riconoscimento della sordocecità come disabilità specifica.

«Si tratterebbe di una straordinaria conquista nell?ambito della tutela delle persone sordocieche», commenta Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d?Oro. L?associazione nei prossimi giorni sarà presente a Roma con alcuni appuntamenti che vogliono dare visibilità alla realtà di quanti sono colpiti da questa particolare minorazione sensoriale e alle loro concrete possibilità di autonomia nel quotidiano. L?11 novembre, in occasione dell?apertura della mostra Io dentro il mondo presso l?università Salesiana, si terrà un seminario scientifico («Promuovere la qualità della vita nelle persone con pluriminorazioni sensoriali: il ruolo delle tecnologie»).
Ma l?evento clou, almeno politicamente, è la conferenza stampa presso la Camera dei Deputati, il 14 novembre, in cui la Lega del Filo D?Oro intende mettere nell?agenda parlamentare il tema di una proposta di legge per il riconoscimento della sordocecità. «Stiamo parlando di una disabilità specifica, che non può essere considerata la somma di due minorazioni, la cecità e la sordità», prosegue Bartoli.

Il ?cumulo? delle due disabilità, sul piano giuridico e amministrativo, da tempo produce distorsioni e lungaggini burocratiche (come, ad esempio, un doppio passaggio presso le commissioni sanitarie per farsi riconoscere sordità e cecità), e una non piena tutela delle persone colpite da questo problema. «Chiediamo che il nostro Paese segua la Dichiarazione del Parlamento europeo che nel 2004 ha invitato gli Stati membri ad approntare una legislazione specifica sulla sordocecità», spiega Bartoli. «In effetti, l?Italia si è mossa in questa direzione anche in modo autonomo, a cominciare da quando nel 1964 ha riconosciuto come ente morale la Lega del Filo d?Oro, unica associazione in Italia che per statuto si occupa di questa disabilità, fino all?inserimento nel nuovo Codice della Strada, nel 2002, del bastone rosso e bianco delle persone sordocieche». I precedenti, in altre parole, ci sono già. «L?ultimo passo è vicino», conclude Bartoli, «e siamo fiduciosi che la risposta delle istituzioni sarà positiva: dopo quarant?anni di battaglie chiediamo di colmare una lacuna che consentirà di rispondere ai bisogni specifici delle persone sordocieche».

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