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Dagli Appennini alle Ande: il mercato delle rimesse in Italia/2
La seconda sessione del seminario organizzato il 24 ottobre nella sede dellIspi, in occasione della visita a Milano della delegazione di imprenditori sudamericani
di Paolo Manzo
Ha aperto i lavori della seconda sessione del seminario, che si è svolto a Palazzo Clerici a Milano, Betty Sotelo, Ministero dell?Economia e delle Finanze del Perù, con un intervento dal titolo: ?Rimesse: limiti e possibilità di co-sviluppo?.
La Sotelo ha ricordato l?incidenza delle rimesse sulla macroeconomia e sul PIL del Perù, sottolineando come il compito dello Stato peruviano sia quello di farsi promotore delle rimesse, stimolando il loro flusso attraverso gli istituti di credito. Ha quindi illustrato alcune iniziative statali, come il programma ?Techo Propio? e l?attività del Banco de la Nación, che gioca un ruolo importante nell?intermediazione delle rimesse per garantire agevolazioni, comodità, velocità e sicurezza nelle transazioni. A questo proposito, il Banco de la Nación sta per firmare un accordo con il Governo spagnolo e ci sarà presto un accordo anche con istituti di credito italiani. Tra le altre iniziative statali, ha citato anche i piani assicurativi per chi invia rimesse dall?estero.
A proposito invece delle iniziative private, la Sotelo illustrato il caso della Wong, catena di supermercati, che ha creato una carta di credito acquistabile sul web, da utilizzare esclusivamente per l?acquisto di beni appunto nei supermercati.
Ha infine concluso il suo intervento elencando i limiti del sistema delle rimesse, tra cui il fatto che il trasferimento avviene per la maggior parte attraverso società di money transfer (solo a Milano vi sono 10 agenzie gestite da Peruviani) e non attraverso istituti bancari, causando l?alto costo della rimessa. Tra le iniziative da avviare vi sono quindi l?accesso degli emigrati ai sistemi bancari e la formazione linguistica.
La seconda parte della sessione ha visto i relatori impegnati sul tema: ?Gli immigrati e il sistema bancario: i bisogni finanziari, i servizi, i costi di transizione?.
Luisa Anderloni, Docente Università degli Studi di Milano, ha illustrato come l?approccio al problema ?rimesse? debba essere quello del ciclo vitale: esistono diversi bisogni a seconda delle varie fasi di chi si trasferisce nel nostro Paese. La prima fase è quella dell?insediamento e il bisogno è quello della sopravvivenza; la seconda fase è quella della regolarizzazione, con l?inizio delle rimesse e la domanda di credito; terza fase l?insediamento stabile, caratterizzata da nuove esigenze, come l?accesso al conto, l?indebitamento per i consumi, per l?acquisto della casa, ecc. Nella quarta fase, quella del consolidamento, i bisogni finanziari si fanno più evoluti. Nelle fasi successive le rimesse variano a seconda che il soggiorno sia un transito con successivo ritorno nel paese d?origine, oppure un insediamento definitivo. Nell?ultimo caso le esigenze del migrante sono analoghe a quelle dei nativi.
La professoressa Anderloni ha poi illustrato alcuni dati di una indagine sui soggetti ?unbanked? svolta in Italia, Francia e Spagna. In Italia l?11,9% dei nativi non accede a servizi bancari, in Francia il 3,9%, in Spagna solo lo 0,7%. Per quanto riguarda i migranti, gli ?unbanked? sono ben il 40% in Italia, il 6% in Francia, e il 19,2% in Spagna. Tra le motivazioni dell?assenza di relazioni bancarie vi sono il reddito insufficiente (il 33,3% dei migranti in Italia) e l?inutilità del servizio (il 25%).
Un altro dato importante: il 92% degli immigrati in Italia produce rimesse; il 65,8% in Spagna, e il 55,2% in Francia. La stragrande maggioranza utilizza agenzie di trasferimento e si dice soddisfatta del servizio.
E? quindi intervenuto Riccardo Faini, Docente di Economia Politica, Università di Roma II Tor Vergata, editorialista de Il Sole 24 Ore, che ha ricordato come nel 2005 si sono registrati 165 miliardi di dollari di rimesse. Un importante flusso di denaro che fluisce in modo anticiclico, soprattutto nei momenti di crisi. Le rimesse sono quindi legate a un rilevante processo di crescita economica.
Anche Faini ha sottolineato l?importanza di abbassare i costi delle transizioni, attualmente troppo alti, soprattutto con soluzioni decentralizzate e consentendo l?accesso a tecnologie avanzate anche ai piccoli operatori. Questo farà sì che le rimesse passino da canali informali a canali formali, offrendo grandi opportunità allo sviluppo dell?attività bancaria (assicurazioni per l?immigrato, ecc.).
I due punti fermi dell?innovazione e della tecnologia sono stati ripresi da Carlo Secchi, Direttore Istituto di Studi Latino-Americani (ISLA-Università Bocconi) e Vicepresidente Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI). Secchi ha citato alcuni esperimenti in proposito, come quello degli immigrati in Italia che utilizzano carte prepagate delle Poste Italiane per trasferire denaro.
E? finita quindi l?era del ?vu? cumprà?, perché oggi abbiamo un grande potenziale di clientela su cui bisogna lavorare per adeguare il nostro sistema finanziario. Anche le Università devono muoversi nella direzione di una maggior attenzione alle indagini su questi temi.
Nella sessione conclusiva José Luís Rhi-Sausi, Direttore Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI), ha presentato un progetto italiano per l?area andina. Rhi-Sausi ha iniziato il suo intervento con alcuni dati sulla popolazione latino-americana: in Italia sono 238.882 (dati 2005), di cui il 65% donne, e hanno un alto livello di scolarizzazione.
Il flusso delle rimesse è di 1.440 Mi USA (dati del Banco Central de Reserva del Perù), di cui 39,8 Mi provenienti dall?Italia.
Rhi-Sausi ha poi elencato alcuni dei prossimi obiettivi: ridurre i costi di transazione (il problema principale è quello del cambio euro-dollaro); rafforzare l?aspetto legale e formale delle procedure di money transfer; favorire la bancarizzazione dei migranti. A questo proposito ha citato l?approccio peruviano al problema, che consiste nel rafforzare gli accordi interbancari e con i remesadores, e favorire l?emergere di prodotti e servizi bancari per migranti.
Ha quindi illustrato la collaborazione tra il CeSPI e la Confartigianato per favorire l?imprenditorialità degli immigrati in Italia (nel caso dei Peruviani c?è un?alta potenzialità di imprenditorialità femminile). Concludendo, ha presentato il progetto pilota di 17 associazioni andine per raccogliere 50.000 ? per aiutare i bambini poveri in ognuno dei Paesi andini.
E? intervenuto quindi Roberto Ronza, Sottosegretario allo Sviluppo e consolidamento delle relazioni internazionali, Regione Lombardia, sottolineando l?interesse della Regione per queste problematiche, al fine di orientare le rimesse allo sviluppo. E soprattutto nel caso di Paesi, come quelli dell?America Latina, che hanno con l?Italia una grande affinità culturale.
Ha quindi spiegato come il microcredito è necessario ma non sufficiente, perché le rimesse, che spesso finiscono nel consumo, devono trasformarsi in investimenti produttivi. Occorrono quindi sistemi di credito molto decentrati sul territorio e la cooperazione tra sistemi bancari.
Ha chiuso i lavori Donato Di Santo, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, congratulandosi per la ricchezza dei temi trattati e l?autorevolezza dei relatori: ?Oggi è stato fatto un passo in avanti per il nostro Paese?. Ha poi raccontato alcune realtà incontrate nella propria esperienza politica, come quella dei Boliviani a Bergamo (sono più di 17.000), auspicando lo sviluppo di sinergie fattive tra i vari Paesi a riguardo dell?immigrazione e delle rimesse.
Di Santo ha concluso annunciando di aver inserito i temi del seminario nelle audizioni estere al Senato e alla Camera, e che il 28 settembre 2006 è stata avviata la prima Commissione mista finanziaria ed economica Italia ? Brasile.
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