Non profit

Lucà: 5 per mille, rischio figuraccia

«Sarebbe una scelta grave, un segnale incomprensibile»: il presidente della commissione Affari sociali della Camera dei Deputati è pronto a dar battaglia. Anteprima da VITA Magazine in edicola

di Ettore Colombo

«Sarebbe una scelta grave, un segnale incomprensibile». Il presidente della commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, nonché leader dei Cristiano Sociali dentro i Ds, Mimmo Lucà, non ha dubbi né incertezze nel commentare, parlandone con Vita, la possibile mancata reintroduzione, da parte del governo, del provvedimento del 5 per mille all?interno della legge Finanziaria. «Una dimenticanza cui rimedieremo presto», ha detto entrando al vertice del governo e dell?Unione che si è tenuto sabato 28 ottobre a Villa Dora Pamphili il ministro alla Solidarietà sociale, Paolo Ferrero. Una ?dimenticanza? che però oggi, causa il costo che l?operazione prevede, potrebbe uscire dalla Finanziaria. Lucà, dell?argomento, non vuole nemmeno sentir parlare.

Vita: Onorevole, se il 5 per mille esce dalla Finanziaria, il terzo settore sarà, a dir poco, poco contento. Non trova?
Mimmo Lucà: Bisogna superare ogni perplessità sulla necessità di reintrodurre tale misura, ecco cosa penso. Si tratta di un provvedimento che il mondo del terzo settore ha mostrato di gradire molto. All?inizio avevo delle perplessità sul testo messo da Tremonti nell?ultima Finanziaria (peraltro come provvedimento ?transitorio? e non definitivo, il che vuol dire che riguardava le dichiarazioni dei redditi del 2005 e aveva valore per il solo 2006) ma ora le ho superate e credo che una norma così attesa e apprezzata vada assolutamente inserita dentro la nuova Finanziaria. Peraltro, se il suo mancato inserimento è dovuto a un equivoco, non si vede ragione per non re-introdurlo.

Vita: Quali erano le sue perplessità e dove si dovrebbe intervenire, se la norma fosse reinserita?
Lucà: Sul regolamento attuativo senz?altro. E questo è un punto a cui tengo molto. Bisogna favorire una maggiore progettualità degli enti senza scopo di lucro ma anche di Comuni ed enti di ricerca scientifica. Bisogna cioè favorire non solo i soggetti ma anche la loro progettualità e incentivare le scelte che opereranno grazie al finanziamento del 5 per mille con criteri ben più selettivi.

Vita: Il governo, però, sostiene che, come al solito, non ci sono soldi per finanziare il 5 per mille? è davvero così?
Lucà: Guardi, questa è un refrain che proprio non mi convince. Tra l?altro, se il problema è quello del finanziamento, allora propongo che il governo lo finanzi un?altra volta in modo solo transitorio o stabilendo uno stanziamento inferiore a quello preventivato. Insomma, si può pensare a un totale di 150 milioni, per il primo anno, da far poi crescere progressivamente. L?importante, però, è che la norma ci sia dentro la Finanziaria. Non inserirla, ripeto, sarebbe un segnale incomprensibile e molto negativo. Con che faccia ci ripresenteremmo poi davanti a tutto il mondo del non profit?

VITA Magazine n.44/2006 in edicola a SOLI 2 EURO:

Perché Visco ha sbagliato i conti
Finanziaria alla sbarra

Sono giorni decisivi per il provvedimento ?dimenticato? dalla Finanziaria. Il terzo settore preme. Il Forum ha mandato una lettera a tutti i parlamentari. La politica intanto a parole rassicura. Ma nei fatti tentenna. Il rischio è che nel tritatutto degli emendamenti si perda anche questo importante provvedimento. Intanto i Caf stanno rendendo noti dati sorprendenti: l?adesione dei contribuenti sfiorerebbe il 70%. E al non profit è finita oltre la metà delle adesioni. In queste pagine abbiamo raccolto tante voci. È un modo per fare pressing. E per far capire quanto questa decisione sia urgente. E condivisa

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