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Onu: appello per fine della violenza in Darfur

Continuano gli attacchi contro i civili in Darfur, con vittime tra donne e bambini. Kofi Annan ha fatto appello al governo sudanese.

di Emanuela Citterio

Il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha fatto appello al governo sudanese perché cessino gli attacchi contro la popolazione civile nel Darfur. Da una settimana una violenta offensiva dell’esercito è in corso nel Darfur occidentale, contro presunte postazioni del Fronte di salvezza nazionale (Nrf, Nation redemption front), la coalizione che raccoglie i gruppi ribelli ancora attivi in Darfur. Secondo le testimonianze giunte all?Onu, contemporaneamente numerosi villaggi nella zona di Jabel Moon (Hashaba, Habesh, Hajiliji, Hila Awin e Damara) e alcuni oltre il confine ciadiano, riferisce oggi l’agenzia Misna, sarebbero stati attaccati da oltre un migliaio di Janjaweed e da milizie armate delle tribù dei Gimir. ?Alcuni rapporti riferiscono di 13 persone uccise e altre 7 ferite, mentre bilanci non ancora confermati parlano di 52 vittime? si legge nel bollettino quotidiano del 1 novembre scorso pubblicato dall?ufficio delle Nazioni Unite in Sudan, nel quale si precisa che molte abitazioni sarebbero state date alle fiamme e migliaia di capi di bestiame sottratti. Cifre in parte confermate, ieri, da un portavoce dell?Onu a New York, secondo cui tra le decine di vittime degli attacchi condotti da miliziani contro 8 villaggi e un campo per sfollati che ospitava 3500 persone vi sarebbero anche 27 bambini sotto i 12 anni.

Annan ha fatto appello al governo sudanese ?affinché prenda le misure necessarie per prevenire ulteriori attacchi contro civili, specialmente da parte di milizie armate?.

?Gli attacchi contro otto centri abitati civili, tra cui un campo che accoglie 3.500 sfollati ? afferma Annan – hanno provocato decine di morti tra i civili e hanno costretto migliaia di persone ad abbandonare l’area?. Il Segretario Generale si è detto ?particolarmente addolorato nel sapere che 27 delle vittime sono bambini sotto i 12 anni? ed ha ribadito ?nei termini più energici l’appello alle parti a rispettare gli accordi sottoscritti così come le disposizioni del diritto internazionale umanitario?.

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