Cultura

Viaggiare nelle buche e nell’universo

Dopo l'11 Settembre 2001 tre libri ci insegnano a viaggiare ...

di Sara De Carli

Odissea nello spazio. Nella capsula del tempo, per spiegare ai posteri l?essenza della nostra epoca, Gabriele Romagnoli ci metterebbe un viaggio aereo. Uno del dopo 11 settembre, dei controlli da ?teatro della sicurezza?. Dopo l?11 settembre 2001 viaggiare sembrava un tabù, e invece il turismo è rinato dalle ceneri delle Twin Tower come l?araba fenice. Anche se di viaggiare c?è modo e modo, come ci insegnano questi tre autori. Diversi fra loro, ma tutti viaggiatori del millimetro. L’ EUROPA E LE VIE DEL MEDITERRANEO di Roberto Giardina, Bompiani, pp. 796, euro 14 Qual è la via giusta per esplorare il Mediterraneo, e la guida, e lo stato d?animo? Roberto Giardina, che dopo L?altra Europatorna a raccontare il Vecchio Continente, parte dall?Italia. Attraversandola dall?Alto Adige – che Mozart raggiunge in carrozza nel 1769, bambino – fino alla Sicilia, culla dei giochi di Lady Chatterley. Ma quello attraverso lo Stivale è solo uno dei 14 itinerari che ci portano dai Balcani alla Spagna, dalle spiagge di Apollo alle Colonne d?Ercole, seguendo le rotte che musica, letteratura, cinema, storia e miti hanno tracciato per secoli nel Mare Nostrum. PICCOLO TRATTATO SULL?IMMENSITÀ DEL MONDO di Sylvain Tesson, Guanda, pp. 137, 11 euro «Non capisco i viaggiatori che usano il mondo come divano, infliggendo alla strada l?insulto di trasformarla in terapia delle loro nevrosi», mette in chiaro Tesson subito, a pagina 31. Lui è uno degli ultimi Wanderer, che cammina declamando Péguy in pianura e Apollinaire in montagna. Ha iniziato a 16 anni, passando le notti a scalare le cattedrali di Francia. Poi vennero gli alberi (l?ideale è il faggio). Quando andrà in pensione, costruirà una capanna al 50° parallelo di latitudine nord e ci metterà una piccola biblioteca del vagabondaggio. La sua massima l?ha già trovata: «Vivere è trasformare un sogno in un ricordo». Filosofo vagabondo. EVITARE LE BUCHE PIÙ DURE diPaolo Paci,Feltrinelli, pp. 365, 16 euro Paolo Paci scrive di viaggio dal 1982. Il primo articolo lo ha scritto d?estate, da correttore di bozze (i giornalisti erano in ferie) ed è finito in copertina. Era sul Perù. Peccato che in Perù lui non ci fosse mai stato. Paci ripercorre vent?anni di viaggi fatti per mestiere, smascherando i trucchi su cui il reportage di viaggio si regge: le foto costruite, le cose taciute, la pubblicità, la mistificazione. Perché «travelling is a brutality» e il viaggiatore vuole evitare le buche più dure: quelle che ti fanno incontrare la realtà sociale, le persone. Hawaii, Seattle, Egitto, Kyoto: un Paolo Rumiz che si muove su itinerari più abbordabili. Ironico.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA