Non profit
Class Action: lettera aperta al ministro Bersani
La pdl sull'azione collettiva, che andrà alla Camera l'8 novembre, riconosce legittimità ad agire solo a 15 associazioni. E restringe il campo ai soli danni patrimoniali. L'appello di Siti
A una manciata di giorni dall’inizio della discussione, alla Camera, della proposta di legge sulla “class action”, predisposta dal ministro per lo Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, si addensano le voci critiche e i rilievi di tante realtà associative.
In prima linea c’è, ad esempio, il Siti-Sindacato Italiano Tutela Investimento e risparmio, una sigla con oltre 15mila iscritti che ha redatto una lettera-appello per il ministro Bersani affinché questa nuova legge possa davvero essere un prezioso strumento di esercizio dei propri diritti. Perché così com’è, rilevano, la proposta contiene alcuni aspetti da correggere: “Il Pdl Bersani sulla Class Action”, spiega Domenico Bacci, segretario generale di Siti, “riconoscendo legittimazione attiva esclusiva alle sole 15 Associazioni facenti parte del CnCu (Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti), condanna a morte, escludendole da tale fondamentale strumento di tutela, le associazioni specializzate nella tutela di interessi collettivi specifici”.
Essendo inoltre riservata alla rivendicazione di soli diritti con contenuto patrimoniale, fa notare Bacci, la pdl esclude tutti i casi in cui il diritto da far valere è di altra natura: ambienmtale, di tutela della persona umana, danno biologico, ecc.
Riportiamo di seguito la lettera inviata oggi al ministro. Siti invita tutte le associazioni interessate a sottoscriverla e inviarla al numero di fax del ministero per lo Sviluppo Economico ( Fax 06/47887964 ) e, per conoscenza , al “Coordinamento delle Associazioni escluse dalla Proposta di Legge Bersani sulla Class Action” presso Siti , Sindacato Italiano per la Tutela dell’ Investimento e del Risparmio , Via Torino 2 , Milano ( Fax 02/700559381 ).
Alla c. a.
Ministro
Pier Luigi Bersani
Ministero per lo Sviluppo Economico
Fax: 0647887964
Oggetto: PDL sulla ?Class Action?
Gentile Ministro,
l’introduzione in Italia della class action rappresenta un provvedimento molto importante per i milioni di ?cittadini-consumatori?, ma anche per l’efficienza del sistema economico e giudiziario Italiano.
Le tre funzioni essenziali di questo strumento giuridico sono:
1) la prevenzione degli illeciti plurioffensivi, poiché lo strumento -se correttamente introdotto- può costituire un formidabile deterrente
2) il risarcimento dei danni causati dagli illeciti plurioffensivi
3) lo sgravio del carico dei Tribunali da azioni seriali tutte di identico contenuto
Il progetto di legge ( Camera n. 1495 ) che Lei ha presentato, ricalcando (in senso più restrittivo, quanto a soggetti legittimati) quello approvato alla Camera nella scorsa legislatura, non raggiunge, a nostro avviso, compiutamente nessuno di questi tre scopi essenziali, poiché la legittimazione attiva viene affidata esclusivamente ad un ristretto gruppo di 15 associazioni generaliste riconosciute dal Suo Ministero ed il risarcimento effettivo ai danneggiati implica comunque un’ azione giudiziaria ulteriore individuale dopo l’eventuale vittoria dell’azione collettiva.
In questo modello le centinaia di associazioni specializzate nella tutela di interessi collettivi specifici, patrimoniali o meno, (ad es. nella tutela delle donne e dei bambini, della salute, della natura, dell’investimento e del risparmio, ed ancora nella protezione dalla mafia, dal racket, dall’usura , dalla droga, dalla pedofilia e dalla pedopornografia , solo per citarne alcune) sarebbero escluse o messe fuori gioco, ed i cittadini potenzialmente interessati a portare avanti un’azione collettiva, perderebbero tutela specifica per approdare , giocoforza (ed in spregio ad una giurisprudenza di gran lunga prevalente che nega loro legittimazione attiva , a favore delle associazioni specializzate) ad una delle quindici associazioni consumeristiche generaliste , che ne sarebbero , tra l’altro, ben presto ingolfate .
Si otterrebbe, quindi, una sorta di centralizzazione ( oltretutto incoerente con la sua politica di liberalizzazione ) della azione collettiva con un evidentissimo impoverimento del potenziale deterrente dello strumento e con un forte profilo di incostituzionalità .
Gli interessi, anche economici, in gioco nelle azioni collettive sono enormi ed è evidente come concentrarli nelle mani di solo 15 soggetti (ai quali riservare in via esclusiva lo strumento dell’ azione collettiva) sia la scelta meno efficiente e maggiormente rischiosa anche per prevenire eventuali comportamenti non in linea con l’interesse dei soggetti rappresentati.
In parlamento sono stati depositati almeno altri due progetti di legge organici , coerenti con le finalità dello strumento, volti ad introdurre in Italia una vera class action. I due progetti ( Camera , n. 1443 , 1330 ) prevedono che siano legittimati attivi tutti i soggetti che hanno un interesse e che siano i giudici, di volta in volta, a selezionare l’azione più meritevole di rappresentare la intera classe in base al caso specifico. I due progetti, inoltre, prevedono un meccanismo di risarcimento automatico basato sull’introduzione della figura del curatore amministrativo della Class Action.
Poiché ci risulta che il Suo progetto di legge sia stato calendarizzato alla Camera in Commissione Giustizia per Mercoledì 8 Novembre p.v. , le chiediamo un riscontro urgente per conoscere la sua determinazione in ordine alle questioni sollevate.
Distinti saluti.
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