Cultura

Alluvione di Firenze, museo fotogratico online

Ottanta foto in mostra al sito del Kunsthistorisches Institut di Firenze

di Redazione

In occasione del quarantesimo anniversario dell’alluvione di Firenze, la fototeca del Kunsthistorisches Institut di Firenze presenta la mostra online ”Die Flut 1966” (”Alluvione 1966”). La maggior parte delle circa 80 foto mostrate provengono dal Fondo Bazzechi del Kunsthistorisches Institut, furono cioe’ scattate direttamente dal fotografo Ivo Bazzechi nei drammatici giorni dell’alluvione del 4 novembre 1966. La scelta presentata e’ solo una parte dell’ampio fondo dedicato a questo tema, che puo’ essere interamente esaminato nella collezione della fototeca del Kunsthistorisches Institut. Dal 25 ottobre 1966 a Firenze e nei dintorni piovve ininterrottamente e dal 3 novembre violenti nubifragi si abbatterono sulla citta’. Gli argini cedettero, l’Arno a monte di Firenze si divise in due rami, riversandosi sul quartiere cittadino della sponda sinistra del fiume e l’acqua raggiunse un livello di 4 metri. Poco piu’ tardi, nella notte fra il 3 e il 4 novembre, la testa di Ponte Vecchio fu sommersa e le acque invasero il quartiere di Santo Spirito e di San Frediano. Qualche ora piu’ tardi fu la volta della sponda destra del fiume. Nelle prime ore del mattino del 4 novembre l’Arno sfondo’ il muro della balaustrata davanti alla Biblioteca Nazionale e penetro’ nei depositi della biblioteca, inondando anche il quartiere di Santa Croce. La conseguenza fu che si riversarono sulla citta’ dai 45 ai 50 milioni di metri cubi d’acqua. 121 persone persero la vita durante l’inondazione, che si ritiro’ poi nella notte fra il 4 e il 5 novembre, lasciando nella citta’ uno spesso strato di melma, mista a gasolio, macerie e spazzatura. La mostra online del Kunsthistorisches Institut documenta le immediate conseguenze dell’alluvione sulla citta’ e sui suoi tesori artistici. Una prima sezione mostra i danni e le distruzioni di opere d’arte. Vengono immortalati gli impressionanti sforzi per salvare il Crocifisso di Cimabue, quasi completamente distrutto, cosi’ come l’interno delle chiese di Santa Croce e dei Santi Apostoli, completamente inondati e imbrattati di fango. Una seconda sezione illustra le devastanti distruzioni nella citta’, nelle strade, nei vicoli, nelle piazze e nelle case. La fila di botteghe del celebre Ponte Vecchio e’ completamente distrutta, le sponde invase dall’acqua, i parapetti dei ponti spariti e le strade ingombre di rifiuti e di fango oleoso. Le sequenze fotografiche mostrate sono corredate di testi esplicativi che sottolineano in particolare l’importanza storicoartistica degli oggetti colpiti dal disastro. Piu’ volte in passato, a motivo della sua posizione geografica, Firenze fu vittima di alluvioni. In tempi relativamente recenti, rimase memorabile in particolare quella del 1844, in cui pero’ il livello delle acque non raggiunse l’altezza di quello dell’alluvione del 4 novembre 1966. Il panorama sulla citta’ alluvionata dal Piazzale Michelangelo mostra la drammatica situazione della catastrofe, nel momento in cui alle prime ore dell’alba del 4 novembre 1966 l’inondazione fece registrare il livello piu’ alto. Le fotografie, che in alcuni casi furono scattate in circostanze drammatiche, valgono oggi come muta, e tuttavia impressionante testimonianza della storia di Firenze. I danni sconvolgenti arrecati al celebre Ponte Vecchio danno una misura della catastrofe, cosi’ come gli argini inondati e i ponti sull’Arno distrutti. Innumerevoli strade e piazze del centro cittadino furono sommerse da montagne di fango, rifiuti e macerie, che dovettero essere rimosse nel corso dei successivi lavori di sgombero e pulizia, durati intere settimane. Non si potra’ mai apprezzare abbastanza l’immensa opera dei soccorsi che da tutto il mondo, subito dopo la catastrofe dell’alluvione, affluirono nella citta’ dell’Arno. Militari, ma anche volontari, soprannominati con ammirazione e gratitudine ”Angeli del fango”, aiutarono a salvare i tesori dell’arte. In quei giorni Firenze e il suo patrimonio artistico furono salvati grazie a questa straordinaria mobilitazione di aiuti. http://expo.khi.fi.it/galerie/flut1966/

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