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Minori stranieri troppe ingiustizie nella Bossi-Fini

Save the Children ha presentato al governo un documento di modifiche della legge. Il dossier analizza ogni aspetto della gestione legale del minore straniero in Italia

di Redazione

La Bossi-Fini, si sa, non è una legge che governa i processi d?immigrazione in modo proprio benevolo. Nei confronti dei minori stranieri non accompagnati, poi, i paradossi e le storture sono davvero eclatanti e aggravati dalla condizione di fragilità dei soggetti coinvolti. Per questo motivo, il 20 ottobre scorso Save the Children ha presentato al governo un documento di modifiche della legge. L?eccezionale dossier analizza in modo approfondito ogni aspetto della gestione legale del minore straniero in Italia (dal rilascio del permesso di soggiorno al compimento della maggiore età, fino al rimpatrio assistito; dalla piena esigibilità del diritto all?istruzione, alla salute e all?assistenza per i minori privi di permesso di soggiorno, fino al reinserimento sociale dei minori stranieri sottoposti a procedimento penale), mira a proporre miglioramenti sostanziali al Testo Unico 286/1998, in modo che la situazione dei minori stranieri più fragili in Italia sia gestita in modo univoco e secondo criteri di assoluta protezione. «I minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese al 31 marzo 2006 erano 6.358», si legge in una nota dell?organizzazione. Per loro, «una delle problematiche più annose risulta il rilascio di un permesso di soggiorno al compimento della maggiore età». Allo stato attuale, rileva Save the Children, le Questure applicano un?interpretazione restrittiva della legge Bossi – Fini: il permesso viene infatti concesso solo a quei minori che sono entrati in Italia prima del compimento dei 15 anni e che abbiano seguito un progetto d?integrazione per due anni. «Coloro che invece sono arrivati in Italia dopo i 15 anni, al compimento della maggiore età diventano irregolari anche se sono stati affidati e hanno seguito un percorso di integrazione scolastica, formativa e lavorativa». Questa interpretazione della legge, avverte Save the Children, è illegittima in quanto contraria alle sentenze della Corte Costituzionale del 2003 e del Consiglio di Stato del 2005, in base alle quali un permesso di soggiorno può essere rilasciato anche ai minori affidati o sottoposti a tutela che siano entrati in Italia dopo i 15 anni. «Inoltre, tale prassi ha delle conseguenze molto negative», ricorda Save the Children, «perché disincentiva i minori che sono entrati a 15 anni compiuti (la maggior parte dei minori stranieri non accompagnati) a seguire un percorso di integrazione. Per contro questa interpretazione incoraggia i bambini a entrare in Italia prima dei 15 anni, creando una fascia di minori non accompagnati ancora più vulnerabile e a rischio». L?organizzazione ha inoltre posto l?accento sulla problematica dei rimpatri assistiti, raccomandando che tale provvedimento sia adottato esclusivamente nel superiore interesse del minore e tenendo in considerazione la sua opinione, in conformità alla Convenzione sui diritti dell?infanzia. www.savethechildren.it


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