Cultura

Un Kofi decaffeinato al Palazzo di Vetro

Nazioni Unite/ Lo definiscono uomo di fiducia degli Usa, meno scomodo di Annan. Chi è l'uomo che dal primo gennaio guiderà l'Onu

di Paolo Manzo

«Anguilla sfuggente» e «Kofi decaffeinato». Sono queste le definizioni più gettonate, e non proprio elogiative, che circolano al Palazzo di Vetro sul ministro degli Esteri sudcoreano Ban Ki-moon, che dal primo gennaio 2007 sarà il nuovo segretario generale dell?Onu. Del successore di Kofi Annan ciò di cui a New York tutti si dicono certi è che si tratti di un uomo prudente, discreto, accomodante e cortese, anche se a volte decisamente privo di carisma. Sarà vero? Nato il 13 giugno 1944, sposato con una compagna di liceo, Ban ha tre figli e un master ad Harvard. Una cosa fuori dal comune per uno nato povero, ma non l?unico legame stretto con gli Stati Uniti, il Paese grazie al quale ha deciso d?intraprendere la carriera diplomatica. ?Galeotto? fu infatti l?incontro che a inizio anni 60 ebbe con l?allora presidente John F. Kennedy in quel di Washington, dove il diciottenne Ban era volato grazie alla Croce Rossa statunitense che gli aveva pagato il viaggio in quanto vincitore di un premio letterario in lingua inglese organizzato dalla stessa Us Red Cross. «Fu la svolta per entrare nel mondo delle feluche», confesserà anni dopo. Due volte ambasciatore negli Usa, i suoi primi contatti col Palazzo di Vetro risalgono al 1975, mentre come ministro degli Esteri di Seul è stato il principale promotore del Gruppo dei 6, composto da Cina, Russia, Giappone, Usa e le due Coree, con l?obiettivo di ?contenere? le aspirazioni nucleari di Pyongyang. Tutti si attendevano un asiatico per il dopo Annan ma, nonostante ciò, la nomina di Ban è senza dubbio assai sui generis. Primo, perché in sessant?anni di storia onusiana era sempre accaduto che la carica fosse ricoperta da un cittadino di un Paese neutrale o non allineato, nello specifico Norvegia, Svezia, Birmania, Austria, Perù, Egitto e Ghana. Come se non bastasse Ban è figlio dell?ultimo Stato ancora ?figlio? della Guerra fredda dopo le riunificazioni di Vietnam e Germania, essendo ancora diviso in due tra Nord e Sud. Infine è anche la prima volta che un segretario generale è originario di una nazione dove stazionano ancora truppe facenti capo all?Onu, se non altro in teoria dal momento che il comando è nelle mani di Washington dai tempi della guerra di Corea… Ciò premesso, cosa farà Ban una volta insediatosi ufficialmente al Palazzo di Vetro? Per scoprire quali saranno le sue priorità è sufficiente andarsi a rivedere l?intervista che l?allora ministro degli Esteri di Seul a tempo pieno concesse qualche mese fa a Dennis Wholey, uno dei mostri sacri del giornalismo Usa e uomo di punta della PBS, il network pubblico statunitense. Durante quella più che mai attuale puntata di This is America, Ban spiega molto bene le sue priorità: «Credo che l?Onu debba essere cambiata per essere più efficace nel rispondere alle nuove sfide e minacce quali il terrorismo, le pandemie e il traffico di droga». Tre priorità che, guarda caso, sono anche quelle dell?ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite, John Bolton e dell?amministrazione Bush. Anche la lotta alla povertà rimarrà tra le priorità dell?Onu di Ban – «lo 0,7% di Aiuto pubblico allo sviluppo è un obiettivo reale che la Corea sta cercando di centrare», diceva da ministro degli Esteri – ma non è sicuro che l?olandese Eveline Herfkens, scelta da Annan come coordinatrice della campagna per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio resti al suo posto, né che quella alla povertà sia anteposta alla guerra al terrorismo, come accaduto sino ad oggi al Palazzo di Vetro. Di certo, con la nomina di Ban gli Usa eviteranno in futuro di indebolire le Nazioni Unite come ai tempi della guerra irachena. Anche perché il sudcoreano è l?uomo ideale per accrescere la pressione onusiana su Pyongyang, dal momento che a Wholey aveva confidato: «Sono molto preoccupato dal programma nucleare nordcoreano, l?impegno è di smantellarlo». Presto vedremo come. Per l?intervista di Wholey a Ban: www.thisisamerica.net

  • “Administrator” ma… Il punto di vista di Paolo Magri (Ispi) Discutere sull?idoneità dei segretari generali ex ante è impossibile senza ricordare ciò che ne determina la nomina. Sino a quando prevarranno i criteri di rotazione geografica e del gradimento dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, sarà sempre una scelta al ?minimo comune denominatore?. Quindi, sino a quando ci sarà questo sistema, verranno premiati candidati con un profilo che non infastidisce. Nello specifico Ban Ki-moon è ignoto a gran parte del mondo ma a differenza di Annan, anche a gran parte del mondo Onu. Viene tratteggiato come un ?administrator? ma la cosa in sé significa poco. Del resto anche in Vaticano Giovanni XXIII doveva essere un Papa amministratore.

  • Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
    fondamentale per supportare il lavoro di VITA