Politica

Borsa dei progetti sociali – Una triangolazione a servizio della società civile

Dal «business is business» al «business together», dalla filantropia alla responsabilità sociale ... di Bruno Calchera e Ornella Fusè

di Redazione

«La prima pietra del progetto Borsa dei Progetti Sociali è stata posta il 1* dicembre 2004, nell?ambito della Conferenza programmatica della Direzione generale Famiglia e Solidarietà sociale»: così esordisce Caterina Perazzo, vice direttore vicario della Direzione nel testo Borsa dei Progetti Sociali nell?opuscolo pubblicato da Regione Lombardia per illustrare il progetto. Lo stesso assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale della Regione Lombardia, Gian Carlo Abelli nella sua presentazione al testo, prefigura l?esigenza di ?un luogo di incontro? tra il mondo profit e non profit, non sottacendo la difficoltà di una impresa con questo indirizzo. Egli aggiunge: «È difficile immaginare uno spazio – un luogo cioè – in cui possa sussistere un vantaggio nell?incontro con il mondo del non profit in termini classicamente aziendali». Il ruolo dell?istituzione a questo punto pare ?la sponda? necessaria per superare la difficoltà». «Infatti», conclude Abelli, «attraverso l?approfondimento della sussidiarietà, l?istituzione giunge in terreni prima impensabili, ma oggi possibili». Si tratta di una passaggio, da un certo punto di vista, epocale: dalla filantropia alla responsabilità sociale. Dal «business is business » al «business together». La vita del non profit non può essere quella di attendere la carità dal ?ricco benefattore? o la elargizione indifferenziata dall?ente pubblico. Il non profit è un elemento di competitività, di ricchezza, di qualità sociale, di differenziazione e di validazione sociale dei prodotti proprio per la libertà che esprime attraverso l?insieme di persone che vi ha dato origine. Il capitale umano nel non profit trova una delle massime forme di caratterizzazione e di qualità. La ragione stessa dell?esistenza del libero associazionismo impone il privilegio dato alle espressioni del capitale umano. Il senso è posto dalla realtà, che suggerisce impegno, riconoscimento di bisogni, possibilità di innovazione delle risposte, capacità di dialogare e di relazionarsi, professionalità per corrispondere alle diverse esigenze, creatività per coniugare aiuto e bisogno, intraprendenza nell?assumersi responsabilità. E tutto ciò senza un fine ultimamente di accumulo di ricchezza, ma per migliorare la vita stessa delle persone, dei nuclei sociali, delle aggregazioni diverse di gente, ecc. Ecco quindi come anche Un pc per crescere, l?ultimo progetto sponsorizzato da Regione Lombardia nella Borsa Progetti Sociali, sia testimonianza di tutto questo. Grazie all?accordo tra Regione Lombardia, Serco e Banco Informatico onlus, 1.500 computer verranno ceduti gratuitamente agli enti di volontariato e alle associazione di solidarietà sociale della Lombardia. L?accordo, della durata triennale, prevede che ogni anno circa 500 computer, che la ditta Serco ha concesso in leasing alla Regione e che devono essere sostituiti con altri più adeguati alle esigenze dell?ente pubblico, vengano inviati gratuitamente alle associazioni e agli enti non profit che ne hanno fatto e ne faranno richiesta. Si tratta di computer che sono ancora perfettamente funzionanti ed adeguati alle esigenze di una piccola o media associazione. Inoltre, grazie ad una convenzione stipulata con la Microsoft, i computer hanno già installato Windows 2000 Pro e sono pronti per essere utilizzati. Il progetto, per la cui realizzazione la Regione ha stanziato 222mila euro nei tre anni, ha dunque una doppia valenza: sociale ed ecologica. Si combatteinfatti lo spreco, ridando valore ad apparecchiature ancora funzionanti, e nel contempo si riduce l?impatto ambientale evitando lo smaltimento di rifiuti speciali che hanno un costo sia economico che ambientale. «L?iniziativa», precisa l?assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà sociale Gian Carlo Abelli, «intende avviare un sistema virtuoso al fine di creare un punto di riferimento per le onlus, molte delle quali si sono già fatte avanti per chiederci i computer dismessi. Esse potranno così destinare le loro limitate risorse economiche non all?acquisto di attrezzature informatiche, ma alle attività sociali. Coerente col modello di welfare lombardo, impostato sulla sussidiarietà, il progetto sintetizza i grandi pilastri della cultura lombarda: imprenditorialità e solidarietà ». L?amministratore delegato della Serco, Michael Alner, sottolinea infatti che «da tempo la società ha abbracciato il principio di crescita economica parallela alla crescita della csr (corporate social responsibility), indice che differenzia le società. La stessa scelta del consumatore inoltre è sempre più condizionata non solo dal prezzo ma anche dalla reputazione di una società a livello sociale». E lo stesso amministratore delegato della Microsoft Italia, Marco Comastri, ricorda che «il progetto rientra nel programma di impegno sociale che incoraggia l?utilizzo delle tecnologie informatiche per lo sviluppo economico e sociale, mettendo a disposizione le proprie applicazione per le organizzazioni non profit e che hanno finalità sociali». L?attività del Banco è garantita dal lavoro di numerose persone che collaborano, volontariamente: sono giovani universitari e pensionati, ma anche professionisti e giovani lavoratori che si occupano , nel tempo libero, di ritirare, testare e riadattare le attrezzature. «Il Banco informatico», sottolinea il suo presidente, Stefano Sala, «diventa, con questo accordo, un partner importante della Regione Lombardia nella lotta agli sprechi e soprattutto nella diffusione della cultura informatica. Un computer è un bene prezioso: metterlo a disposizione delle associazioni e degli enti no profit significa aiutare le realtà piccole e medio piccole, tante nella nostra regione». Il Banco Informatico, nato nel 2002 per combattere l?enorme spreco di risorse informatiche delle aziende moderne, ha già attuato progetti in Congo, Colombia, Albania e Argentina. Il sito internet dell?ente, www.bancoinformatico.com, può essere utilizzato sia dalle aziende che hanno computer da offrire che dagli enti che abbiano necessità di un pc. Quindi la Borsa dei Progetti Sociali e il tema della responsabilità sociale battono su questa posizione umana e sommamente ragionevole. La vita stessa delle imprese, dei prodotti, ha un cammino più semplice se indirizzata non solo al massimo profitto economico, all?accumulo di margine netto di utile. Il prodotto e la stessa azienda raggiungono più completamente e in modo più stabile l?obiettivo se si tiene conto del ?risvolto socialmente utile?. È una sorta di alone che accompagna il lavoro della azienda di servizi e prodotti. Un alone che segnala un obiettivo economico positivo e un obiettivo sociale forte, quasi incommensurabile. Il binomio di questi elementi funge da volano vincente la propria presenza sul mercato e nella stessa intelaiatura sociale. La Borsa è un luogo di incontro. Il tema diventa culturale: se una cosa serve la si usa. La Borsa serve se l?azienda e lo stesso associazionismo spingono affinché il luogo sia veramente punto di incontro. Senza pretese diverse. Il non profit non può aspettarsi la manna dal cielo, ma deve ancorare i progetti a un forte realismo fornendo anche strumenti di valutazione e l?azienda inizi a fare comunicazione, marketing, immagine, distribuzione concependo di avere una leva in più per migliorare la propria quota di presenza nella società. Se, ad esempio, fosse noto in uno spot, in una comunicazione periodica e continuata che un certo progetto è nato, procede e si è concluso, in un certo luogo, con la massima soddisfazione sociale, si avrebbe l?opportunità di proseguire nell?azione con un?ulteriore iniziativa, una nuova sfida. I progetti in Borsa sarebbero sempre più importanti. Le qualità sociali delle iniziative solidali sempre migliori. È certamente meglio un processo comune, un?azione comune che una quota di soldi per un buon fine e basta. La condivisione e la compartecipazione di entrambi al comune successo impone interesse e valorizzazione del capitale umano, dell?azienda e della realtà non profit. La vita di una Borsa economica dipende dalla possibilità offerta al mercato dei risparmiatori/ utenti di coinvolgersi nel rischio aziendale. Un investimento del proprio portafoglio nella vita di una azienda per migliorare le performance dell?azienda e dell?investimento. Analogamente nella Borsa dei Progetti Sociali è l?azienda che ricerca il miglior modo di incrementare il proprio portafoglio ordini attraverso un accreditamento, dopo una attenta analisi dei progetti più utili e significativi, chiede di avventurarsi nella costruzione, nella risposta al bisogno di tutti o di alcuni, nell?avvio di una qualità di vita migliore. Vincono, cioè, migliorano entrambi. L?ente pubblico diventa garanzia e governo del sistema, affinché i patti siano chiari, i progetti sicuri e le operazioni improntate alla massima trasparenza. Una triangolazione. Nella filantropia tale triangolazione è quasi impossibile. Con la Borsa dei Progetti Sociali il ruolo dell?istituzione diventa decisivo e spesso indispensabile per la vitalità stessa dell?iniziativa. Regione Lombardia da anni ha posto la sussidiarietà ai cardini della propria attività: nel caso diventa elemento essenziale della governance e del successo del processo.


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