Famiglia

Minori in istituto: solo il 4% degli italiani li considera “abbandonati”

E' il sorprendente risultato dell'indagine Eurisko promossa da AiBi e Chicco e presentata oggi a Milano.

di Benedetta Verrini

Se dici “bambino abbandonato” il 32% degli italiani non ha idea di cosa si stia parlando, non riesce ad associare nessuna immagine all’idea di abbandono. Il 68% un’idea ce l’ha, ma riguarda soprattutto il Terzo Mondo, gli orfani delle guerre, o le piccole vittime di cronaca (neonati abbandonati nei cassonetti).
Solo il 4% ritiene che un bambino in istituto possa essere considerato bambino abbandonato.
Sono i sorprendenti risultati di un’indagine Eurisko promossa da AiBi-Associazione Amici dei Bambini e Chicco e presentati oggi nel corso di un convegno nazionale a Milano, intitolato “Bambini di nessuno?”.

Le indagini, effettuate su un campione significativo di italiani, avevano l’obiettivo di verificare la percezione dell’abbandono dei minori nel nostro Paese e per affrontare il tema dell’accoglienza dei minori in vista dell’imminente chiusura degli istituti il prossimo 31 dicembre.
La ricerca rivela una percezione variegata e spesso contradditoria del fenomeno da parte degli italiani: da un lato c’è una tendenza alla rimozione di temi troppo dolori e angoscianti, rivelata appunto dalla mancanza di immagini circa l’abbandono e dalla totale ignoranza relativa alla dimensione del fenomeno (l’86% non sa quanti siano in Italia i minori fuori dalla famiglia); dall’altra c’è un grande potenziale di disponibilità ad adoperarsi per aiutare (il 71% si ripromette di fare qualcosa, attraverso donazioni, sostegno a distanza o volontariato).

“Il fatto che solo il 4% degli intervistati abbia evocato l’immagine dei minori in istituto come “bambini abbandonati” dimostra la scarsa sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti di questa forma di abbandono”, ha dichiarato il professor Francesco Villa, associato di Sociologia Generale alla Cattolica di Milano. “Ciò può essere spiegato con la situazione di abbandono “relativo” che i minori vivono negli istituti, a differenza di forme più gravi di abbandono assoluto. Inoltre, l’assenza di relazioni familiari normalmente presente nelle strutture assistenziali per i minori, viene percepita come forma di abbandono da meno della metà degli intervistati (48%). Di contro, un riconoscimento maggiore hanno forme più gravi di abbandono, come quella dei bambini stranieri che vivono nelle strade (81%) e quella dei bambini che vivono in famiglia ma sono trascurati dai genitori (80%)”.

“Noi di AiBi lottiamo da 20 anni per far capire che un bambino abbandonato ha bisogno di una famiglia”, ha commentato il presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffini. “La ricerca rivela questo cortocircuito per cui, secondo il 67% degli intervistati, una delle priorità del bambino abbandonato è ricevere amore e affetto, ma solo per il 22% di loro ha bisogno di essere inserito in una famiglia. Ora, dove altro può ricevere amore se non in una famiglia? C’è una drammatica assenza di informazione, di conoscenze circa i minori fuori dalla famiglia. L’abbandono è stato reso invisibile dal mito dell’assistenza, quasi che una volta soddisfatti i bisogni primari di un bambino, dal cibo all’istruzione, non ci fossero più problemi. Ritengo che in questo modo i bambini restino “bambini di carta”, con diritti rimasti inesigibili”.

info: www.aibi.it

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