Cultura

Un Portofranco contro la dispersione

milano: doposcuola per chi fatica sui banchi, di Simona Sessini

di Redazione

Si parla di tagli, pur con le dovute smentite, alla scuola. Bene. Esiste una realtà di volontari che in un anno, solo nella regione Lombardia, in termini di bilancio sociale fa risparmiare ai contribuenti «circa 700mila euro, calcolando un costo di 20 euro l?ora per l?attività svolta (35mila ore) in dieci mesi in tutta la regione», calcola Lorenzo Caputo. La realtà si chiama Portofranco, un?associazione di aiuto allo studio per ragazzi delle superiori, e il professor Caputo, che studia da preside, è il responsabile dal 2004 della sede storica, a Milano, all?ultimo piano di viale Papiniano 58. Oggi Portofranco, che ha ormai sei anni di vita, è una risposta concreta, nata in modo spontaneo, al problema della dispersione scolastica, portato di recente agli onori della cronaca proprio dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni. Il metodo di Portofranco punta tutto sulla libertà dello studente: «Non possiamo riproporre lo stesso teatrino della lezione del mattino», spiega Caputo. Il lavoro dei volontari consiste nell?affiancare il ragazzo nello studio, facendogli scoprire passo dopo passo il valore dell?impegno e la bellezza del conoscere. Il segreto? «Il ragazzo si iscrive a Portofranco liberamente, e deve assumersi le responsabilità di questa scelta. Attraverso il colloquio orientativo cerchiamo di capire quale situazione vive, poi lavoriamo sul recupero della fiducia in sé: il recupero scolastico avviene dopo, appena si sblocca la demoralizzazione ». La professoressa Serenella Feliciani Carmo, che ha insegnato tutta la vita storia e filosofia al liceo scientifico, è stata tra i primi docenti a lavorare per Portofranco. Adesso è in pensione e ogni settimana dedica un pomeriggio agli studenti di viale Papiniano. «Se si ha una passione educativa, non si ferma quando si esce dalla scuola. L?esperienza che faccio è di un rapporto individuale, uno a uno. Un rapporto che ci arricchisce». Qual è il futuro di Portofranco? «Vorremmo una sede nuova, più grande, per consolidare l?esperienza di Portofranco senza perderne le caratteristiche costitutive: un luogo di aiuto allo studio gratuito, pubblico e laico». Una conferma: il 18% degli iscritti a Portofranco è di origine straniera, soprattutto islamica. «Lavorando a Portofranco», dice la Feliciani, «si impara ad ascoltare i ragazzi di qualsiasi provenienza, cultura e religione e a entrare nella loro mentalità, per poterli motivare nello studio». Portofranco è una onlus, ha stipulato una convenzione con l?ufficio Regionale scolastico della Lombardia e ottenuto la certificazione di Centro di aggregazione giovanile dall?assessorato comunale ai Servizi sociali; inoltre realizza progetti con centri di formazione quali Galdus e Cse, stabilendo relazioni con più di 50 scuole. Sostanzialmente si regge sul lavoro dei volontari: continuerà a essere gratuito? «Certo. Naturalmente chiunque voglia darci una mano è benvenuto».

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