Sostenibilità

Il pizzino di Provenzano e il rapporto Ecomafia2006

Per aprire il dossier sul Rapporto Ecomafia 2006, Legambiente Sicilia ha deciso di riportare uno dei numerosi 'pizzini' scritti dal boss mafioso Bernardo Provenzano prima dell'arresto

di Redazione

Nella sua solita scrittura sgrammaticata e con gli immancabili auguri di buona Pasqua al suo destinatario, Provenzano parla di una discarica: ”In merito alla discarica -si legge nel biglietto ritrovato dagli investigatori- finalmente ho avuto l’incontro e gli ho spiegato come stava la situazione, e cioe’ che bisogna pagare qualcosa in piu’ di quello che avevamo stabilito. Piu’ di cosi’ non sono riuscito a fare, spero pero’ che M. M. sara’ contento. Buona santa Pasqua e un caro abbraccio”. Un ‘pizzino’ che dimostra l’interesse diretto di Cosa nostra anche ai suoi massimi livelli, per la gestione del business dei rifiuti. Ecco, pero’, i numeri piu’ significativi emersi dal Rapporto Ecomafia 2006 in Sicilia: l’Isola rimane stabile al quarto posto nella classifica nazionale nelle illegalita’ ambientali accertate, con 340 illeciti pari al 7,1% del totale nazionale. Cresce anche la quantita’ di rifiuti speciali, pericolosi e non compresi gli inerti da demolizione, di cui viene stimata la produzione ma non se ne conosce il destino. Secondo Legambiente, si tratta di 18,8 milioni di tonnellate di rifiuti scomparsi in tutta Italia. Mentre a Palermo e a Messina le indagini delle Procure e della Dia hanno scoperchiato e scardinato gli affari di Cosa nostra nel business dell’immondizia, ”sul versante catanese -spiega Legambiente- la Procura descrive una realta’ in netta contraddizione con il resto della Sicilia”. Cresce poi in maniera significativa il numero nazionale dei sequestri, ma la flessione dei reati evidenziata a livello nazionale non sembra riguardare le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, tra cui la Sicilia. L’Isola si posiziona, nella classifica delle illegalita’ sul versante dell’abusivismo edilizio, tra le prime quattro regioni con un totale di 149 abusi edilizi accertati dal 2003 al 2005. Legambiente si chiede poi ”che fine fara’ quella pioggia di denaro di provenienza comunitaria che arrivera’ nei prossimi anni in Sicilia? Serviranno a dare impulso all’economia dell’Isola, oppure esiste il rischio che finiscano con l’alimentare il circuito clientelare mafioso e non?”.


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