Leggi

Onlus: perdero lo stato costa caro

Il caso di Apici, depennata dal registro delle realtà non lucrative dall’Agenzia delle Entrate

di Stefano Arduini

Tre milioni di euro. Tanto può costare la cancellazione dello status di onlus. «Tre milioni di euro più le spese legali: al momento abbiamo in sospeso 217 ricorsi, a 2mila euro a pratica», rincara Riccardo Nucci, presidente di Apici – Associazioni provinciali invalidi civili e cittadini anziani, l?ente nazionale di promozione sociale, iscritto nell?apposito registro, che vanta 24 sedi periferiche, 7mila soci e 480mila sostenitori in tutta Italia.

È questo il salato conto che Nucci si è visto recapitare dall?Agenzia delle Entrate sotto la voce ?imposte evase?. Tutto inizia nell?ottobre del 2004 quando per la prima volta il Fisco mette le mani sui libri contabili dell?ufficio nazionale di Roma. Un?istruttoria che si allarga a diverse sedi periferiche (fra cui quella di Livorno, già nel 2003 sottoposta a un?approfondita verifica fiscale, conclusasi con un nulla di fatto, da parte della Guardia di finanza) e si conclude nell?aprile dell?anno successivo con il depennamento di Apici dall?anagrafe delle onlus. Nei verbali dei verificatori si legge che l?attività svolta (trasporto di anziani con autovetture private dei volontari) «ha natura tipicamente commerciale consistente nella prestazione di servizi di trasporto».

Constatazioni che Nucci respinge: «I funzionari non hanno preso in alcuna considerazione la coerenza fra l?attività svolta, del tutto analoga per esempio a quella delle Pubbliche assistenze o delle Misericordie, e il perseguimento degli obiettivi istituzionali dell?associazione».

Info: www.apici.org

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.