Economia

Iva, nessuna schiarita. Ora tocca al Parlamento

Finanziaria: nel testo del governo manca ancora la soluzione all’annoso problema del regime Iva per le coop sociali. Una vera emergenza per il settore

di Christian Benna

Risanamento, equità e sviluppo. È pronto il cocktail di interventi che dovrebbe rilanciare il Paese. Ma nella legge Finanziaria 2007, appena varata dal governo, il non profit resta in fondo ai cassetti della commissione Finanza e tesoro. C?è sconcerto e preoccupazione tra gli operatori della cooperazione sociale. Ci si attendeva uno scatto in avanti dal nuovo esecutivo, invece dopo l?ultima manovra il terzo settore rischia di uscirne con le ossa rotte. Il perché lo spiega Giacomo Libardi, consigliere del consorzio Cgm. «Per la prima volta», dice, «ci troviamo di fronte a una Finanziaria che introduce sì importanti agevolazioni in favore delle imprese, grazie al taglio del cuneo fiscale, ma è un provvedimento che dimentica del tutto il non profit. Non voglio credere che la penalizzazione sia un atto voluto, tuttavia si tratta di miopia o noncuranza che metterà in crisi un comparto fertile per l?economia italiana». I più colpiti sono i lavoratori svantaggiati delle cooperative sociali. Precisa Libardi: «Il fisco light va a premiare solo le aziende profit, ma così facendo riduce i piccoli spazi della corsia preferenziale costruita per quelle non profit. Un lavoratore portatore di handicap di una cooperativa sociale, su cui è esclusa l?Irap, non avrà alcun beneficio dalla riforma, anzi sarà due volte danneggiato». Secondo Libardi una politica tributaria del genere, non solo si infila in un vicolo cieco, ma soprattutto non riuscirà neppure a generare gettito. «Tassare gli utili delle cooperative, ad esempio, sarebbe un intervento, anche se ingiusto, almeno sensato. Così invece si mette solo il freno a un intero settore». Il nodo ?valore aggiunto? Non si muove una foglia neppure attorno all?Iva per le imprese sociali, una questione tribolata che si trascina ormai da anni. Secondo l?Erario, infatti, il regime Iva d?esenzione per prestazioni socio-sanitarie e assistenziali (articolo 10, n. 27 ter del dpr 633/72) si applica sia se svolte direttamente a favore dei soggetti svantaggiati sia in esecuzione di contratti di appalto, convenzioni o contratti in genere stipulati con soggetti terzi. Quindi ancora il rebus resta irrisolto. E il governo ha perso un?occasione, secondo gli operatori, per chiarire organicamente che le cooperative sociali, onlus di diritto, possono liberamente scegliere se applicare il regime Iva di esenzione oppure l?aliquota del 4%. «È una vera e propria emergenza che mette in discussione non solo le prospettive future, ma anche la tenuta del settore nel breve termine». A lanciare il grido d?allarme è Costanza Fanelli, presidente di Legacoop Sociali. «Da tempo invochiamo una maggiore trasparenza normativa sull?esenzione Iva, una far west interpretativo che lascia molti Comuni liberi di scegliere secondo convenienza. Questo significa che le cooperative sociali non possono detrarre eventuali acquisti e costi dei servizi resi alla comunità». Il tutto mentre si chiede alle imprese di aumentare di peso, incrementando la capitalizzazione, e investendo nella qualità dei servizi al welfare. Spiega Luca Facta, presidente di Federsolidarietà Piemonte: «In questi anni le gare d?appalto al ribasso, su cui speriamo intervenga presto il legislatore, hanno ridotto al lumicino la redditività delle imprese. Senza contare i ritardi cronici delle pubbliche amministrazioni nel pagamento dei servizi. In questo scenario, lasciare senza risposta la questione dell?Iva finisce per colpire l?ultimo appoggio di un settore già molto indebolito». E poi aggiunge: «Asili nido e case di riposo sono i servizi che più escono malconci dalla mancanza di attenzione della legge. A questi condizioni, altro che mettere in moto investimenti… Il dramma di oggi è che molte cooperative sociali si stanno indebitando con le banche per pagare gli stipendi dei lavoratori». Secondo Costanza Fanelli, però, presto potrebbe arrivare una schiarita. «Evitiamo di cantare vittoria. Ma stiamo facendo pressione perché nel maxi emendamento alla Finanziaria venga inserita anche una norma che regoli una volta per tutte la vicenda dell?Iva. La commissione Finanze si è impegnato a farlo».


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