Economia

E’ giunta l’ora delle riforme

Finanziaria: necessaria un'inversione di tendenza che porti a un patto per il welfare, puntando su sussidiarietà e valorizzazione del Terzo settore. Di Vilma Mazzocco

di Redazione

di Vilma Mazzocco presidente Federsolidarietà/Confcooperative Risanamento, crescita ed equità sono gli obiettivi del Dpef 2007-2011, declinati ora con la Finanziaria 2007. Essa focalizza in particolare il primo obiettivo e punta a costruire, nel 2007, le basi del risanamento rinviando, di fatto, ad un secondo momento la stagione di riforme, a partire da quelle necessarie perché il welfare sia funzione dello sviluppo del Paese. E in questo quadro, comunque, non si può non evidenziare come sulle risorse complessive penda la spada di Damocle dei minori trasferimenti agli enti locali che, di fatto, imporranno una seconda Finanziaria, sia attraverso l?aumento delle tasse comunali e l?istituzione di nuove, sia attraverso la possibile riduzione delle risorse destinate ai servizi sociali, con pesanti ricadute. L?equità, che nella manovra si declina principalmente nella riforma dell?Irpef e nel nuovo sistema di detrazioni per le famiglie, non è solo una questione di redistribuzione del reddito, ma anche, e soprattutto, di servizi accessibili e di qualità. Gli obiettivi relativi al rafforzamento degli strumenti per la conciliazione tra vita lavorativa e vita personale e familiare, a migliorare la rete dei servizi, in particolare per l?infanzia e per i non autosufficienti sono presenti ma non raggiunti e raggiungibili nel breve periodo senza un?inversione di tendenza, ?un patto per il welfare? fatto di riforme, sussidiarietà e valorizzazione dell?impegno delle organizzazioni del terzo settore. Nel settore delle politiche sociali, in particolare, il Fondo nazionale 2007 è riconfermato con lo stesso ammontare dell?anno in corso e contiene ancora al suo interno i trasferimenti all?Inps per diritti soggettivi (assegni familiari e di maternità, agevolazioni ai genitori di persone con handicap e indennità dei lavoratori talassemici) che potrebbero drenare molte risorse alle Regioni. Sono sicuramente segnali positivi gli stanziamenti aggiuntivi per 50 milioni di euro previsti per il servizio civile, la creazione del Fondo per le politiche della famiglia e di quello per le politiche giovanili, del Piano per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi, del Fondo per l?inclusione sociale degli immigrati. Al Fondo per le non autosufficienze è assegnata la somma di 50 milioni di euro per l?anno 2007 e di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 a fronte di un fenomeno che, secondo i dati dell?Istat, coinvolge in Italia circa 2 milioni 800mila persone: nella scorsa legislatura si individuò un fabbisogno di risorse pari a circa 7- 8 miliardi l?anno. Peraltro, la Finanziaria non da indicazioni su come dovranno essere utilizzati questi fondi, demandando la decisione a decreti dei ministeri competenti. La Finanziaria, quindi, inizia il suo iter parlamentare con luci e ombre. Tra le questioni che richiedono una particolare attenzione vi sono sicuramente l?assenza del 5 per mille e della soluzione alla questione dell?Iva per le cooperative sociali. Nel primo caso, 28mila organizzazioni del terzo settore nel 2006 hanno portato avanti l?esperienza valida e positiva, che va confermata, incoraggiata e regolamentata per dare corpo a un interessante modello di sussidiarietà fiscale agita. La questione dell?Iva è fondamentale che trovi soluzione nella conferma, o meglio, riprecisazione, dell?interpretazione tradizionale che prevede la possibilità di applicare l?aliquota al 4% da parte delle cooperative sociali che forniscono servizi socio-sanitari ed educativi. Sono centinaia le cooperative che hanno attivato asili nido e si trovano con i pagamenti bloccati da parte di alcuni enti locali che hanno la pretesa di applicare il regime di esenzione Iva, non riconoscendo la valenza educativa del servizio. Se tale questione non trovasse soluzione ne deriverebbero enormi problemi, soprattutto per quelle cooperative che più hanno investito in qualità, innovazione, strutture e progetti impegnativi e che hanno prodotto migliaia di nuovi posti di lavoro.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA