Cultura

Cattolici: Pezzotta, il sociale luogo privilegiato della testimonianza

In uno stretto intreccio tra questione sociale e questione antropologica, Pezzotta vede la chiave di un nuovo approccio alle sfide della post-modernita'.

di Redazione

E’ un messaggio di percezione di un nuovo in divenire e di chiamata all’impegno sociale, quello che Savino Pezzotta, ex segretario della Cisl, lancia al convegno di Verona. In uno stretto intreccio tra questione sociale e questione antropologica, Pezzotta vede la chiave di un nuovo approccio alle sfide della post-modernita’. L’ex leader sindacale vede presente nella societa’ civile di oggi ”il rifiuto di una societa’ ‘disperata”’ ed il crescere di ”un nuovo sentire”, di pensieri che attraversano gli individualismi, gli egoismi, i dolori e le lacerazioni e affermano l’esigenza di stare insieme, di accompagnarsi”. Una voglia di un ”diverso” rispetto al totale affidamento all’economico, al consumismo, all’edonistico ed alla celebrazione della ricchezza. ”Riemerge, dopo tanto immanentismo, materialismo e paneconomicismo, la nostaglia della trascendenza e della dimensione spirituale dell’uomo”. Pezzotta delinea la nuova frontiera dell’impegno dei cattolici e la indica nella costruzione di ”un nuovo discorso pubblico”. ”Un impegno socio-politico che si eserciti per strada, nella piazza e nei luoghi della vita e non solo in quelli deputati alla politica, che, purtroppo, tendono sempre piu’ a divenire esclusivi’. L’impegno politico e la cura della citta’ – prosegue Pezzotta – restano le forme piu’ alte di carita’; altrettanto forte pero’ deve essere la convinzione che la politica non si esercita solo nei luoghi della rappresentanza politica o nelle istituzioni. La carita’ in politica non si esercita nella cura della citta’, ma anche nell’amorevolezza verso le persone, verso la famiglia, verso i poveri e i deboli”. ”Sono convinto – afferma – che un forte impegno sociale puo’ aiutare a frenare la disaffezione alla partecipazione socio-politica e limitare le cooptazioni tra le elites”. Per il presidente della Fondazione Tarantelli ”il sociale e’ il luogo privilegiato della testimonianza dei cristiani chiamati a costruire e a partecipare nuovi modi e nuove forme di emancipazione e di liberazione”. E qui propone che la loro azione si ispiri ad un ”relativismo cristiano” che ordini le cose rispetto ad una prospettiva di trascendenza. Un ”relativismo” di segno straordinariamente contrario a quello fatto proprio oggi da settori significativi della societa’ e della cultura. L’affermazione dell’autonomia e della ‘politicita” propria del sociale, continua Pezzotta, deve accompagnarsi alla valorizzazione dell’impegno politico e, qui, invita ”a fare i conti con il bipolarismo uscendo dalle nostalgie per costruire una nuova e plurale presenza dei cattolici nell’impegno politico”, giacche’ ”l’unita’ dei cristiani non si realizza in politica, ma nell’essere Chiesa” e dunque occorre ”scegliere, in liberta’, di militare ed impegnarsi in uno o nell’altro schieramento, assumendo un ruolo visibile ed efficace nell’eleborazione politico-programmatica”.

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