Cultura

L’arte più osé si allea con il sociale

Gabriella Belli dirige il Mart di Rovereto, spiega perché i musei del contemporaneo sono essenziali per un migliore convivenza. Di Luisa Filippi.

di Redazione

Il nome che si sono dati è molto, molto friendly: Amaci. Un nome che è un invito, quasi un?invocazione. Amaci sta per Associazione dei musei di arte contemporanea italiani. In Italia sono 23. Alcuni ultracelebri in tutto il mondo come il Mart di Rovereto o il Castello di Rivoli alle porte di Torino; altri meno noti al grande pubblico, ma contrassegnati dallo stesso coraggio: quello di investire sull?oggi. Di rischiare su valori non ancora consolidati. Ma l?arte contemporanea è un fenomeno trainante, che proprio perché fa discutere calamita attenzioni, dissensi e consensi. Il 14 ottobre l?Associazione festeggia la seconda Giornata del contemporaneo. Lo scopo non è solo quello di farsi conoscere. L?ambizione è di porre al centro il tema della sostenibilità dell?intero sistema, affermando in maniera forte anche la sua funzione sociale: per questo la giornata si abbina anche ad una causa solidale. Quest?anno il sostegno è destinato a un?associazione che combatte i disturbi alimentari. Ovviamente, per festeggiare l?ingresso ai musei sarà gratuito. Compreso l?affascinante Mart di Rovereto, progettato da Mario Botta e diretto da Gabriella Belli. Lei è anche la presidente di Amaci. Vita l?ha intervistata. Vita: La Giornata del Contemporaneo è arrivata al secondo anno. Da quali necessità nasce? Gabriella Belli: Siamo un?associazione giovane che è riuscita a raccogliere il meglio delle istituzioni della cultura contemporanea italiana e ha immediatamente stretto un confronto con tutti i soggetti che si occupano di questo nel nostro Paese. Rispetto alle altre nazioni non siamo al primo posto per numero delle istituzioni culturali, ma siamo alla pari per la vivacità del tessuto di soggetti pubblici e privati che si occupano di contemporaneo. In Germania, ad esempio, il processo di rifondazione dell?identità culturale, seguito al dopoguerra, ha portato a costruire in ogni città musei di arte contemporanea, istituzioni moderne, dotate di alti standard di qualità, che hanno come obiettivo il senso profondo del cambiamento che la cultura artistica può produrre nella società. È una funzione sociale dell?arte che da noi è stata tradita negli anni 90, soppiantata dagli eventi che hanno fondato il loro essere più sul business che sulla qualità. In Italia non manca il tessuto, ma manca una più incisiva volontà di attivare una politica che riguarda ad esempio l?architettura museale contemporanea. Roma la sta attuando. Speriamo che questo esempio sia seguito da altre città, come Milano. Vita: Ma il pubblico non ha una certa ostilità nei confronti di un?arte a volte poco comprensibile ? Belli: Io penso che esista davvero quello che io chiamo un?anima contemporanea e che questa è addirittura la grande porta per aprire la comprensione di scenari che a volte nella politica e nel sociale non si riescono a leggere. Anche la Giornata negli anni potrà diventare, come le Notti bianche, un momento di grandissima vitalità. Sarà vincente se avrà continuità e paradossalmente diventerà una tradizione. Non c?è niente di più forte che la partecipazione: questa sarà la moneta di scambio con cui potremo rafforzare la convinzione che bisogna investire nel contemporaneo. Vita: La Giornata pone proprio il tema della sostenibilità del contemporaneo. Che rapporto c?è tra espressività e, appunto, sostenibilità? Belli: Quello della cultura è un mondo non profit, che si basa moltissimo sul volontariato, perché anche in questo campo è la passione che spinge. La sostenibilità ha un volto economico, che riguarda come rendere più incisiva la capacità di promuoverci e farci conoscere. Ma ha anche un volto legato al significato profondo che da solo giustifica il ruolo di queste istituzioni. La cultura è il grande transito che ogni persona deve fare per appagare esigenze intellettuali, spirituali, di cui si può solo apparentemente fare a meno, perché l?assenza di una vita dedicata al pensiero e alla conoscenza creerebbe una nuova grande barbarie. In questo senso la cultura si autogiustifica, è uno degli elementi fondanti della vita di ogni persona. Parlo di cultura in senso generico, perché oggi è difficile darle un confine preciso, dal momento che spazia dalla sperimentazione dei linguaggi alla messa in gioco fisica e personale dell?artista. Vita: Amaci ogni anno associa alla Giornata il sostegno di una causa sociale. Quest?anno è quella dell?Aba – Associazione bulimia e anoressia. Quali alleanze tra cultura e sociale? Belli: Le nostre istituzioni sono preparate per realizzare relazioni virtuose con i problemi più scottanti della nostra società, confrontandosi con l?immigrazione, con i carcerati, i malati di mente, di Alzheimer. Passare del tempo in un museo in cui si possono investire risorse in questa direzione, è equivalente a un pasto caldo o alle stesse ore di assistenza a un anziano. Chi è toccato dall?aspetto crudele della vita può trovare delle risorse in una sorta di rinascita del cuore, dei sentimenti: dobbiamo credere che l?arte sia una di queste risorse. La mia è un?idea del museo come luogo del sociale. Domenica 14 Tutti aperti: Camec La Spezia Castello di Rivoli Torino Castel Sant’Elmo Napoli Centro arti visive Pescheria Pesaro Luigi Pecci Prato Cesac Caraglio (Cuneo) Gam Torino Galleria civica Montevergine Siracusa Galleria civica Trento Galleria d?arte contemporanea Monfalcone (Gorizia) Gam Galleria d?arte moderna Bologna Gamec Bergamo Museo d?arte della provincia Nuoro Mart Trento e Rovereto Maxxi Roma Merano arte Merano (Bolzano) Museo del Novecento Milano Museion Bolzano Padiglione d?arte contemporanea Milano www.amaci.org

Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA

Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.