Non profit

5 per mille, i primi numeri sono da boom

Le anticipazioni relativi ai 730 presentati ai Caf non lasciano spazi a dubbi: la sperimentazione di Tremonti ha riscosso un successo clamoroso

di Benedetta Verrini

Mentre il suo destino appare ancora appeso al filo dell?inserimento ?in extremis? nella prossima Finanziaria, il 5 per mille ha fatto il botto: oltre il 60% dei contribuenti ha espresso, nell?ultima dichiarazione dei redditi, la propria opzione di solidarietà. Èil dato – davvero eclatante, se si pensa che la media degli italiani che scelgono l?8 per mille è del 41% – che emerge da un?inchiesta che Vita ha condotto tra i principali Caf nazionali, sui primi dati certi riguardanti le dichiarazioni relative ai modelli 730.

Il monitoraggio più approfondito ce lo anticipa il Caf Cisl, che da solo cura quasi il 20% di tutti i 730 presentati in Italia: su due milioni 300mila dichiarazioni, «circa un milione 800mila presentano una scelta espressa a favore del 5 per mille», spiega il presidente Valeriano Canepari. La percentuale, pertanto, qui arriva fino al record del 78% del totale. «Purtroppo, in questo gruppo c?è un significativo numero di dichiarazioni contenenti un errore, che non andranno a buon fine», prosegue Canepari. «Circa 399mila dichiarazioni hanno espresso il 5 per mille a favore di un destinatario errato o hanno sbagliato l?indicazione del codice fiscale». Un bel monito per le organizzazioni che in futuro dovranno impegnare ancora più energie nell?attività informativa legata al 5 per mille. Anche perché nel ?restante? milione 400mila dichiarazioni correttamente compilate, il riparto tra i quattro gruppi di beneficiari la dice lunga sulla sensibilità e le preferenze degli italiani: 941mila (il 67,2%) hanno optato per volontariato e onlus; 112mila (l?8) per la ricerca sanitaria; 131mila (il 9,3) per la ricerca scientifica; 249mila per i Comuni (il 17,7).

Rivedere i conti
Sulla stessa lunghezza d?onda, con qualche variazione percentuale, anche il Caf Uil che, su un totale di 950mila dichiarazioni, valuta che «a fine conteggio raggiungeremo il 65% di scelte a favore del 5 per mille», spiega il presidente Gilberto De Santis, «con il volontariato al 38%, la ricerca scientifica al 9, quella sanitaria al 10 e i Comuni al 4». Volontariato oltre il 37%, ricerca sanitaria e scientifica al 10 e Comuni al 12 anche nella rilevazione dei Caf Cna, che curano circa 350mila dichiarazioni. Più globali, ma non meno significative, le rilevazioni dei Caf Acli e dei Caf Mcl, che tra l?altro si trovavano ad essere ?parti in causa?, visto che potevano beneficiare, a loro volta, del 5 per mille. Per questo la rilevazione di Mcl è andata a verificare soprattutto quante dichiarazioni sono state a proprio favore: su 260mila dichiarazioni circa il 57-60%. Differente il monitoraggio dei Caf Acli, che hanno invece raccolto un dato complessivo e indistinto dalle oltre 100 sedi locali: sul totale di oltre 900mila dichiarazioni trattate, il 75% ha espresso l?opzione. Se il trend è questo, lo Stato dovrà liquidare al sociale molto più di quel ?minimo? preventivato nella Relazione tecnica alla scorsa Finanziaria. Quel documento stimava che ci sarebbe stata una maggiore spesa per circa 270 milioni di euro. Ma con un 60-70% di opzioni, l?esborso dello Stato a favore del sociale sarà di gran lunga superiore, avvicinandosi a quel ?massimo? di 660 milioni di euro stimato nell?eventualità di un en plein.

Basta medaglie
Chissà se questo risultato, largamente positivo, peserà sulle valutazioni dell?attuale governo per la riconferma della misura. «Auspico che sia mantenuta, come promesso, perché si tratta di una scelta di grande valore per il futuro della società civile italiana», commenta il professor Victor Uckmar. Certo, di fronte a questi dati la necessità di certezze per il non profit si fa ancora più stringente. Dall?Agenzia delle Entrate non anticipano notizie. Non si sa quando sarà disponibile il conteggio finale della raccolta (si parla di gennaiofebbraio 2007), né la liquidazione del dovuto a ciascuna realtà (che potrebbe avvenire «nel primo semestre del prossimo anno»). Per molte associazioni, dalle più piccole alle maggiori, si fa stringente la necessità di conoscere «sia l?esito di questa sperimentazione sia la riconferma della misura negli anni prossimi», commentano ad esempio da Telethon, che sottolinea l?importanza di pianificare, nel proprio budget, una campagna specifica che tenga conto dei costi e dei benefici nella mission di sostegno alla ricerca scientifica. «Nella passata legislatura ci eravamo illusi che con la nuova fonte del 5 per mille fosse iniziata una nuova stagione dove la politica riconoscesse e desse dignità a tutto il movimento del volontariato nazionale, ma con il nuovo avvento si ritorna al passato», affonda Lino Brundu, presidente di Atlha onlus. «Siamo stanchi di ricevere pergamene, medaglie e attestati di encomio; questo governo si deve impegnare a mantenere le intenzioni sbandierate durante la campagna elettorale, mettere in evidenza come fondamentale il benessere dei più deboli».

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