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Istat: Povertà per 7,5 milioni di italiani

La poverta' in Italia resta sostanzialmente stabile nel 2005 e restano forti le criticita' nel Sud del Paese.

di Redazione

La poverta’ in Italia resta sostanzialmente stabile nel 2005 e restano forti le criticita’ nel Sud del Paese. L’anno scorso le famiglie in condizioni di poverta’ relativa erano 2,585 milioni, pari all’11,1% delle famiglie residenti in Italia. Si tratta complessivamente di 7,577 milioni di individui, il 13,1% dell’intera popolazione. E’ quanto emerge dai dati diffusi oggi dall’Istat che precisa che la spesa media mensile per persona rappresenta la soglia di poverta’ per una famiglia di 2 componenti e corrisponde, nel 2005, a 936,58 euro al mese (+1,1% rispetto alla linea del 2004). Rispetto al 2004 la diminuzione dell’incidenza della poverta’ relativa (che passa dal 11,7% all’11,1% nel 2005) non risulta statisticamente significativa e mostra quindi come la poverta’ sia sostanzialmente stabile rispetto al 2004. Cosi’ vengono confermati sia il divario tra Nord e Sud del Paese. Il Mezzogiorno infatti mantiene gli elevati livelli di incidenza raggiunti nel 2004, sia le principali caratteristiche delle famiglie in condizione di poverta’: famiglie con cinque o piu’ componenti, famiglie con figli minori, famiglie con componenti in cerca di occupazione o con bassi profili professionali, famiglie con anziani. A livello territoriale non si osservano variazioni statisticamente significative fra il 2004 e il 2005, mentre la poverta’ si riduce fra le famiglie con anziani, in particolare tra gli anziani soli o in coppia, tra le famiglie con persone di riferimento ultrasessantacinquenne, tra quelle con capo un ritirato dal lavoro o una persona con basso titolo di studio. Peggiora, invece, la condizione delle famiglie ampie, in particolare quelle con membri aggregati residenti nel Mezzogiorno, delle famiglie con un elevato numero di componenti residenti nel Centro e di quelle settentrionali con persona di riferimento giovane o lavoratore dipendente. Le famiglie con cinque o piu’ componenti, infatti, presentano livelli di poverta’ piu’ elevati: in Italia il 26,2% (23,9% nel 2004) di queste famiglie vive in poverta’, percentuale che si attesta al 39,2% nel Mezzogiorno (36,2% nel 2004). Si tratta per lo piu’ di coppie con tre o piu’ figli e di famiglie con membri aggregati, tipologie famigliari che mostrano, a livello nazionale, un’incidenza rispettivamente pari al 24,5% e al 19,9%. Le difficolta’ economiche associate alla presenza di piu’ figli all’interno della famiglia si fanno ancora piu’ evidenti quando i figli sono minori. L’incidenza della poverta’ che e’ pari al 13,6% se in famiglia ci sono due figli e al 24,5% se i figli sono tre o piu’, sale rispettivamente al 17,2% e al 27,8% quando i figli sono di eta’ inferiore ai 18 anni. Il fenomeno risulta particolarmente diffuso nelle regioni meridionali dove risiede anche la maggior parte di queste famiglie: e’ povero circa il 42,7% (41% nel 2004) delle famiglie con tre o piu’ figli minori. La diffusione della poverta’ e’ invece piu’ contenuta tra i single e tra le coppie senza figli di giovani e adulti (di eta’ inferiori ai 65 anni): l’incidenza a livello nazionale e’ pari al 3,5% per i single e al 4,8% per le coppie. Livelli di poverta’ superiori alla media si riscontrano tra i genitori soli (13,4%), in particolare nel Nord, dove le famiglie monogenitore povere sono il 5,8% contro una media ripartizionale del 4,5%. Anche la popolazione anziana mostra un disagio diffuso: tra le famiglie con almeno un anziano l’incidenza di poverta’ (13,6%) e’ superiore di oltre 2 punti percentuali alla media nazionale e sale al 15,2% tra quelle con almeno due ultrasessantaquattrenni. Tale disagio si osserva in tutte le ripartizioni, ma la differenza rispetto alle altre famiglie e’ particolarmente evidente nelle regioni del Centro e del Nord, che si caratterizzano anche per la maggiore presenza di anziani tra la popolazione residente: da un’incidenza media del 4,5% nel Nord e del 6% nel Centro si sale rispettivamente al 6,3% e l’8% se nella famiglia e’ presente almeno un anziano; per lo piu’ si tratta di anziani soli e di coppie senza figli con a capo un anziano; in misura minore, di genitori soli con figli. Nel Centro e nel Nord del Paese sono povere rispettivamente il 4,5% e il 6% delle famiglie, mentre nel Mezzogiorno la percentuale raggiunge il 24%. In questa ultima area risiede ben il 70% delle famiglie povere residenti in Italia. Nel Mezzogiorno, ad una piu’ ampia diffusione del fenomeno, si associa una maggiore gravita’ del disagio: l’intensita’ della poverta’ raggiunge infatti il 22,7% rispetto al 17,5% e al 18,9% nel Nord e nel Centro. La poverta’ relativa, osserva l’Istat, risulta meno diffusa in Emilia Romagna dove l’incidenza e’ pari al 2,5%, valore non significativamente diverso da quelli registrati in Lombardia, in Veneto e nella provincia di Bolzano (tutti inferiori al 4,5%). Piu’ elevate, invece, sebbene inferiori alla media nazionale, sono le incidenze osservate in tutte le altre regioni del Centro-Nord: dal 4,6% della Toscana al 7,3% dell’Umbria. La diffusione della poverta’ nelle regioni del Mezzogiorno e’ piu’ elevata rispetto al resto della Penisola con l’eccezione dell’Abruzzo dove la percentuale delle famiglie povere (11,8%) e’ molto prossima a quella media nazionale. Piu’ contenuta, rispetto alla media ripartizionale (24%) e’ anche l’incidenza rilevata in Sardegna (15,9%) e in Puglia (19,4%). La situazione piu’ grave e’ quella delle famiglie campane (l’incidenza e’ del 27%) e siciliane (30,8%).


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