Volontariato

Consulta per l’Islam, i moderati vogliono la carta dei valori

In una lettera inviata ieri al ministro Amato 8 membri chiedono un documento in linea con "la laicità dello Stato, contro l'integralismo".

di Redazione

I moderati della Consulta per l’Islam vogliono discutere la “Carta dei Valori e dei Principi” e sono pronti a firmarla anche prima che venga sottoposta al parere di altre confessioni religiose. In una lettera inviata ieri al ministro Amato, otto esponenti della Consulta (la metà) sono tornati sulla necessità di sottoscrivere un documento con dei principi condivisi, in linea con “la laicità dello Stato” e “che condanni fermamente tutte le tendenze integraliste”. Un’occasione per prendere ancora una volta le distanze dall’ala più oltranzista (minoritaria) all’ interno dell’organismo. La querelle nasce con le proteste del presidente dell’ Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia (U.C.O.I.I), che la scorsa settimana haminacciato di non firmare la Carta, ritenendo discriminatorio chiedere l’adesione solo ai musulmani. Il ministro dell’interno ha quindi spiegato che il documento “dovrà riguardare tutti coloro che vogliono vivere stabilmente in Italia” e ha istituito un comitato scientifico, che dovrà elaborare una bozza della Carta dopo aver consultato associazioni ed esponenti delle diverse comunità religiose ed etniche presenti in Italia. Ma secondo Khalil Altoubat, Gulshan Jivraj, Yahya Pallavicini, Mohamed Saady, Souad Sabai, Mario Scialoja, Younis Taufiq ed Ejaz Ahmad la Carta deve essere in primis espressione della Consulta. “Se si è scelto di creare una Consulta per l’Islam Italiano – spiegano nella lettera – è perché determinate questioni, impostesi prepotentemente all’attenzione di tutti, riguardano espressamente la comunità musulmana”. Gli 8 firmatari delineano alcuni dei Principi che dovranno trovare posto nel documento. “Uguaglianza dei diritti tra uomo e donna, libertà di professare il proprio credo religioso e di indossarne i segni distintivi, libertà di vestirsi come gli occidentali, di frequentare persone di altra religione, – scrivono – sono valori in cui crediamo fermamente e che vogliamo siano ben compresi da tutti i musulmani d’Italia, un ruolo importante per il nostro credo. L’Islam anche in questa occasione deve dimostrare la propria capacità di adattarsi all’evolversi della realtà, come ha storicamente fatto in tutti questi secoli”. “Per definire al meglio i profili di questa identità, – spiegano – non possiamo prescindere dalla stesura di un regolamento interno che chiarisca una volta e per sempre compiti, obiettivi e modus operandi”. Chiedono quindi ad Amato di “portare avanti l’opportunità di elaborare la Carta dei Valori e dei Principi dell’Islam Italiano poiché riteniamo che essa vada discussa all’interno della Consulta per l’Islam e vada sottoscritta dai suoi membri prima di allargare, in altra sede, lo sviluppo dello stesso documento anche alle altre confessioni religiose”.


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