Famiglia
Giudici, che ci state a fare?
Il caso di maria/ Il jaccuse del presidente dellAiBi: «Violata la Convenzione Onu sui diritti dei minori»
«Un ostaggio dell?abbandono. Ecco chi è, per me, Maria. E ora che è stata rimpatriata nel modo che sappiamo, come un oggetto, mi chiedo chi combatterà per lei. La Bielorussia, forse? O magari l?Italia, che intanto l?ha sacrificata al ricatto delle vacanze terapeutiche?». è amarissimo il giudizio di Marco Griffini, presidente di AiBi – Associazione Amici dei bambini sulla vicenda del rimpatrio della bambina bielorussa, per 20 giorni nascosta dalla famiglia Giusto e poi ?prelevata? con un blitz, la notte del 29 settembre, per un volo diretto a Minsk, prima che la Corte d?Appello italiana si pronunciasse sul suo rientro.
Sul destino di Maria in questi giorni si sovrappongono voci e notizie contrastanti: sarà adottata da una famiglia bielorussa che ha già accolto suo fratello; potrà rientrare in Italia ed essere adottata dai Giusto, se faranno regolare domanda d?adozione. Ciò che sembra sicuro è che per ora si trova sottoposta a terapie psicologiche e farmacologiche, secondo il protocollo presentato dai bielorussi, e che alla fine di questo ciclo tornerà a Vilejka, l?orfanotrofio da cui voleva scappare. «Stiamo valutando, con un gruppo di avvocati, di procedere a una causa amministrativa di risarcimento danni contro lo Stato italiano, che non ha rispettato i diritti fondamentali di Maria», ci dice Griffini.
Vita: Cosa si può contestare al nostro Paese?
Marco Griffini: Il fatto gravissimo di non aver rispettato i diritti fondamentali di un bambino, sanciti dalla Convenzione Onu. Per cosa si scrivono i trattati, se poi non vengono applicati?
Vita: Certo che il caso di Maria non è partito su una base di legalità…
Griffini: Proviamo a uscire dalle polemiche sul comportamento della famiglia Giusto. Proviamo a pensare a lei, a Maria, a quale fosse il suo ?supremo interesse?. Mi domando se davvero il ritorno a Minsk è stato nell?interesse di Maria. Questa bambina non aveva bisogno di essere curata, aveva bisogno di una famiglia. Nessuno l?ha ascoltata. Non le è stato garantito un diritto alla difesa, non le è stato dato un avvocato, sa perché? Perché Maria è abbandonata. Per la legge non ha voce. Non aveva un tutore in Bielorussia e in Italia non poteva essere rappresentata dai Giusto, che non ne avevano la potestà. Maria, come tanti orfani, è niente, solo un oggetto di scambio tra Stati. Se penso che con Unicef avevamo fatto un tavolo di lavoro sul diritto d?ascolto dei minori soltanto un mese fa… Questa vicenda mette davvero in crisi il nostro essere ong.
Vita: La sentenza della Corte d?Appello ha però confermato la necessità del rimpatrio.
Griffini: Evidentemente i giudici e i Tribunali per i minorenni non sono schierati dalla parte dei minori. Come hanno potuto avallare il rimpatrio di Maria dopo aver preso visione del programma terapeutico che comprende l?uso di sedativi?
Vita: Questa vicenda mostra il nervo scoperto delle vacanze terapeutiche.
Griffini: è evidente che è urgentissimo regolamentare questo ambito. Non devono più arrivare in Italia, presso le famiglie, bambini in stato di abbandono che dovrebbero entrare in un progetto di adozione. Nel loro interesse c?è solo una cosa: essere accolti da una famiglia, per sempre.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.