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Terzo settore: gli sgravi aiutano le Onlus, ma la Finanziaria li toglie

Gli sgravi fiscali servono, lo sostiene il gruppo di studiosi che, su mandato dell'Agenzia delle Onlus, ha redatto il primo Libro bianco sul settore, presentato oggi a Milano. Ma la Finanziaria cance

di Redazione

Il riordino dei benefici fiscali in favore delle Onlus ‘a prova di statuto’ e di chi, impresa o privato, le sostenga con lavoro volontario, donazioni o partnership, e’ il principale strumento per favorirne il rilancio e alimentarne la crescita. Lo sostiene il gruppo di studiosi che, su mandato dell’Agenzia delle Onlus, ha redatto il primo Libro bianco sul settore, presentato oggi a Milano. Che la dimensione economica sia importante nell’ambito del Terzo settore e’ testimoniato dal fatto che, secondo gli ultimi dati Istat a disposizione, le entrate finanziarie del settore ammontavano nel 2001 a circa 37,8 miliardi di euro e le uscite a circa 35,7. Il Terzo settore da’ lavoro retribuito a circa 630mila persone e puo’ contare sull’impegno di 3.300.000 volontari. Tra i Paesi a piu’ elevato finanziamento privato, pero’, l’Italia ha il minore rapporto fra entrate e donazioni (circa il 3,3 % del totale delle entrate) contro la media di nazioni come la Gran Bretagna (10%) gli Usa (13%) e la Spagna (quasi il 20%). Per questo gli studiosi che hanno esteso il Libro Bianco suggeriscono prioritariamente all’Agenzia per le Onlus, di riorganizzare le agevolazioni fiscali per queste realta’, assicurandole, e in misura piu’ consistente rispetto al passato ”indipendentemente dalla forma giuridica dell’organizzazione, purche’ si garantisca in un modo innovativo e piu’ efficace il vincolo tra il finanziamento e la sua finalizzazione sociale”. Agevolazioni fiscali, secondo gli esperti, vanno garantite per i patrimoni utilizzati delle organizzazioni per i propri progetti, come a quelle realta’ che assicurano loro credito e a chi investa in fondi etici che, indirettamente, contribuiscono a finanziarle. Una vera emergenza e’ legata, invece, all’Irap, che secondo gli estensori del Libro Bianco andrebbe rimodulata ed opportunamente pesata sulle dimensioni delle organizzazioni, in particolare per quelle piu’ piccole, che sempre piu’ spesso rischiano di soccombere sotto il suo peso. Anche l’Iva potrebbe essere ricalibrata in modo piu’ specifico, prevedendo, ad esempio, forme di compensazione tra acquisti e servizi forniti. Una convinzione, quella degli esperti, che non trova riscontro nella manovra Finanziaria in cui viene soppresso il 5 per mille, norma questa introdotta dal precedente esecutivo, che permetteva ai singoli contribuenti di destinare una parte delle proprie tasse al volontariato, ai settori sociale e della ricerca.


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