Non profit

Con i servizi resi ai non soci si resta ente non commerciale

L'esperto risponde/ Determinate attività restano fuori dall’ambito di quelle da un punto di vista fiscale non potendo inficiare l’acquisita qualifica fiscale di ente non commerciale

di Antonio Cuonzo

Siamo un?associazione culturale che si è sempre avvalsa delle agevolazioni contenute nell?art. 148 c. 3 del Tuir. Una verifica dell?Agenzia delle Entrate sostiene che i contributi liberali di terzi non soci per prestazioni marginali minano la nostra qualifica di ente non commerciale. È vero tutto ciò? La disposizione che avete citato rende alcune prestazioni rese a favore di associati estranee alle normali dinamiche fiscali dell?attività commerciale. Più in particolare, l?art. 148, c. 3 del Tuir prevede che «per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extrascolastica della persona non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti? ». Tutto ciò comporta che simili attività restano fuori dall?ambito delle attività rilevanti da un punto di vista fiscale non potendo in alcuna maniera inficiare l?acquisita qualifica fiscale di ente non commerciale. Nel caso in cui, a latere di queste attività, vi fosse un?operatività rivolta a terzi non associati verso pagamento di corrispettivo, l?associazione sarebbe tenuta a far rilevare fiscalmente queste attività. Sul tema, merita di essere citata la sentenza della Commissione tributaria regionale della Puglia, (Sez. 22, sent. n. 58/22/05 del 6 maggio 2005) che ha ritenuto – con riferimento all?attività esercitata da un ente non profit nei confronti di associati e di terzi – che la presenza di minimi contributi in cambio delle prestazioni rese non inficia in alcun modo la qualifica di ente non commerciale, sancendo, di conseguenza, l?impossibilità per l?amministrazione finanziaria di contestare l?omissione delle scritture contabili e degli altri adempimenti tributari.


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