Volontariato

Coop e Bcc, strade che convergono

Parla Aldo Soldi, presidente Ancc-Legacoop: «Le alleanze si fanno sul terreno dei valori. E qui siamo su terreni del tutto omogenei». Compatibilità industriale?

di Redazione

«La nostra ?missione? non finisce mai. Da un secolo e mezzo noi mettiamo al centro il cittadino consumatore con i suoi problemi, i suoi diritti, le sue condizioni di reddito. Per farlo siamo disposti ad aprire un dialogo con chiunque sia in sintonia con questa nostra linea. A chi ci chiede, quindi, dove vogliamo arrivare rispondo che la domanda è mal posta perché i nostri traguardi ogni volta si spostano in avanti, consapevoli di poter offrire un contributo importante alla crescita economica ma anche sociale e civile del paese». Aldo Soldi, presidente di Ancc-Legacoop, l?associazione che raggruppa le cooperative di largo consumo a marchio Coop e che, secondo certi rumors, è il candidato in pectore alla successione di Giuliano Poletti alla presidenza di Legacoop, ci tiene a puntualizzare innanzitutto i ?fondamentali? che ispirano il mondo cooperativo. Nell?ultimo anno ne abbiamo viste di tutti i colori, lascia intendere, e quindi è bene fare chiarezza «altrimenti si rischia di non comprendere la reale portata delle dinamiche in corso». Vita: Partiamo allora, presidente, da quella maggiormente sotto i riflettori: il caso Unipol. Come giudica la marcia di avvicinamento verso le Bcc? Aldo Soldi: Molto positivamente. Dopo un anno di grandi cambiamenti ci troviamo nella situazione in cui Unipol rimane una delle più importanti compagnie assicurative italiane, ha un piano industriale ambizioso, ha modificato a fondo la sua governance e tutto questo ci consente di guardare alla fase attuale con profonda fiducia. Guardo quindi con favore a questa marcia di avvicinamento verso le Bcc perché si tratta di un?iniziativa fortemente orientata, anche in questo caso, al cittadino-consumatore, alla piccola e media impresa. Le alleanze solide si fanno sul terreno dei valori ma anche delle competenze economiche e delle compatibilità industriali. Credo che in questo caso sussistano tutte. Vita: Pensa possa derivarne anche un?accelerazione dell?unità del movimento cooperativo? Soldi: I fatti concreti possono facilitare anche altre dinamiche o, comunque, contribuire a creare le condizioni perché queste evolvano più rapidamente. Ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di processi che hanno bisogno di tempo, di maturazione, di convinzione. Vita: Le coop di consumo hanno deciso di aprirsi a settori ?inediti? come quello dei telefonini e dei farmaci: non è un?uscita del ?seminato?? Soldi: Noi siamo nati 150 anni fa per difendere il potere d?acquisto dei consumatori in una situazione nella quale l?acquisto era in gran parte rivolto ai beni alimentari. Oggi l?acquisto di beni alimentari costituisce il 15-16% degli acquisti delle famiglie, il resto è legato ad altri consumi. Come movimento dobbiamo guardare a questi altri consumi e fare la nostra parte per difendere e tutelare il potere di acquisto anche per quelle spese in cui le famiglie impegnano una parte sempre più significativa del loro reddito. Mi passi l?espressione, è la nostra ?coerenza storica? a imporcelo. Vita: Di pari passo cresce in Italia il consumerismo. Quali sono, secondo lei, le nuove frontiere di questo fenomeno? Soldi: C?è il consumerismo delle associazioni dei consumatori. Ma c?è anche un consumerismo che possiamo fare noi in quanto organizzazione di consumatori che si associano. Quello che abbiamo fatto sui medicinali da banco è un?iniziativa consumerista, i consumatori hanno raccolto 800mila firme, presentato una proposta di legge, però questa proposta ha potuto avere una risposta sul campo grazie a noi. C?è bisogno di una politica culturale del consumerismo che deve crescere e poi ci sono aziende di consumatori che fanno impresa e danno risposte concrete. Vita: Lei viene indicato come l??uomo giusto? per ricomporre la frattura tra i filoni emiliano e toscano di Legacoop. è solo gossip giornalistico? Soldi: A me sembra un po? ridicolo che mentre ovunque si parla di mondo globalizzato, di Europa che deve crescere, noi siamo ancora lì a discutere di toscani ed emiliani. Il punto è che al nostro interno si confrontano sensibilità diverse, ma questo è un bene, e le discussioni non hanno, evidentemente, sempre connotati geografici. E poi non dimentichiamoci che non ci sono solo toscani ed emiliani. Il movimento cooperativo è fatto di tante teste, non c?è un padrone e questo alimenta una dialettica autentica e lungimirante.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA