Cultura
Tv, soliti noti e rare perle
Palle di carta/ È arrivato il consueto diluvio di prime puntate dei talk show politici. Hanno dato il meglio - o il peggio, dipende dai punti di vista - di loro stessi sullaffaire Telecom
È arrivato il consueto diluvio di prime puntate dei talk show politici. Hanno dato il meglio – o il peggio, dipende dai punti di vista – di loro stessi sull?affaire Telecom.
Del resto, il mix inestricabile di grandi ricchi che vanno in rovina pieni di debiti fino al collo, intercettazioni illegali che si mischiano in un inferno dantesco ai peggiori scandali della Seconda Repubblica e politici di rango di ogni schieramento o spiati o autori di gaffes memorabili (vedi il Prodi ?cinese?) o di ?piani? che possono mettere in crisi il governo (il dossier Rovati) non può non fare gola.
E così, mentre Vespa mette in scena il solito circo Barnum di Porta a Porta e Floris ripete stancamente – comici del siparietto iniziale esclusi, che si rivelano bravissimi, da Paola Cortellesi a Paolo Hendel – il copione del suo Ballarò, brillano alcune perle.
Il coraggio di Milena Gabanelli, che comincia Report (domenica 24) con il contro filmato della commissione indipendente di Verità e giustizia sull?11 settembre (battendo in ascolti il reality di prima serata di Canale 5!) e prosegue sul finanziamento di grandi gruppi privati ai partiti politici. Ma anche quello di Michele Santoro che – al di là della facile ironia sui suoi (nuovi) capelli biondi e sulla ?bella statuina? della sua ?annunciatrice? Lavinia Borromeo – con grande maestria affronta nella prima puntata del suo Anno zero gli immigrati sfruttati e nella seconda il caso Napoli.
Ripetono, invece, come al solito, se stessi, i talk show della Sette, da Otto e mezzo della riconfermata (e premiata: dalla critica, se non dallo share) coppia Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni all?Infedele di Gad Lerner. Ha invece il coraggio di parlare prima – anche lui con una puntata speciale e in modo indipendente – dell?11 settembre Matrix di Enrico Mentana e poi d?intervistare Luciano Moggi martedì 26. Sul serio, però, e da giornalista. Non, per capirci, come ha disastrosamente fatto Simona Ventura.
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