Welfare

“Una mano alla vita”: da 20 anni più di una mano

L'associazione che presta gratuitamente cura e assistenza ai malati terminali di cancro ha festeggiato i suoi primi 20 anni

di Antonietta Nembri

Vent?anni dalla parte dei malati: due decenni di impegno nell?assistenza domiciliare ai malati terminali di cancro. È quanto ha fatto, sta facendo e intende continuare a fare l?associazione Una mano alla vita onlus che la Pirellone ha celebrato il suo ventennale, presente, accanto al presidente del sodalizio Piergiorgio Molinari, il presidente della Regione Roberto Formigoni, il campione di basket Dino Meneghin, testimonial e socio onorario dell’associazione; il presidente del Coni Milano e socio onorario dell’associazione, Filippo Grassia; Oscar Corli, medico responsabile dell’Unità di Cure Palliative dell’ospedale Buzzi di Milano; Roberto Del Bo presidente Aia Lombardia e Stefano Strocchi, produttore italiano del documentario realizzato con Rodeo Magazine e l?ufficio relazioni con la Comunità europea dell?Alto ministero di Israele e Channel 2 di Israele. L?incontro di oggi, giovedì 28 settembre, nella sede della Regione Lombardia è stata l?occasione per ripercorrere alcune delle iniziative e delle campagne realizzate da Una mano alla vita onlus. «La terapia del dolore è uno strumento essenziale per mantenere la dignità della vita, anche nella fase estrema di una malattia terribile. Per questo Regione Lombardia ha scelto di mettere a disposizione dei cittadini questo strumento. Dal 1998 esistono indirizzi regionali per lo sviluppo dei servizi di cure palliative e nel 2004 abbiamo approvato un manuale per la realizzazione di ospedali senza dolore». E’ quanto ha affermato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni che ha pure sottolineato come l?associazione muova dalla società civile «un?uniziativa che parte da uomini e donne che in forza della loro umanità hanno deciso di dedicare tempo, forze, energie e risorse per la solidarietà». L’associazione che presta gratuitamente cure e assistenza ai malati terminali di cancro segue mediamente, anche il sabato, la domenica e le festività, oltre 300 malati all’anno. «La rete di assistenza ai malati terminali» ha proseguito Formigoni «è già una realtà di prim’ordine: in Lombardia infatti sono 19 i centri pubblici in cui vengono erogate cure palliative (di cui 9 anche in regime di day hospital); a questi vanno aggiunti gli Hospice per i malati terminali per un totale di circa 450 posti letto. Anche i reparti di Medicina e Oncologia sono ormai attrezzati per questo tipo di interventi. Inoltre non vengono posti dei tetti di spesa per questo tipo di cure, a salvaguardia del principio di dignità della persona che si trova a vivere questa situazione». Il dottor Oscar Corli ha poi ricordato che le cure palliative sono nate a Milano, negli anni ’70, all’Istituto dei Tumori e che anche oggi la Lombardia è all’avanguardia in questo settore: il 23% delle Unità operative di cure palliative che ci sono in Italia ha sede nella regione. L?associazione è tra i fondatori dell?osservatorio italiano delle cure palliative. Il dottor Corli ha pure sottolineato l’importanza del progetto sperimentale “Piano urbano per l’ospedalizzazione domiciliare cure oncologiche”, promosso dalla Regione Lombardia, che coinvolge le aziende ospedaliere Sacco, Fatebenefretelli, Niguarda, San Carlo, San Paolo, Istituti clinici di perfezionamento e IRRCCS Istituto nazionale dei Tumori. I vent?anni di storia dell?associazione, inoltre, sono un esempio di sinergia tra sanità pubblica e privato non profit. Sono state poi presentate le ultime iniziative realizzate: dall?evento ?Fischi da applausi? che ha visto gli arbitri lombardi dell?Aia lasciare il loro rimborso spese a favore dell?associazione, oltre 23mila euro che sono stati utilizzati per garantire l?assistenza nei weekend e durante i periodi festivi agli spot che hanno visto protagonista Meneghin. Il presidente regionale dell?Aia Roberto del Bo ha annunciato che anche quest?anno i 4mila associati proseguiranno nell?impegno «abbiamo dimostrato come gli arbitri di calcio dilettanti siano guidati da alti valori, sono loro che ogni weekend garantiscono lo svolgimento delle attività dal settore giovanile ai dilettanti», ha ricordato del Bo. Per Dino Meneghin che si è avvicinato all?associazione dopo aver vissuto l?esperienza della malattia di un familiare e che di Una mano alla vita onlus è socio onorario ha sottolineato l?importanza dell?azione dei volontari e dei medici che in questi venti anni non solo hanno seguito 4mila malati, ma anche alleviato tutti i familiari «Io arrivo dallo sport di squadra», ha ricordato il campione di basket «i miei complimenti vanno a chi partecipa attivamente ? i medici e i volontari – ci vuole sempre un allenatore. Io sono il magazziniere e il Grassia è il custode del palazzotto». Grassia, presidente del Coni Milano ha sottolineato l?alto valore di civiltà testimoniato dal volontariato e ha ricordato come a livello locale il Coni collaborerà in modo particolare con Una mano alla vita e l?Avis. Durante l’incontro in Regione è stato anche presentato l’ultimo spot con Dino Meneghin che si chiude con uno slogan che ben sintetizza l’operato dell’associazione: «Noi di una mano alla vita, diamo molto di più di una mano». Info: email


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