Ursula Barzaghi, nel 1987, dopo aver scoperto la sieropositività di suo figlio Enrico (scomparso poi nel gennaio ?90) ha cominciato un?intensa attività a sostegno della lotta contro l?Aids. In questi giorni l?editore Tea ha ridato alle stampe il suo bellissimo diario di battaglia e d?amore, ?Senza vergogna?. L?ultimo capitolo è stato scritto quest?anno, a Ursula abbiamo chiesto di poterlo in parte anticipare in questo numero dedicato alla Giornata mondiale per la lotta all?Aids. (R. B.)
Negli ultimi tempi mi sono occupata di prevenzione nelle scuole e questa è diventata la mia attività principale. Sono stati gli stessi studenti a suggerirmi la necessità di elaborare una strategia efficace per creare più interesse nei giovani affinché accettino l?offerta di informazione esistente. Sebbene si supponga che ormai tutti sappiano come proteggersi dal virus dell?Aids, la disponibilità a cambiare i propri comportamenti non si è ancora sufficientemente affermata. Il romanticismo giovanile lascia spesso poco spazio alla razionalità e forse siamo stati un po? precipitosi nel promuovere l?uso del preservativo senza prima aver messo i nostri ragazzi nelle condizioni di riconoscere il rischio personale. Sarebbe stato opportuno operare con più determinazione per demolire i preconcetti e le paure non giustificate e per rafforzare la solidarietà con le persone sieropositive: la prevenzione può avere successo soltanto in un clima di diffusa fiducia. Purtroppo i tanti errori compiuti un po? da tutti e amplificati dagli organi ufficiali di informazione, hanno confinato le persone con Hiv in un silenzio difensivo. E lì sono state lasciate!
L?Aids è stata un?occasione ghiotta offerta ai ferventi perbenisti per chiudere la bocca a una minoranza che cominciava a far sentire le proprie ragioni. Sebbene proprio gli omosessuali fossero stati i primi ad affrontare i problemi umani e sociali che l?Aids aveva sollevato. È stato un vero e proprio depistaggio dell?informazione il non aver preso in considerazione fin dall?inizio i dati mondiali sull?andamento dell?epidemia. Diversamente, oggi sapremmo quante sono realmente in Italia le persone sieropositive eterosessuali e non dedite alla droga.
Era così difficile da prevedere che in Italia i tossicodipendenti e gli omosessuali non rappresentavano che un?avanguardia caduta vittima di un virus per nulla ?razzista?? Lo stile di vita nella società di oggi consente una così vasta gamma di rapporti sessuali poco sicuri che sarebbe stato più corretto parlare di una sola ?categoria a rischio?: quella delle persone sessualmente attive!
Era proprio necessario sorridere quando qualcuno in buona fede, tra le tante misure preventive, proponeva anche la fedeltà? La mia esperienza mi induce a pensare che, almeno a breve termine, non sarà la scienza a fermare l?Aids, ma saranno le donne e gli uomini a riuscirci, con il loro comportamento.
Ursula Barzaghi
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