Volontariato

Riuscirà la politica a salvare le religioni?

L'era dei fanatismi /Intervista a Emilio Gentile, storico

di Sara De Carli

La jihad delle vignette, atto secondo. È «oppio per oppio», come ha titolato il Manifesto? O invece l?elemento nuovo, e più preoccupante, è quello che si rincorre negli editoriali di questi giorni? Angelo Panebianco e Magdi Allam sul Corriere della sera, Enzo Bettiza su la Stampa parlano di un «introvabile Islam moderato». Ci si stupisce cioè della reazioni politiche e diplomatiche di paesi che siamo soliti definire moderati e che invece si rivelano, forse, bifronti: Egitto, Marocco, Malesia, Indonesia, persino la Turchia. Reazioni che hanno – citiamo testualmente – «ferito e indignato» Mohand Alili, rettore della moschea di Marsiglia: «Sono illogiche le reazioni politiche a un discorso di fede. Siamo di fronte a manipolazioni ciniche del sentimento popolare». Giriamo la questione a Emilio Gentile, docente di Storia contemporanea alla Sapienza, che ha appena scritto La democrazia di Dio (edizioni Laterza). Vita: Professore, anche lei è stupito da questa massiccia reazione politica a una questione religiosa? Emilio Gentile: Ormai c?è una tendenza sempre più frequente anche nel mondo occidentale, e negli Stati Uniti in particolare, a politicizzare la religione, trasformandola nemmeno in una religione civile ma in una vera e propria religione politica. Questo è il dramma in cui vive l?umanità all?inizio del XXI secolo, non è un problema solo dell?Islam o solo degli Stati Uniti: bisogna evitare che ci sia un?alleanza fra politica e religione ai danni della libertà dell?individuo. Mi stupisce, piuttosto, che l?Islam reagisca in modo violento per protestare contro le accuse di violenza che l?Occidente gli rivolge: è un paradosso. Per quanto comprensibili emotivamente, questi atteggiamenti si rivoltano contro l?Islam stesso. Vita: La politica questo dovrebbe saperlo. Gentile: Purtroppo oggi viviamo in una società di massa, dove le pressioni irrazionali delle masse, spontanee o manovrate che siano, hanno un?influenza sulla politica. Il vero problema del nostro tempo è quello di capire fino a che punto i politici saranno capaci di mantenere una capacità di controllo o quanto invece queste spinte irrazionali arriveranno a influenzare la politica, spingendo gli estremisti ad avere il sopravvento sui politici moderati. In realtà mi sembra che la Turchia abbia già dimostrato come a livello politico vi sia la capacità di controllare le emozioni della folla, dichiarando la totale disponibilità a non modificare il calendario previsto per la visita del Papa. La politica è continua ricerca di compromesso, per la dislocazione delle risorse, l?esercizio dell?autorità, il monopolio della forza: rivestita di abiti religiosi, la politica diventa spazio di scontro fra assoluti e non trova più spazio per il compromesso. A danno della democrazia. Vita: Come giudica la politica estera di Benedetto XVI? Gentile: La Chiesa cattolica vive il dramma di essere tirata da più parti, da chi pretende che il cattolicesimo sia ragione di identità nazionale: ma l?identità è necessariamente particolare, mentre il cattolicesimo è universale. Sono in tanti a rivolgersi alla Chiesa, e parlare un solo linguaggio con tutti questi Stati, realtà, istituzioni, è difficilissimo. Altre religioni questo problema non ce l?hanno, o perché si sono già nazionalizzate o perché non si sono mai poste il problema della separazione dalla militanza politica. Io credo che quando una religione si nazionalizza perde qualcosa, è snaturata: il dare a Cesare quel che è di Cesare non è la proclamazione ante litteram della separazione fra Stato e Chiesa, ma l?avvertimento a proteggere la religione dalle ambizioni di Cesare. Questo vale per il Cattolicesimo come per l?Islam. Quando si cerca di distinguere fra Islam moderato e Islam estremistico, in realtà si fa riferimento a un Islam che vuole essere religione universale e un Islam che vuole essere militanza politica, e quindi coincidere con una composizione politica o geografica. Però io non vedo come la presunta nazione musulmana possa tenere insieme l?Indonesia, la Turchia e l?Arabia Saudita? Vita: Qual è la strada attraverso cui le democrazie possono uscire da questo pantano mischiato di religione? Gentile: Una via che si è dimostrata efficace è quella degli Stati Uniti: una chiara e costante separazione fra lo Stato e la Chiesa, in modo che nessuna fede possa essere privilegiata dalle istituzioni statali a danno delle altre religione, e allo stesso tempo piena libertà del discorso religioso nella vita pubblica, garantendo a tutte le fedi la libertà di esprimersi. Anche se persino lì le cose stanno cambiando. Finora in America c?è stata una religione civile, con un Dio senza attributi, un ?Dio d?America?, che nessuno poteva sequestrare e in cui tutti potevano riconoscersi. È quello dei dollari, di «In God we trust», e non si è mai sentito di un musulmano che protesti per quella frase. Adesso invece vogliono trasformare questa religione civile in una religione politica, dove un partito si arroga il monopolio della religione civile, come sta facendo il partito repubblicano: chi non è con Bush è contro Dio, e quindi contro l?America.


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