Sostenibilità

Legambiente: allarme uranio in Lombardia

La società mineraria australiana Metex Resources ha annunciato di aver fatto domanda per la concessione di estrazione di uranio in Val Seriana: lo denuncia Legambiente.

di Redazione

Allarme uranio in Lombardia: la società mineraria australiana Metex Resources ha annunciato di aver fatto domanda per la concessione di estrazione di uranio in una zona di 300 ettari a Novazza (a Valgoglio, provincia di Bergamo), in Val Seriana a 85 chilometri a nord est di Milano. La denuncia arriva da Legambiente, messa a conoscenza del progetto da un comunicato della stessa società mineraria, diffuso alla stampa australiana all?inizio della settimana. ?E? scandaloso che i cittadini non siano ancora stati informati di questo progetto ? commenta Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – che la Regione conosce, poiché le è già stata girata la domanda dal ministero per il parere di legge. Sarebbe stato doveroso che la comunicazione arrivasse a tutti noi anche per vie diverse dalla stampa australiana?. La Regione Lombardia attraverso un portavoce ha riferito che la giunta sta valutando il progetto per esprimere il proprio parere. Legambiente è contraria a questa concessione indirà un?assemblea in Val Seriana entro la prossima settimana. La Metex dice di aver presentato una domanda per assicurarsi il 100% della sfruttamento della miniera di uranio di Novazza. Il Novazza Uranium Project, questo il nome, riguarda 870.000 tonnellate di materiale da estrarre per ricavare 1.300 tonnellate di ossido di uranio, per un valore totale in situ di circa 120 milioni di euro. L?inizio del lavoro sul campo sarebbe previsto per la primavera del 2007, dopo una fase di informatizzazione dei dati esistenti. I progetti per esplorare la zona sono bastati per far crescere questa settimana il titolo Metex dell’11%. ?Della miniera di uranio a Novazza, dopo la scoperta nel dopoguerra ? spiega Andrea Poggio, presidente di Legambiente Lombardia – si è parlato molto negli anni Settanta, all’epoca dei piani nucleari, poi abbandonati, del governo italiano. Se se ne torna a parlare ora, nonostante la relativa povertà del giacimento, è solo per motivi speculativi: tra il 2000 e il 2005 il prezzo internazionale dell’uranio è quasi triplicato?. La richiesta globale di uranio è infatti cresciuta con 28 nuovi reattori in costruzione oltre ai 442 esistenti i prezzi dell’uranio sono quasi raddoppiati negli ultimi 12 mesi> a 52 dollari la libbra. L?uranio non si commercializza infatti nei ?mercati aperti?, come si fa per le altre materie prime, ma venditori e compratori contrattano privatamente e l?aumento di prezzo è determinato in buona parte dall’ingresso di speculatori nel mercato e dalle aspettative di crescita del consumo nei mercati asiatici.. Secondo Legambiente il progetto presenta due pericoli principali: il rischio di una contaminazione radioattiva della valle attraverso la pioggia e le sorgenti montane, il pericolo di diffusione del gas radioattivo radon che si sprigiona durante i lavori di estrazione mineraria. “Non intendiamo provare ad andare lì lasciando un grosso impatto nella regione, faremo tutto con discrezione” – ha affermato Ian Walker, capo della Metex Resources. “Questo progetto è importante: è una fonte esistente di uranio localizzata relativamente vicino a una delle regioni europee più industrializzate” – ha aggiunto. ?L?estrazione dell?uranio comporta forti pericoli sanitari per i lavoratori e forti pericoli ambientali ? replica Della Seta. I principali danni sanitari sono causati dal radon, un gas radioattivo, prodotto dal decadimento dell’uranio, ma la presenza di elementi radioattivi nel minerale sono in grado di contaminare l’ambiente anche a chilometri di distanza. Inoltre ? conclude il presidente di Legambiente ? non vorremmo che questo insensato progetto fosse visto da qualcuno come una premessa per tornare al nucleare?.


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