Non profit

Non autosufficienza, fondi dalle lotterie

Alzheimer/ Era uno dei punti del programma dell’Unione. E ora Giorgio Benvenuto, presidente della Commissione Finanze, vigila: «Le risorse? Vi spiego dove le troveremo»

di Maurizio Regosa

Fra coloro che da tempo si battono per l?istituzione del Fondo per la non autosufficienza circola una battuta cattivella: «Tremonti non c?è più, forse stavolta ce la facciamo?». Non hanno dimenticato ?quella? volta, quando Giulio bloccò tutto per non dover annunciare nuove tasse. Come se il problema dei contributi non sia da collegare all?uso che se ne fa: «Nessuno sarebbe contrario a pagare più tasse a favore di chi non ha assolutamente niente. Oggi si sopravvive con artificio nel settore non autosufficienza», osserva Gianni Gelmuzzi, direttore di Oltre noi la vita. Tremonti non è più al governo, ma nulla è scontato. I conti sono lì. La Commissione europea pure. Qualcuno prefigura assalti selvaggi alla Finanziaria, con il flemmatico Padoa Schioppa nel ruolo che fu di John Wayne in Ombre rosse. Né mancano, sull?economia, posizioni diverse all?interno della maggioranza. Insomma, senatore Giorgio Benvenuto, presidente della sesta Commissione permanente, ce la farà il governo Prodi? «Il fondo deve essere presente in Finanziaria o comunque nella legge delega sulle pensioni. C?è un impegno preciso nel programma, una battaglia fatta quando eravamo all?opposizione, una proposta di legge di iniziativa popolare con 600mila firme raccolte dai tre sindacati dei pensionati, depositata alla fine della precedente legislatura». Che non si limiti però solo a una razionalizzazione delle risorse già a disposizione… «Questo l?hanno fatto anche le Regioni. È utile, ma il passo che fa la differenza è una raccolta di risorse aggiuntive», afferma Carlo Hanau, vicepresidente Fish, che spiega: «Il fondo dovrebbe coprire la spesa supplementare necessaria, individuando modalità di compartecipazione, ad esempio tramite l?indennità di accompagnamento». Nuove risorse. Ma dove trovarle? «Fra le ipotesi», risponde Benvenuto, «ci sono le entrate non riscosse, i premi non reclamati delle lotterie, i fondi dormienti; c?è il ricorso a un intervento di solidarietà e alle maggiori entrate provenienti dall?evasione fiscale. Il fondo, alimentato a livello nazionale, dovrà avere un?articolazione territoriale che si occupi anche del monitoraggio per non far esplodere i costi e che coinvolga onlus e volontariato, il cui apporto va assolutamente valorizzato». Un circolo virtuoso si sostituirebbe, finalmente, a uno vizioso. Ma non sarà troppo facile? Ad esempio usare risorse derivanti dalla lotta all?evasione non allungherà i tempi? «Possono essere abbastanza rapidi», ribatte Benvenuto. «Per esempio si stanno testando i condoni del precedente governo, mai controllati nel merito e congegnati in modo che per ottenere il beneficio era sufficiente pagare la prima rata. Molti infatti non hanno pagato quelle successive. L?attuale maggioranza sta puntando sul contrasto all?evasione fiscale, sulla riduzione dell?elusione fiscale. Le misure che stiamo assumendo sono destinate a dare buoni risultati e crescenti nel prossimo e negli anni a venire. L?ex ministero delle Finanze ha una struttura informatica eccellente. Ora c?è la volontà politica di usarla. Senza contare i risultati che possono derivare dall?incrocio, che si sta facendo, delle diverse banche dati». Staremo a vedere. Entro fine mese sarà presentata la Finanziaria e si dovrebbero conoscere le scelte del governo. Decisioni che, in tema di non autosufficienza, potrebbero significare che si vuole puntare a un nuovo metodo: uscire dall?ottica dell?emergenza.


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