Non profit

Scuola e solidarietà: qui il matrimonio è riuscito

Da Belluno a Palermo, sono sempre di più le associazioni che entrano nei piani di offerta formativa. Un fenomeno in crescita con mille frecce al suo arco

di Stefano Arduini

Volontariato e scuola. Da normali sconosciuti a perfetti compagni di banco. Con reciproca soddisfazione. Da una parte per il mondo dell?insegnamento che grazie alla sponda delle associazioni ammaina la bandiera dell??educazione civica? per innalzare quella dell??azione civica?, «perché la domanda di relazioni di questi ragazzi è altissima, ma spesso rimane soffocata», nota Carla Puglia, che con gli studenti del liceo scientifico Copernico di Napoli è stata una delle prime insegnanti d?Italia ad aderire al progetto Ceas – Cittadinanza europea attiva e solidale promosso dall?Agenzia per le onlus. Su questo terreno però anche la galassia della solidarietà ha molto da guadagnare: a livello di promozione culturale, ma anche dal punto di vista del reclutamento di giovani forze.

Un viaggio, quello alla scoperta di alcune fra le più innovative esperienze di volontariato a scuola, che non può non partire da Milano. Ma che poi inevitabilmente va toccare gli estremi del paese. Dalla frontiera di Brancaccio nella turbolenta Palermo, dove l?eredità di don Pino Puglisi ormai contamina l?offerta formativa di tutte le scuole di un quartiere di 8mila abitanti, fino a raggiungere la ricca e isolata Biella, dove il Csv – Centro servizi per il volontariato si è trasformato in un formidabile trampolino di promozione di solidarietà fra i banchi di scuola.

Scoppia la scintilla
Milano, dunque. La scintilla si è accesa nel 1999 quando all?Agnesi, un ex istituto magistrale frequentato da 1.300 studenti, quasi tutte donne, il preside Giovanni Gaglio ha inaugurato il primo sportello provinciale per la diffusione del volontariato. Risultato? L?ultimo sondaggio, che risale allo scorso giugno, rileva come ormai il 50% degli studenti stia svolgendo attività di volontariato «molti anche attraverso canali propri», nota con soddisfazione la referente del progetto, Claudia Gariboldi. La vetrina solidale dell?Agnesi, nel frattempo, si è sempre più arricchita. «Abbiamo scelto di impegnare i nostri ragazzi, alcuni dei quali arrivano da zone difficili dell?hinterland, sul fronte della lotta al drop out». In che modo? Risponde ancora la Gariboldi: «Attraverso la firma di protocolli d?intesa con cooperative sociali del territorio, ma anche con scuole elementari di frontiera dove le nostre studentesse per due ore la settimana affiancano le maestre nell?insegnamento dell?italiano agli stranieri o nell?assistenza ai disabili».

Sette anni dopo, l?Agnesi ha fatto scuola. Proprio nell?istituto del preside Gaglio la professoressa Nives Biringhelli dal 2002 gestisce lo sportello regionale Scuola volontariato e negli istituti della Lombardia ormai funzionano 13 sportelli provinciali.

Se a Milano è stata la scuola ad aprirsi al volontariato, a Roma, grazie a un?intuizione della Focsiv, la più importante federazione di ong cristiane, è stato l?associazionismo a bussare alla porta degli insegnanti. Volano dell?iniziativa: un progetto di servizio civile volontario «a cui hanno partecipato quattro nostre volontarie», spiega Cecilia Dall?Oglio, «che durante i 12 mesi di attività hanno inaugurato nelle scuole del circondario diversi Punti volontariato promuovendo la nostra attività e quella del Ceas». Un?esperienza pilota che però quest?anno non si è ripetuta: «Purtroppo, causa mancanza fondi, siamo ancora fermi al palo». Prosegue invece a furor di popolo l?attività del Centro Padre Nostro fondato a Palermo da don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre di 13 anni fa. L?associazione da anni partecipa a pieno titolo alla stesura dei programmi dell?offerta formativa delle cinque scuole del quartiere. Il segreto risiede nell?attività stessa del Centro. In un contesto come quello di Brancaccio, animare centri ludici per i minori, gestire case famiglia per i bimbi maltrattati, centri educativi per anziani, ma anche distribuire cibo alle famiglie indigenti («tutte attività a cui partecipano anche i nostri studenti volontari», rileva il responsabile, Maurizio Artale) comporta una conoscenza del tessuto sociale che rende naturale la connessione con le scuole del quartiere.

I Csv nel motore
Ad oliare il motore infine non potevano mancare i Centri di servizio al volontariato. Qualche esempio? Biella, dove dal 1990 gli studenti delle scuole superiori frequentano stage estivi promossi dal Csv presso le associazioni locali. Ma anche Belluno: qui il Csv, assieme all?associazione Consultorio familiare, all?interno dello sportello Scuola volontariato quest?anno presenterà Crisalide, «un corso di educazione all?affettività e alla sessualità centrato sulla persona, pensato per i ragazzi dalla quinta elementare alle scuole superiori», annuncia il referente Paolo Capraro. Per finire, il Csv di Mantova, il cui lavoro sulla scuola è un modello riconosciuto per i colleghi di tutta Italia. Questi i dati: dalla fine del 2004 ad oggi si sono svolti in classe 175 incontri di promozione del volontariato e dopo i primi tre mesi di attività 22 studenti erano già stati inseriti all?interno di realtà di volontariato. Ciliegina sulla torta: l?inaugurazione della collana Scuola e volontariato, che ad oggi conta cinque quaderni ad uso e consumo di insegnanti, alunni e associazioni.

  • Info: www.progettoceas.org
  • Nessuno ti regala niente, noi sì

    Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.