Cultura

Africa: Pezzotta a Prodi, meno egoismi sulla Finanziaria

Oggi su Europa la lettera appello che riportiamo integralmente: "Mi aspetto che lei e il suo Governo che sta facendo un grande sforzo nel Vicino Oriente, faccia altrettanto per la cooperazione con i

di Redazione

Sig. Presidente, mi scuso con lei se ricorro alle pagine di un quotidiano per manifestarle alcune mie preoccupazioni. Mi spinge in questa direzione la conoscenza delle sue sensibilità e sono certo di avere una risposta. In questi giorni si sta discutendo della Finanziaria 2007, i giornali e le TV ne pongono l?accento sui diversi aspetti economici e politici, le forze politiche esprimono pareri e valutazioni, non sempre concordanti nemmeno nella stessa maggioranza, i sindacati manifestano forti preoccupazioni e gli imprenditori chiedono misure a sostegno delle imprese. Il nostro Paese ha sicuramente la necessità di affrontare con determinazione e con rigore i problemi della sua economia e del ritardo d?innovazione e modernizzazione che ha accumulato. Come lei sa molto meglio di me il rigore non è sinonimo di sacrifici, ma è un agire secondo le strette leggi della giustizia, dell?equità, della convenienza e del bene comune. E? rigore combattere gli abusi, gli interessi corporativi, le rendite di posizione e agire secondo il principio di responsabilità, soprattutto nei confronti delle generazioni future e dei più poveri. Il ministro dell?economia ha affermato recentemente che, per rispettare i parametri concordati con l?Unione Europea e mettere alcune risorse a favore dello sviluppo, serve una manovra di circa 30 milioni d?euro. Per mettere euro su euro e arrivare a questa cifra si pensa di intervenire su una serie di voci di spesa. Non voglio entrare nel merito di queste questioni su cui è aperto un confronto con le parti sociali che spero porti a soluzioni condivise. Quello che le vorrei sottoporre è che in questa situazione in cui si stanno muovendo un po? tutti in difesa dei propri interessi particolari, ci si dimentichi ancora una volta gli aiuti ai Paesi più poveri. Le vorrei lanciare un appello: non si taglino, ma si aumentino le risorse per la cooperazione internazionale e gli aiuti ai paesi poveri; si colga l?occasione della finanziaria per evidenziare e definire con rigore una politica d?intervento nei confronti dei Paesi Africani, magari individuando e prendendo in carico un tema specifico su cui investire risorse e attenzione Non dobbiamo ne possiamo essere avari. Spero che questo Governo sia più sensibile ai problemi che più volte con le Organizzazioni Non Governative e il volontariato internazionale abbiamo sollevato circa il rapporto tra il nostro Paese, l?Europa e i Paesi Africani. Da tempo sosteniamo la necessità di un rapporto strategico con l?Africa. Le iniziative che in questi anni abbiamo messo in campo e soprattutto Italia-Africa, realizzata con il comune di Roma, le associazioni di volontariato, i sindacati confederali e tante altre forze non possono restare senza risposte. In questi tempi sono chiamato in molte parti d?Italia a discutere, ad incontrare, ad ascoltare associazioni e cittadini che vogliono coinvolgersi e coinvolgere su iniziative di cooperazione, di relazione, d?aiuto e d?amicizia con l?Africa. Fuori dai palazzi, nella società civile e tra le persone c?è una crescita di sensibilità che non possiamo disperdere e che chi ci governa è chiamato ad ascoltare. Ogni giorno che passa sempre più si evidenzia la necessità politica di una relazione vera con il continente africano per cercare di combattere le sue debolezze, come la fame, la miseria, le malattie e l?analfabetismo, ma anche e soprattutto per valorizzare la sue ricchezze umane e culturali. Il nostro è il Paese meno generoso negli aiuti a questo continente della fame e della miseria. Non possiamo limitarci a piangere o a fare i titoloni sui giornali, perché in una notte, mentre noi eravamo al mare, sulle nostre belle spiagge, una processione d?imbarcazioni sgangherate messe in mare da criminali, cariche di centinaia di persone, di donne e bambini, lascia le coste dell?Africa e tenta di attraversare il Mediterraneo e quando gli va bene riescono, non tutti, a sbarcare sulle nostre isole. Non sono turisti, ma persone che cercano di sfuggire alla fame, alla miseria o, come in molti casi di queste settimane, alla guerra. Poi ci sono tra noi quelli che si scandalizzano, che non li vorrebbero e che li rimanderebbe tutti indietro. Rendiamoci conto che, come ha recentemente scritto un insigne economista come Mario Deaglio, ai tassi di crescita attuali, non bastano trecento anni perché il reddito medio per abitante dei Paesi dell?Africa sub-sahariana raggiunga l?attuale reddito medio per abitante dell?Europa Occidentale: trecento anni !!!. E cosi partono, e danno fondo ai pochi soldi che hanno di cui lucrano i nuovi commercianti di carne umana della criminalità organizzata per potersi ?infilare? o ?infilare? un proprio figlio, sorella o fratello, sulla ?carretta del mare? in cerca di un modo diverso di vivere. Fino a quando possiamo pensare che i nostri gommoni da vacanzieri s?incrocino con quelli della disperazione. Affrontare i problemi dell?Africa è urgente, occorre che l?Italia e l?Europa si diano una mossa. Mi aspetto che lei e il suo Governo che sta facendo un grande sforzo nel Vicino Oriente, faccia altrettanto per la cooperazione con i paesi Africani. La pace non la s?impone con le armi, ma con lo sviluppo. La forza può separare i contendenti, lo sviluppo, la crescita e livelli di vita dignitosi unificano. Mi aspetto che il nostro Governo sia su questo terreno più attento di quelli precedenti. Una disattenzione sarebbe colpevole, lo sarebbe perché si sa che ora ci sono le risorse umane per vincere la miseria. Oggi si possono superare quegli ostacoli che fino ad ieri sembravano insormontabili. Possediamo tecnologie che riducono le distanze che possono rompere l?isolamento, l?agricoltura ha fatto passi in avanti e l?irrigazione non risente più di grandi quantità d?acqua, i fertilizzanti sono sempre meno costosi. Le tecnologie mediche si sono specializzate e fatte più leggere, i farmaci possono essere messi a disposizione; le nuove tecnologie della comunicazione possono favorire processi e cambiamenti fino ad ieri impensabili. Convinto della sua attenzione e contando sulla sua sensibilità, cordialmente la saluto. Savino Pezzotta

Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA

Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.