Mondo

Darfur: l’Onu condanna la morte di un operatore umanitario

Si tratta di un'infermiera dell'ong International Rescue Committee (Irc), la dodicesima operatrice umanitaria uccisa dal mese di maggio

di Joshua Massarenti

L’Onu ha condannato duramente ieri la morte di un’operatrice umanitaria rimasta vittima di uno scontro a fuoco l’8 settembre scorso a Hashaba, circa 100 chilometri a nord di El Fasher, nel Darfur settentrionale. Lo rende l’agenzia di stampa cinese Xinhuanet. In forza all’ong americana International Rescue Committee (Irc), la vittima, un’infermiera sudanese di 37 anni, era attiva in un centro medico di Hashaba. “Non sappiamo chi è l’autore” ha dichiarato Rebecca Dale, adviser di Irc a Khartoum. “Tutto quello sappiamo è che l’incidente è avventuo nel corso di scontri armati”.

Con questa tragedia, il bilancio degli operatori umanitari uccisi in Darfur è salito a 12 vittime. Al pari di molte altre ong presenti in questa regione martoriata dalla guerra civile, “Irc è molto preoccupata dell’aumento pericoloso dell’insicurezza e facciamo tutto il possibile per garantire i servizi alle popolazioni colpite dal conflitto”.

Unico attore umanitario presente a Hashaba, le autorità locali hanno vietato a Irc l’accesso in un’area dove si calcola che 85mila persone necessitano di aiuti umanitari. Per via dell’instabilità, l’ong americana aveva chiesto alle parti conflitto “di porre fine alle persecuzioni contro i civili e gli operatori umanitari”.

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