Volontariato

Gardaland: emozioni forti e poco divertimento

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Carmen Morrone

Mi chiamo Alessandro Mosconi, ho 47 anni, e sono padre di un ragazzo down di 18 anni, di un ragazzo di 15 anni con problemi psico-motori (in carrozzina) e di una bimba di quasi sei anni. Con la mia famiglia decidiamo di andare a Gardaland nella giornata di sabato due settembre 2006. Arrivati al parco, ci rechiamo alle casse dove, con grande sorpresa, ci sentiamo dire che lì possiamo fare solamente il biglietto per la piccola di sei anni, mentre per i ragazzi disabili e noi genitori (accompagnatori) dovremo recarci presso l?entrata del parco? acconsentiamo, un po? stupiti. All?ingresso, dopo essere arrivati alle casse con un percorso di circa 300m dal parcheggio per pagare il biglietto per i ?normodotati?, finalmente ci vengono fatti i biglietti di ingresso per i nostri due figli disabili e per noi genitori-accompagnatori, e solo allora ci viene consegnato un volantino con le ?Informazioni per ospiti con disabilità?, contenente fondamentalmente il regolamento di accesso alle attrazioni. Tale volantino, infatti, non è visibile sul sito intenet del parco nè presso il punto informazioni presente appena fuori dai parcheggi. Un?ulteriore piccola sorpresa: non si può pagare se non in contanti, perché dove si fanno i biglietti per i disabili non c?è POS. Quando chiedo dopo aver letto l?opuscolo (non mi viene detto che potevo chiederlo) se posso avere i ?pass ospite? per accedere alle attrazioni con il figlio in carrozzina senza l?attesa in coda, mi viene risposto che lo devo chiedere in direzione (e fanno già tre ?sportelli? ? quando una persona ?normale? se la cava con uno solo!)? che troverò lungo il percorso di accesso al parco? e qui la prima ?perla?: la direzione ? è in un edificio non accessibile, raggiungibile attraverso una lunga scalinata (direi almeno 20 gradini e 5m di dislivello ? senza alcun montascale o rampa di accesso dall?interno del parco), e la cosa al momento mi sembra solo assolutamente ridicola, e mi strappa il solito sorriso disilluso che troppo spesso sono costretto a fare in molte circostanze, ma non mi ?disturba? più di tanto, visto che io posso agevolmente salire quelle inaccessibili scale. Arrivato in direzione ? il massimo: con una maleducazione che può avere riscontro solo in una persona non adatta al contatto con il pubblico, alla mia richiesta dei pass, dietro presentazione dei biglietti che mi sono stati staccati all?ingresso da chi naturalmente ha già ?controllato? i miei figli e dei tesserini di invalidità, che mostro anche a lei? mi viene chiesto di presentarmi con il figlio in carrozzina!!! (?perché c?è tanta gente disonesta in giro!?). Rido alla richiesta? non riesco a crederci ? faccio presente l?inaccessibilità del luogo ? il figlio è sotto la scalinata, non visibile dagli uffici ?quando mi rendo conto che l?impiegata di Direzione non sta affatto scherzando? comincio ad alterarmi, e la persona allora attende l?arrivo di una collega, per mandarla a ?controllare il figlio del signore, se è veramente in carrozzina!?? Invito voi tutti a pensare il misto di rabbia e di umiliazione ? con cui mi appresto ad entrare nel ?Parco dei Divertimenti?, una volta uscito dalla Direzione. Da qui in poi ? è tutta una escalation? di amare sorprese (a parte qualche innegabile gentilezza, legata sicuramente più all?iniziativa personale di qualche addetto che non alla reale politica di supporto praticata all?interno del parco). Con le ?scuse? di sicurezza e salvaguardia della salute dei miei figli, ci viene come da regolamento impedito l?ingresso in quasi tutte le attrazioni ?significative? per due ragazzi di 18 e 15 anni, che in posti come questo cercano, come tutti, un po? di divertimento ed emozioni artificiali. Se volessi andare con tutta la famiglia in una attrazione ? da opuscolo potrei ?godere? insieme a loro di ?quasi? tutte (non tutte ? incredibile vero?!) le attrazioni adatte ai bambini (?fantasia?), dove però il figlio down diciottenne non potrebbe salire né su ?Flying Island? (una delle sole tre attrazioni accessibili in carrozzina dell?intero parco), né sulla ?monorotaia? (trenino che viaggia a tre km all?ora a ben tre-quattro m di altezza dal suolo!!!) né su ?Kaffeetassen? (le classiche ?Tazze?) ? D?altra parte, il figlio quindicenne in carrozzina ha degli accessi ancora più ridotti, anche se dispone dei preziosissimi e sudatissimi ?pass? per entrare senza coda? sì ma dove?! Litigo solo in qualche attrazione dove l?assurdità dei divieti mi sembra più evidente ? ottenendo a volte di riuscire a salire con tutta la famiglia, grazie alla mia insistenza e alle mie minacce, più che alle ragionevolezza delle mie argomentazioni; altre volte, non c?è insistenza che tenga, e veniamo (giustamente da regolamento!) ?respinti?. Decido di salire ?di nascosto? su attrazioni pericolosissime quali ?Ortobruco Tour? (l?innocuo brucomela presente in tutti le giostre di paese) o ?Flying Island?, piattaforma che promette emozioni mozzafiato a 50 m di altezza, vietata a Dario, ragazzo down che a tredici anni aveva già scalato due quattromila nel gruppo del Monte Rosa e che fra poche settimane rappresenterà l?Italia ai Giochi Europei di nuoto per disabili intellettivi, con la motivazione che potrebbe subire turbe mentali e crisi di panico a sentirsi sollevato da terra su una innocua piattaforma girevole, la cui emozione più grande ce l?ha fatta provare quando, arrivati al nostro turno di salita, si è ?rotta? ? ed è rimasta ferma per più di mezz?ora. Un bel cappellino con visiera abbassata sugli occhi a mandorla ci consente quindi l?accesso a qualche attrazione, ma siccome non voglio insegnare a mio figlio ad essere disonesto, decidiamo di utilizzare tale espediente al minimo indispensabile per non rovinargli completamente la giornata. La stessa cosa vale per Simone, 15 anni ma con il fisico di un bambino a causa di una rara patologia genetica, portato in braccio a volte ?passa? su attrazioni ?vietatissime? per lui, come ad esempio il solito ?Bruco? Tra l?altro ? nessuno si sogna di chiedere agli altri utenti ? un certificato che permetta di escludere malattie cardiache e/o altre caratteristiche non ?visibili? che al pari e molto più della disabilità intellettiva o motoria dovrebbero impedire l?accesso alle attrazioni ?vietate? ? quindi è evidente che l?attenzione non è alla persona, ma solo ? all?ìntegrità economica del Parco. Facendo infatti il paragone con altri parchi da noi visitati in passato (come Mirabilandia ed Eurodisney, dove non ci sono limitazioni di accesso particolari, se non in casi estremi) viene spontaneo pensare che una così restrittiva politica di accesso ai disabili sia esclusivamente legata a ragioni di carattere assicurativo e di responsabilità civile e penale. Alla fine della giornata, me ne vado verso casa stanco morto, tutte le ossa ed i muscoli doloranti per la fatica di sollevare mio figlio quindicenne, con una grande rabbia in corpo, una disillusione in più, e soprattutto il dolore di non aver potuto far passare – nonostante l?aver ?lasciato sul campo? più di cento euro – una giornata veramente ?felice? ai miei figli. So che questi problemi sono i meno importanti fra quelli che i miei figli dovranno affrontare nella vita, ma sono fra i pochi che la Società civile, senza ipocrisia e con poco sforzo, potrebbe risolvere. Grido con forza, voce per chi voce non ne ha ? il diritto ad una vita dignitosa e felice per ogni persona. Alessandro Mosconi


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