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Letteratura: morto il premio Nobel Mahfouz

Lo scrittore, primo vincitore arabo del prestigioso riconoscimento internazionale, divenne famoso per il "realismo sociale". Fu perseguitato dai fondamentalisti per il romanzo "Figli di Gebelawi"

di Redazione

Mahfouz, nato nel dicembre del 1911 al Cairo, aveva iniziato a scrivere all’eta’ di 17 anni. E’ stato uno scrittore prolifico: ha pubblicato una trentina di romanzi e un centinaio di racconti. Fatti salvi alcuni anni che seguirono la rivoluzione egiziana del 1952, durante i quali non pubblico’ nuovi testi. Mahfouz esordi’ con alcuni romanzi storici ambientati nell’antico Egitto dei faraoni, scritti, pero’, con un occhio rivolto al presente.

La sua vena migliore, di grande artista del ”realismo sociale”, affiora nel dopoguerra: con ”Vicolo del mortaio”, romanzo del 1947, comincia a dipingere l’umanita’ pittoresca e multiforme delle popolose vie del Cairo. La stessa che esplora nella trilogia composta tra il 1946 e il 1952: ”Tra i due palazzi”, ”Il palazzo del desiderio” e ”La via dello zucchero”. E che ritornera’ con ”Il nostro quartiere”, del 1975. Il romanzo breve ”Il ladro e i cani”, del 1961, esplora una narrazione piu’ sperimentale, con l’uso del monologo e del flash-back. Nel 1959, con i ”Figli di Gebelawi”, Mahfouz allestisce una singolare ”operetta morale” allegorica, al cui centro, benche’ in mentite spoglie, c’e’ la figura di Dio: il romanzo viene censurato in Egitto e apparira’ solo all’estero. In vecchiaia, dopo il cosiddetto ”periodo mistico-metafisico” torna a uno stile documentaristico.
Nel 1994 lo scrittore rimase ferito per mano di un fondamentalista islamico, che voleva ucciderlo per vendicare la blasfemia del suo romanzo ‘Figli di Gebelawi’.

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