Famiglia

Rimini, piccole imprese e grandi distretti

I distretti nella sfida della globalizzazione e della delocalizzazione in un incontro al Meeting di Rimini

di Antonietta Nembri

Da Rimini L?anomalia italiana, ossia la presenza di un numero considerevole di piccole imprese, è nella realtà una grande ricchezza dell?Italia, ?anzi, bisogna incentivare la creazione di imprese, che poi da piccole possono nel tempo anche ingrandirsi. Lo scopo del?impresa non è il profitto ma il costruire?. Raffaello Vignali, presidente della CdO, ha introdotto così l?incontro: L?unione fa la forza: piccole imprese, grandi distretti che si è tenuto questa mattina al Meeting di Rimini. Per Vignali i distretti ?devono evolversi per far fronte alle sfide della delocalizzazione, dell?innovazione, anche attraverso l?utilizzo di servizi finanziari adeguati?. A intervenire su questo tema sono stati: Alberto Quadrio Curzio, preside della Facoltà di Scienze Politiche all?Università Cattolica di Milano; Massimo Calearo, presidente di Federmeccanica; Andrea Cozzolino, assessore alle attività produttive della regione Campania e Gianni Alemanno deputato di An. Primo a prendere la parola Quadrio Curzio che dopo aver concordato con Vignali sull?assoluta importanza delle piccole e medie imprese per il sistema economico italiano, e difeso l?importanza dell?associazione d?impresa, ha affermato che ?per la crescita di una democrazia economica in Italia è necessario che vi siano dei principi fondamentali a cui ispirarsi? Per Quadrio Curzio si tratta del paradigma delle 3 esse, ?solidarietà, sviluppo, sussidiarietà?. Riduttivo il dibattito economico al dualismo tra stato e mercato. Il professor Curzio ha concluso il suo intervento ricordando come ?naturalmente in alcuni settori, come l?energia, il ruolo delle grandi imprese è fondamentale? auspicando quindi che ?grandi imprese, distretti e reti di piccole imprese possano integrarsi per rispondere alle sfide del mercato globale?. Massimo Calearo, presidente di Federmeccanica, ha descritto un caso concreto di nascita e sviluppo di un distretto economico di una ventina di imprese in Slovacchia creato, in collaborazione con altri imprenditori. ?Tutto nasce dall?uomo, dalle sue esigenze, come a me è accaduto rispetto alla nascita di questo distretto. L?attività è partita e si sta sviluppando positivamente anche perché lì è molto forte il legame tra l?azienda, la famiglia e il campanile e si stanno creando rapporti con la comunità locale, che apprezza non solo nuovi posti di lavoro disponibili, ma la possibilità di vedere e imparare nuovi sistemi imprenditoriali?, ha detto Calearo che ha raccontato anche che ?alcuni figli di imprenditori veneti sono venuti in Slovacchia, e stanno creando sistema tra di loro: questa ricchezza deve essere ricostituita anche in Italia, in Veneto dove essi vivono?. Andrea Cozzolino, assessore alle attività produttive della regione Campania, ha raccontato di come, entrando in assessorato, si aspettasse di trovare una stanza piena di leve e bottoni in grado di manovrare la politica economica e lo sviluppo della regione. Ma non era così: la maggior parte dei fondi finanziavano la crisi, imprese senza speranza anziché quelle con prospettive di sviluppo, non esisteva una mappa delle aree industriali libere e abbandonate e le mappe dei distretti non erano aggiornate da anni. Una delle prime misure adottate è consistita nel riformare le modalità di assegnazione dei finanziamenti, puntando di più sulle eccellenze e riducendo i finanziamenti a pioggia. Cozzolino ha richiamato l?esigenza di estendere il concetto di distretto al di là dei confini regionali, la Campania è all?interno di un più vasto sistema con il basso Lazio, la Basilicata e l?alta Calabria, e, rivolgendosi in particolare Gianni Alemanno, membro dell?intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, ha richiamato la necessità di ?più Italia, di una politica che tratti realmente il Mezzogiorno come un?opportunità?. Vignali ha commentato positivamente citando la pubblicità di una compagnia americana che recita ?L?innovazione è negli occhi di chi guarda la realtà?, e ha continuato ?questo vale anche in politica: non vogliamo che non ci sia uno Stato, ma vogliamo uno Stato che faccia le cose che deve fare e non faccia quelle che non deve fare?. Gianni Alemanno, si è augurato che ?la sussidiarietà non rimanga soltanto una parola relegata al mondo non profit, ma possa essere il cuore di una riforma economico istituzionale di cui il nostro Paese ha bisogno?. Alemanno ha ricordato che nel 2010 scatterà tra i Paesi mediterranei, compresa l?Italia, un?area di libero scambio: questo deve essere un obiettivo e al contempo un?occasione da non perdere in particolare per il meridione. Perché poi la nascita dell?area di libero scambio possa realmente portare benefici e benessere, ?è necessario risolvere il conflitto mediorientale?.


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