Sostenibilità

Gli zingari e Tommaso, l’Europa in movimento

Gli zingari e Tommaso: ovvero quanti vivono in uno spazio aperto, e un santo che l'ha girata in lungo e in largo. Sono loro che incarnano l'anima del Vecchio Continente

di Sara De Carli

Il costume tipico europeo? Potete scegliere fra gonnellone colorate, anelli alle orecchie, foulard e un saio bianco e nero. Ovvero tra gli zingari e san Tommaso. Per Philippe Daverio i veri europei sono loro. E per l?inno? Idem. Beethoven è spodestato da Jovanotti. Al posto dell?Inno alla gioia, la colonna sonora dell?Europa dovrebbe essere Muoviti muoviti. Daverio non lo dice, non lo direbbe mai, ma le sue parole portano lì. Perché per lui l?essenza dell?Europa è il movimento. Lui intanto è in campagna, a Tarquinia, in una pausa delle registrazioni delle nuove puntate di Passepartout. Il cellulare stenta a tenere la conversazione. Ballerino – ed europeo – pure lui. Vita: Se Passepartout lo facesse in Europa, qual è il primo posto in cui ci porterebbe? Philippe Daverio: Mmm, non so. Quante puntate abbiamo? Vita: Cominciamo da un posto dove l?europeità fa condensa? Daverio: Allora non ho dubbi: il ponte di Basilea. Lì vicino c?è il più vecchio albergo d?Europa, Les trois rois: sta per festeggiare i mille anni dalla sua fondazione. È una rarità: nello stesso posto, da mille anni, c?è lo stesso albergo. Da mille anni la gente si ferma lì a dormire nei suoi viaggi per attraversare il Reno, cioè per passare dalla parte latina dell?Europa a quella germanica. Ci hanno dormito Enea Silvio Piccolomini, il futuro papa Pio II, che da cardinale faceva l?inviato al Concilio di Basilea, dal 1431 al 1439. E poi Erasmo da Rotterdam, Napoleone, la regina Elisabetta, Pablo Picasso, Thomas Mann. Il ponte sul Reno è in assoluto il punto centrale dell?Europa, perché è un punto di passaggio osmotico fra la latinità e la germanità. Sono questi i luoghi dove la sensazione dell?Europa è fortissima. Vita: Niente Parigi, Berlino, Bruxelles? Daverio: Se vai a Parigi e guardi la Tour Eiffel, senti la pariginità, se vai a Londra sotto il Big Ben capisci cos?è l?Inghilterra? ma l?Europa non c?è. Lì invece, guardando il Reno che scorre potente e inesorabile, senti l?Europa. Perché l?Europa si trova nel Sacro Romano Impero, non nei reami. Quindi è più facile sentirne lo spirito a Dresda, per esempio, o ancora meglio a Meissen, che è il punto più a nord in Europa dove cresce la vigna. Lì si producono anche delle famosissime porcellane, che poi da sempre si vendono al mondo intero. Lo spirito dell?Europa ha a che fare con il commercio. Per questo un altro luogo dove lo si percepisce in modo potentissimo è l?Aja, o Amsterdam, che non a caso è un porto: se uno oggi va al Rijksmuseum di Amsterdam e fa un giro fra quei quadri, capisce che lì sta nascendo la borghesia? E sente l?Europa. Vita: Quali sono oggi le capitali europee della cultura? Daverio: Non ce ne sono più. La capitale della cultura è internet. Oppure le convention. Ogni tanto cioè succede che tutti si incontrano: a Berlino per il Festival del cinema, a Venezia per la Biennale, a Cannes, a Pesaro per il Festival della lirica. Non c?è più il luogo, la nostra è una società che si muove costantemente. Vita: Quindi è d?accordo con Baricco quando dice che la nuova generazione – i barbari – non amano lo spazio ma l?accelerazione, non si muovono in direzione di una meta, perché la loro meta è il movimento? Daverio: Ma no, questo è tipico, appunto, dei barbari. Nella cultura è insita una voglia di movimento, che però non è fine a se stessa. È una necessità del sistema di comunicazione. Vita: Dei tradizionali santuari della cultura europea – i monasteri, le università, i caffè – ce n?è qualcuno che vale ancora la pena di visitare? Daverio: Tutti. Se va a Montecassino, per quanto gli americani abbiano tentato di cancellarla, capisce benissimo cos?era l?Europa del primo Medioevo, dove a dispetto delle difficoltà di movimento, che noi oggi ci immaginiamo, la comunicazione era costante. La Francia quei luoghi li ha cancellati con la Rivoluzione, ma rimane ancora Mont Sant Michel, un simbolo assoluto della ?cristianità movimentata?. Forse il migliore di tutti è Saintes Maries de la Mer, in Camargue, dove ogni anno a fine maggio si radunano gli zingari di tutta Europa per celebrare Sara la Nera, la loro patrona. Gli zingari sono un pezzo vero di Europa, perché non hanno un luogo fisso, vivono costantemente su uno spazio aperto, che copre tutta l?Europa, dalla Spagna all?Ungheria. Vita: Perché insiste tanto su questa idea del movimento? Daverio: L?Europa è nata così. Poi si è fermata per secoli, con gli Stati nazionali, ma ora finalmente sta riprendendo a muoversi. L?uomo europeo per eccellenza è san Tommaso d?Aquino: parla una lingua che tutti capiscono, che era comune a tutti, il latino; insegna fra Parigi, Colonia e Napoli; cammina avanti e indietro per tutto il giorno, si ferma solo la sera e detta i suoi pensieri? san Tommaso è un caso incredibile di Europa. La sua tomba è a Tolosa, ma per cogliere il suo spirito non serve a niente andare lì: perché non c?è un luogo al quale san Tommaso sia legato a doppio filo, e anche questo è significativo. Forse il posto più curioso, che meglio parla di lui, è una piccola cattedra di predicazione, grande come un bidet, appesa sull?angolo della chiesa romanica di santa Maria Nuova a Viterbo, dove ai suoi tempi si era stabilita la curia papale. Vita: L?anno scorso ci ha detto che girando l?Italia siamo un po? tutti senegalesi. E girando l?Europa? Daverio: Torniamo a essere europei, senza fratture fra ciò che siamo e ciò che ci sentiamo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA