Formazione
Quindici libanesi saranno curati in Lombardia
La Regione Lombardia ha dato la sua disponibilità ad accogliere donne e bambini rimasti feriti per la guerra in corso
di Redazione
Un programma urgente di distribuzione di pacchi di emergenza ai civili israeliani e libanesi costretti dai bombardamenti all’esodo dalle loro case è già stato avviato e ora la Regione Lombardia si è resa disponibile ad accogliere nei propri ospedali una qundicina di civili libanesi rimasti feriti a seguito della guerra in corso.
La proposta – avanzata dal presidente Roberto Formigoni e dal sottosegretario alle relazioni internazionali Roberto Ronza al console generale del Libano a Milano, Hassan Najem – è stata prontamente accolta. D’intesa con il ministero degli Esteri italiano, i feriti (si tratterà di donne e bambini) giungeranno appena possibile a Milano con un aereo della Protezione Civile italiana, e da qui
saranno trasferiti nei quattro ospedali che li accoglieranno e dove verranno curati: a Milano il Niguarda, il Sacco e il Buzzi e a Bergamo i “Riuniti”.
Si tratta di strutture che dispongono di reparti di alta specializzazione in traumatologia, cura delle ustioni, chirurgia plastica, infettologia, chirurgia pediatrica.
L’organizzazione sanitaria libanese, ha spiegato il console, riesce malgrado tutto a far fronte alle prime cure dei feriti dai bombardamenti, ma poi spesso non è in grado di garantire adeguatamente le cure successive, e in particolare la riabilitazione. Perciò l’aiuto lombardo al riguardo viene molto apprezzato.
Nel frattempo nel Nord di Israele e nel Sud del Libano le ong Cosvi e Avsi, con il sostegno di organizzazioni non governative locali (Associazione di Terra Santa, Caritas libanese, Fondazione René Mouwad), sono impegnate nel programma di distribuzione di pacchi di emergenza, per il quale il governo regionale lombardo ha già fatto un primo stanziamento di 150mila euro.
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