Cultura

A Reggio Emilia apre un laboratorio non-Ogm

E' Cerealab, voluto dalla Regione, con sede nella Facoltà di Agraria dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Punta tutto su tecnologia di selezione non-OGM

di Redazione

Un laboratorio di ricerca nel campo delle biotecnologie applicate alle cerealicoltura, che punta tutto su tecnologia di selezione non-OGM, nel tentativo di spingere l’acceleratore sulla crescita della competitività e sul trasferimento di know how alle aziende della Regione Emilia Romagna. Si chiama CEREALAB, ed è il laboratorio voluto dalla Regione che avrà sede nella Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia,uno dei centri di attività e studio più all’avanguardia a livello nazionale. Questa dote le è stata riconosciuta anche dalla Regione Emilia Romagna che, come spiega una nota stampa, all’interno del progetto ASTER le ha riservato, per la sezione Agroalimentare, il ruolo di coordinatore di un progetto di grande importanza che cerca una terza via alternativa ai due approcci di cui più spesso abbiamo notizia: quello, da un lato, della modificazione genetica (OGM) dei prodotti e, quello dall’altro, che rifiuta totalmente tale approccio per favorire produzioni biologiche di qualità. CEREALAB, di cui sono partner il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali dell’Università di Bologna e alcune aziende sementiere della Regione, nasce come laboratorio in grado di sviluppare ricerche altamente innovative nel campo delle biotecnologie non-OGM applicate alla costituzione varietale e di trasferire tali conoscenze e il know how alle ditte che operano nell’ambito della cerealicoltura in Regione. In sostanza quello che i 41 ricercatori impegnati nell’attività del laboratorio, portano avanti, è un percorso, ancora poco battuto, di studio alternativo alle pratiche di modificazione genetica degli organismi, definito come ?Marker-Assisted Selection?- MAS (selezione assistita da marcatori) e che, a detta di alcuni esperti (Jeremy Rifkin in testa), può rappresentare la rivoluzione che potrà cancellare le pratiche di modificazione genetica per lasciare il posto a queste tecniche meno invasive. ?La MAS”, ha spiegato il prof. Nicola Pecchioni del Dipartimento di Scienze Agrarie e Coordinatore di CEREALAB, “è ?meglio? degli OGM poiché è effettivamente meno invasiva e ci consente di costituire una nuova varietà che ha in sè ciò che di meglio è già presente naturalmente in una specie. MAS, è una tecnica di analisi genetica che funziona come una ?radiografia?, o meglio come se facessimo un ‘test del DNA’ a tantissime piante. Con la selezione di quelle piante che portano con sé sequenze di DNA innate, associate a geni utili, siamo in grado di accumulare caratteristiche favorevoli senza portarne dall’esterno, cioè senza introdurne da specie anche lontane tramite l’inserimento genico, come invece opera la tecnologia OGM”. “Non bisogna pensare che la MAS sia la soluzione a tutto”, avverte Pecchioni. “Essa ha un limite, quello della potenzialità della specie. Se infatti una specie ha un difetto e nella sua biodiversità addomesticata e selvatica non esiste gene per migliorarla, allora la MAS è inefficace e l’unica via di progresso in tale direzione è quella dell’inserimento di un nuovo gene da un’altra specie che lo possiede, cioè l’uso di OGM?. All’interno dei laboratori CEREALAB i ricercatori hanno prodotto un database che raccoglie i dati di sequenze di DNA, associati a dati di caratteri agronomici utili, al fine di costituire uno strumento di consultazione per chi, come le ditte sementiere, fa le varietà selezionando piante sempre più produttive e con maggiori caratteristiche di qualità e di adattamento all’ambiente. In questo modo si potranno abbinare caratteri utili a sequenze note come marcatori genotipici, e scegliere le piante da cui partire con incroci e selezione. Le ricerche MAS si pongono come una via alternativa alle pratiche di invasività degli OGM, ?senza – ha aggiunto la prof. Rosanna Scipioni, Preside della Facoltà di Agraria, – voler rappresentare una opposizione ideologica a queste?. ?La realizzazione del laboratorio – ha concluso il prof. Anto De Pol, ProRettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – consolida e conferma l’impegno dell’Università di trasferire a Reggio Emilia non solo parte dell’attività di didattica, ma anche importanti filoni di ricerca che si sposano con la vocazione imprenditoriale del territorio?.

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