Mondo

Uganda: Kony chiede “perdono” ai civili

Il leader ribelle ugandese Joseph Kony ha chiesto perdono per le atrocità perpetrate dal suo movimento contro i civili ugandesi e sudanesi

di Joshua Massarenti

Il leader ribelle ugandese dell’Esercito di resistenza del signore (Lra), Joseph Kony, ha chiesto perdono per le atrocità commesse dal suo movimento contro le popolazioni civili. Lo riferisce l’Afp che cita le dichiarazioni rilasciate da Kony a Nabanga, nel Sud Sudan, durante la sua prima conferenza stampa dall’inizio della guerra civile ugandese risalente al 1988. “Con uno spirito di riconciliazione, ha chiesto perdono”. Questo il commento di Obonyo Olweny, il portavoce del Lra, citando le dichiarazioni di Kony nel corso dei negoziati di pace che per la prima volta vedono attorno al tavolo delle trattive il leader ribelle e rappresentanti del regime ugandese di Yoweri Museveni. Presente anche il vicepresidente del sud Sudan Riak Machar. “Kony è stato molto franco” ha commentato un parlamentare sud sudanese, Betty Achan Ogwalo, secondo la quale “la gente era molto felice di sentire il leader del Lra chiedere perdono ai popoli del Nord Uganda e del Sud Sudan”. In vent’anni di conflitto, la guerra nordugandese ha fatto decine di migliaia di morti e provocato lo sfollamento di oltre due milioni di persone. Al di là delle belle parole, ci sono alcune dichiarazioni di Kony che lasciano alquanto perplesse riguardo il suo pentimento e l’interpretazione che ha dei crimini di guerra e crimini contro l’umanità perpetrati ai danni delle popolazioni civili ugandesi e sudanesi (ai quali possiamo aggiungere i congolesi). Circondato da decine di uomini pesantemente armati, Kony ha smentito di aver ricorso a bambini-soldato: “Non posso combattere con dei bambini” ha assicurato in un inglese molto approssimativo, “e non ci sono rapimenti all’interno del Lra”, Ora, è risaputo che nelle file del movimento ribelle ci sono un numero impressionante di bambini-soldato costretti dai loro superiori a compiere i massacri più efferrati del continente africano. Come se non bastasse, il leader del Lra ha affermato che “le atrocità perpetrate in Uganda sono opera del governo ugandese”. Nello stesso tempo, Kony ha rinnovato il suo impegno a voler siglare la pace con le autorità governative e chiesto un cessate il fuoco tra le parti in conflitto. La svolta politica di Kony è in parte dovuta all’annuncio fatto il 4 luglio scorso dal presidente ugandese Museveni, pronto a accordare una “amnestia totale” al capo ribelle qualora sarebbe stato firmato un accordo di pace. Questo nonostante un mandato di cattura internazionale lanciato nell’ottobre 2005 dalla Corte penale internazionale (Cpi), incaricata di perseguire i responsabili di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità nel conflitto del Nord Uganda.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA