Volontariato

“Kill Gil 2”: Gil Rossellini torna a raccontarsi

A Venezia ci sarà la 2a parte di ''Kill Gil'' video-diario nel quale il regista continua il racconto della sua vita dopo la malattia

di Carmen Morrone

Gil Rossellini (figlio indiano del celebre regista Roberto) torna al Lido con la seconda parte del documentario ”Kill Gil”, video-diario nel quale racconta della malattia che alla fine del 2004, dopo un lungo periodo in coma nell’ospedale svedese Karolinska e una lunga serie di dolorose operazioni, lo ha costretto su una sedia a rotelle per il resto della vita. Una condizione impossibile da vivere con dignita’ in Italia, a detta del regista. ”Il primo film e’ tutto centrato su una cosa importante: il fatto che io sia stato molto molto vicino a morire e mi sia salvato. Di qui il grande ottimismo per la vita riconquistata e la tanta speranza per il futuro. In realta’ dopo due mesi stavo di nuovo malissimo e sono tornato in ospedale in Svizzera. Vi sto tutt’ora e vi staro’ ancora per svariati mesi. Mi attende ancora un’operazione, la 31esima dall’inizio del mio calvario, spero l’ultima -racconta Rossellini- In questo secondo capitolo, invece, racconto come mi sono dovuto confrontare con la dura realta’ della mia nuova condizione di paraplegico”. Il regista parla anche delle difficolta’ con le quali si e’ dovuto confrontare. ”In questo centro svizzero mi stanno insegnando a vivere una vita al 90% normale. Il problema e’ che devo vivere in un ambiente che mi consenta di farlo. La mia grande delusione e’ stata la mia citta’: Roma. Qui la vita per un disabile e’ impossibile”. ”Questo e’ provato anche da un dato di fatto: in Italia ci sono tre milioni di disabili, io in giro per le strade romane di gente in carrozzella non ne vedo quasi mai -sottolinea Rossellini- Questo perche’ le persone stanno chiuse in casa. Le strade, i marciapiedi e i luoghi pubblici sono inaccessibili. In parte e’ dovuto a una carenza delle istituzioni, ma quello che manca in realta’ e’ la coscienza civile della popolazione”. L’aspetto di denuncia ha un ruolo importante nel film, “ma non prevalente” spiega Rossellini. “‘Kill Gil (Vol. 2)’ e’ una continuazione della mia storia, in cui si alternano momenti di grande sofferenza a momenti di grande euforia” Il documentario inizia la mattina dell’11 settembre 2001 “quando mi sono svegliato a New York e ho pensato che da quel giorno la mia vita non sarebbe stata piu’ la stessa. Ho sempre pensato che l’11 settembre avrebbe demarcato per sempre il prima e il dopo della mia vita. E invece c’e’ stata un’altra data in cui la mia vita e’ cambiata in modo piu’ radicale. Il 19 novembre del 2004. Pero’ sono andato avanti lo stesso. Dal mio letto d’ospedale continuo a lavorare: lì ho telefoni, computer e addirittura uno studio televisivo”. Rossellini e’ gia’ al lavoro su numerosi progetti. “Con i miei due soci stiamo lavorando a diverse cose, un cortometraggio per Enrico Ghezzi, un paio di film con Rai Cinema e alcuni documentari. Ma c’e’ un progetto che e’ particolarmente vicino al mio cuore: un film sulla Ferrari. Quella per la Formula 1 e’ sempre stata una mia passione. E’ una cosa che ho nel sangue. La zia di mio padre, la baronessa Maria Antonietta Avanzo, correva per la Ferrari alla fine degli anni Venti e mio padre corse anche la Mille Miglia”.


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