Welfare

Indulto, il voto slitta a domani

Cronaca di una giornata particolare fuori e dentro il Parlamento. Con Di Pietro sulle barricate.

di Redazione

E’ iniziata con il sit-in in piazza Montecitorio organizzato da Antonio Di Pietro la prima giornata dell’esame del provvedimento sull’indulto da parte della Camera dei deputati. Il ministro ‘congelato’ ha seguito i lavori del Parlamento, mentre in aula Italia dei valori ha animato un deciso ostruzionismo iscrivendo a parlare tutti i suoi deputati nel corso dell’esame degli ementamenti al testo, 25 in tutto dei circa 300 presentati in origine. Dopo una giornata di discussioni e polemiche, una contestata sospensione per consentire la riunione del Comitato dei nove che poi ha bocciato una proposta dell’Idv di retrodatare la decorrenza per beneficiare dell’indulto, il voto finale sul provvedimento e’ atteso per domani, con un nuovo ‘sit-in’ annunciato dal partito del ministro delle Infrastrutture. Anche una sorta di proposta di mediazione avanzata dall’Ulivo, sotto forma di un emendamento che introduce la possibilita’ di escludere dall’indulto le pene accessorie temporanee, e’ diventata oggetto di discussione. Forza Italia, infatti, ha fatto sapere di non essere interessata a sostenere la modifica, che invece Di Pietro ha ‘sposato’ ma spiegando che l’atteggiamento generale di Idv nei confronti del provvedimento non sarebbe cambiato. Intanto, in mattinata, per il si’ si era anche espresso il presidente della Camera, Fausto Bertinotti: ”Spero che questo provvedimento possa questa volta essere trasformato in legge: invito tutti i parlamentari a riflettere sulle attese della popolazione carceraria, mentre si avvicina il mese di agosto -ha detto-. La situazione carceraria non consente a nessuno atti di deresponsabilizzazione. Ho il massimo rispetto per le opinioni di tutti, ma allo stesso tempo mi appello a tutti affinche’ riflettano su quelle che sono le attese della popolazione carceraria”. Ma la protesta di Di Pietro, con la richiesta che dal provvedimento vengano esclusi i reati finanziari, e’ stata ferma. ”C’e’ un tempo per la semina e un tempo per il raccolto. Io credo che oggi seminare ancora una speranza e un po’ di fiducia contro il tentativo di ‘sbragamento’ delle istituzioni e della legalita’ che si sta facendo in questo Parlamento sia necessario. Spiace che questo colpo di spugna lo dia la coalziione dell’Unione e che gli elettori di centrosinistra, dopo le leggi ad personam della Cdl, assistono oggi al colpo finale da parte di una maggioranza che credevano amica”. ”Noi -ha aggiunto Di Pietro- continueramo le nostre battaglie di legalita’ perche’ proprio cio’ che sta accadendo oggi ci fa capire quanto sia necessario che l’Idv sia presente dentro le istituzioni per controllare i colpi di spugna e i colpi di mano che avvengono ogni giorno, quando si crede di potersi fidare di una coalizione amica e poi si trova colpito ai fianchi”. Per il ministro delle Infrastrutture, si tratta di indulto ”a futura memoria, un provvedimento che riduce la pena per coloro per cui ancora non e’ cominciato il processo. Infatti -ha spiegato Di Pietro- godranno del provvedimento tutti coloro che avranno commesso reati fino al 2 maggio 2006, il che significa che hanno deciso di ridurre la pena per persone per cui ancora, paradossalmente, non e’ ancora stato accertato il reato”. ”I deputati di ogni schieramento sono ognuno responsabile per il proprio voto e dovranno poi spiegare ai loro elettori le ragioni di questo colpo di spugna. Se veramente vogliamo fare un atto umanitario -ha sottolineato Di Pietro- dovremmo pensare a quei 50 bambini innocenti che sono in carcere perche’ nati da madri che devono scontare una pena”. Di Pietro ha proseguito: ”Diamo l’indulto a queste madri per liberare quei bambini che avranno un danno permanente per la propria crescita e per la propria vita. Uno stato di diritto si deve fare carico anche della responsabilita’ di far crescere degli innocenti in galera, in un ambiente che sicuramente non e’ per loro educativo”. Per il leader di Idv, ”il silenzio dei leader del centrosinistra e’ sempre piu’ assordante. I segretari di partito non si possono esimere dal rispondere e non possono perseverare nel silenzio e continuare ad ignorare le lettere inviate e le richieste precise che abbiamo loro presentato. Vogliamo capire se questo provvedimento e’ compatibile o meno con il programma dell’Unione, perche’ a noi sembra che non stia scritto da nessuna parte che l’indulto che avremmo votato avrebbe compreso i reati finanziari, societari e contro la pubblica ammistrazione”. Telegrafico il commento di Piero Fassino: ”’Sarebbe quanto mai utile ed opportuno che in queste ore il governo facesse sapere quali delle leggi ad personam approvate dalla destra intende rapidamente abrogare. Si renderebbe cosi’ chiaro che l’indulto non attenua minimamente il rigore etico e giuridico a cui il centrosinistra intende ispirare la sua politica in materia di giustizia”. Il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando, si e’ chiesto perche’ Fassino e Rutelli non siano in piazza: ”Lo facevano quando protestavano contro le leggi ad personam, e oggi perche’ non ci sono?”. E Oliviero Diliberto ha annunciato: ”Ci batteremo perche’ il provvedimento non sia un colpo di spugna. L’iter parlamentare e’ appena iniziato e noi ci impegneremo per togliere i reati che riguardano la pubblica amministrazione. Io sto al merito oggi le carceri sono piene di tossicodipendenti, extracomunitari e poveracci, il testo interessera’ 12.000 persone, detenuti comuni perche’ oggi, per colpa delle leggi varate dalla Cdl chi ha uno straccio di avvocato decente in galera non ci va. Quelli come Previti in carcere non ci vanno neppure, e infatti Previti e’ gia’ agli arresti domiciliari” ”Luciano Moggi e compagni”, ma anche i ”furbetti del quarierino” resteranno ”impuniti” se la Camera dovesse approvare l’indulto cosi’ come e’ stato presentato in aula, ha poi detto Orlando mettendo in guardia Montecitorio: ”Fermatevi, riflettete” o per il Parlamento ”sara’ una vergogna. Simo per un provvedimento di clemenza, non per un colpo di spugna”. Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, ha spiegato che in questo modo, ”si legittima chi nel Cdl dice che si e’ fatto usco politico del tema giustizia”. Duro il commento di Gianfranco Fini: ”Siamo alla ”fantasia al potere. Questa vicenda e’ paradossale, il primo caso di un ministro che si autosospende dalle sue funzioni e protesta contro un’iniziativa che e’ parlamentare ma e’ condivisa dalla sua maggioranza. Alleanza nazionale ha chiesto invano che per fronteggiare l’emergenza carceraria il governo desse vita ad iniziative strutturali, investimenti e ammodernamenti del sistema penitenziario. Abbiamo chiesto che per dar vita ad un provvedimento di indulto ci fosse rispetto per le vittime e quindi ci fosse un richiamo alla necessita’ di aver scontato almeno un terzo della pena. A fronte di questa insensibilita’ della maggioranza voteremo no all’indulto”, ha concluso Fini. Per An ha parlato anche Maurizio Gasparri: ”Se Di Pietro fosse una persona seria, invece di mettersi a fare dei distinguo francamente poco comprensibili, voterebbe come noi contro l’indulto in quanto tale. Non si capisce infatti questa discussione per cui un rapinatore, un estorsore, meriterebbe per Di Pietro di essere comunque scarcerato con tre anni di condono. Bisogna dire no all’indulto in quanto tale perche’ rovescerebbe piu’ di diecimila delinquenti sulle strade in piena estate con conseguenze nefaste per la gente comune. Questo e’ il problema. Non la dissertazione finto giuridica di chi vuole i rapinatori dentro le case della gente onesta cercando di farsi una verginita’ che non ha occupandosi di aspetti specifici”. ”Chi ha le idee chiare e vuole difendere i principi di legge e ordine ha una scelta sola da fare: votare il mio emendamento per la soppressione dell’articolo che introduce l’indulto senza distinzioni che non servirebbero assolutamente a nulla”, ha aggiunto Gasparri. ”Di tutta evidenza, proprio mentre il Parlamento si avvia a votare una limitata, limitatissima norma di civilta’, che rende possibile avviare il percorso delle riforme nel campo della giustizia e, forse, pone le basi perche’ l’Italia non sia perennemente primatista di condanne dinanzi alle corti internazionali per la durata dei processi e lo stato indecente delle nostre carceri, torna, invece, a soffiare minaccioso il vento del giustizialismo”, ha detto il presidente della commissione Attivita’ produttive alla Camera, Daniele Capezzone. Il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli, ha avanzato una proposta: ”Chiediamo che all’indulto sia associata una legge sulla confisca dei beni ai corrotti ed ai bancarottieri. I reati finanziari e di corruzione sono reati gravi e noi Verdi riteniamo che l’indulto, che non e’ la cancellazione ma una riduzione della pena, non debba essere un colpo di spugna, ma la risposta delle istituzioni alle drammatiche condizioni di vita della popolazione carceraria, come chiese anche Giovanni Paolo II”. Bonelli ha aggiunto: ”i Verdi hanno presentando alla Camera un ordine del giorno per impegnare il governo ad approvare un disegno di legge sulla confisca dei beni ai corrotti e sull’illecito arricchimento da reati finanziari. Gli scandali finanziari degli ultimi anni rendono indispensabile una forte azione per impedire che chi ha truffato i cittadini, spesso migliaia, possa godere di grandi patrimoni accumulati illegalmente”. Erminia Mazzoni, dell’Udc, ha spiegato: ”Rispetto la posizione di Di Pietro. Ma c’e’ un’anomalia perche’ mentre il ministro Di Pietro manifesta contro l’indulto in piazza, il governo approva l’indulto in aula. Allora sia coerente e si dimetta da ministro”. Per Antonio Martusciello, di Forza Italia, ”il governo Prodi ha messo le ganasce al nostro Paese e sta fallendo in tutti i campi. In poco piu’ di due mesi e’ stato capace di abrogare numerose riforme delle Casa della Liberta’ e di compromettere lo sviluppo economico e sociale: non avendo il coraggio di varare le grandi liberalizzazioni, riesce solo a scontrarsi frontalmente con farmacisti, avvocati e altre categorie professionali che protestano legittimamente perche’ non si affrontano i nodi di fondo”. Martusciello ha proseguito: ”Quando un presidente del Consiglio cerca solo di evitare di affrontare le sfide vere della competitivita’ e dello sviluppo non vi puo’ essere alcuna speranza di agganciare la ripresa economica internazionale: questo esecutivo non solo e’ nato debole, ma gia’ da’ l’impressione di essere ‘decotto’. Anche la finanziaria vuole essere imposta dall’alto, senza controllare fattibilita’ e compatibilita’, adottando modelli fiscali punitivi che scatenano molteplici contestazioni”. ”Persino l’odierna questione dell’indulto -ha aggiunto Martusciello- conferma che il governo e’ privo di un vero timoniere: lo dimostra l”ammutinamento’ del ministro Di Pietro, un’autosospensione che un tempo avrebbe portato direttamente alla sua sostituzione. Oggi questo e’ impossibile nell’Unione dei compromessi: per una maggioranza tanto risicata -conclude- non conta piu’ l’interesse superiore del Paese, ma rimanere a galla ad ogni costo”. Ignazio La Russa, invece, ha fatto le dichiarazioni di voto per An in aula: ”Voteremo no perche’ il governo non ha saputo ascoltare le richieste di An che voleva una riforma di tutto il sistema e non solo la soluzione del problema del sovraffollamento delle carceri”. Il presidente dei deputati di An ha aggiunto: ”Voteremo decisamente contro e presenteremo una serie di emendamenti a partire da uno ”. La Russa ha sottolineato che ”l’anomalia di questa vicenda sta nell’annuncio del voto contrario di Di Pietro, che dimentica che quando un partito della coalizione non vuole un provvedimento, riesce, se conta nell’alleanza, a bloccarlo. E’ capitato -ha ricordato La Russa- ad An nella scorsa legislatura, quando abbiamo detto che indulto e amministia non erano maturi. E di fatti non se n’e’ parlato”. Per il capogruppo di An a Montecitorio ”quello di Di Pietro mi sembra un gioco delle parti. Anche perche’ mi pare che punti esclusivamente a bloccare il provvedimento per i reati contro la pubblica amministrazione, dimenticando che un allarme almeno uguale dovrebbe riservare a chi rischia di uscire dal carcere dopo aver fatto una rapina in banca, un furto in casa o una rapina a mano armata in una villa”. Secondo le valutazioni di La Russa ”queste persone oggi con l’indulto, se hanno avuto, magari con il rito abbreviato, una condanna a 6 anni rischiano di non fare neanche un giorno di carcere. Non ci sembra meno grave dei casi che solleva Di Pietro, che -ha concluso La Russa- sono di pura valutazione politica di un reato e non di allarme sociale che questo provoca”. E’ intervenuto anche Marcello Pera: ”Nel silenzio di tutti, si sta affermando il principio costituzionale inedito che i vertici delle istituzioni possono pubblicamente e attivamente intervenire sul dibattito politico suggerendo, orientando, favorendo o anche imponendo questa o quella soluzione politica o parlamentare. Ieri il presidente della Repubblica -ha aggiunto Pera- ha detto che e’ suo dovere intervenire nel libero e autonomo dibattito tra le forze politiche, come del resto egli ha gia’ fatto su una lunga serie di temi. Si ignora quali articoli della Costituzione, quale dottrina, quale prassi autorizzino questo comportamento. E’ certo pero’ che l’intervento del presidente della Repubblica sarebbe auspicabile e utile di fronte alla ‘autosospensione’ da parte di un ministro, un istituto che non e’ previsto dalla Costituzione e che pone problemi istituzionali delicati”. Deciso il commento del segretario del Prc, Franco Giordano: ”Per troppo tempo abbiamo deluso le aspettative della popolazione carceraria che non ha ne’ titoli ne’ possibilita’ per potersi far valere. A questo serve l’indulto, non certo ai potenti. Evitiamo ogni forma di strumentalizzazione e diamo un segnale di giustizia e anche di umanita”’. Luciana Sbarbati, leader dei Repubblicano europei, ha spiegato: ”Sebbene sull’indulto vi sia piena sintonia d’intenti con Antonio Di Pietro, ovvero che non si possano includere nell’atto di clemenza i reati di corruzione, falso in bilancio, evasione fiscale, e’ ben diversa la posizione del Movimento Repubblicani Europei che infatti votera’ contro”. La Sbarbati ha aggiunto: ”Il testo rappresenta, ove non vengano esclusi i reati sopra citati, una contraddizione molto forte rispetto all’azione di questo governo che e’ basata sull’affermazione della legalita’, sulla lotta ai reati contro la Pubblica Amministrazione, sulla lotta all’evasione fiscale e, non affronta in maniera determinante la difficile situazione carceraria italiana. Ricordo, inoltre, al collega Di Pietro che in un momento come questo e’ necessario, nell’interesse del Paese, mantenere salde le proprie responsabilita’ istituzionali che vedono nel Consiglio dei ministri il luogo ideale di confronto”. Il testo del provvedimento in esame alla Camera, salvo emendamenti, prevede all’articolo 1 la ”concessione di indulto per tutti i reati commessi fino a tutto il 2 maggio 2006 nella misura non superiore a tre anni per le pene detentive e non superiore a 10.000 euro per quelle pecuniarie sole o congiunte a pene detentive”. Al secondo articolo si afferma che ”e’ concesso indulto, per intero, per le pene accessorie temporanee, conseguenti a condanne per le quali e’ applicato, anche solo in parte, indulto”. Esclusi dai benefici dell’indulto, in base all’articolo 3 della proposta, le seguenti fattispecie criminose previste dal codice penale: associazione sovversiva; associazione con finalita’ di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico; arruolamento con finalita’ di terrorismo anche internazionale; addestramento ad attivita’ con finalita’ di terrorismo anche internazionale; attentato per finalita’ terroristiche e di eversione; atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi. Esclusi anche i delitti di devastazione, saccheggio e strage; sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione; banda armata; associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di cui agli articoli 600, 601 e 602 del codice penale; associazione di tipo mafioso; strage; riduzione o mantenimento in schiavitu’ o in servitu’. Sul fronte minori e delitti a sfondo sessuale non beneficera’ dello sconto di pena chi e’ riconosciuto colpevole di prostituzione minorile ; pornografia minorile; detenzione di materiale pornografico; iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile; tratta di persone ; acquisto e alienazione di schiavi; violenza sessuale; atti sessuali con minorenne; corruzione di minorenne; violenza sessuale di gruppo. Niente indulto nemmeno per gli autori di sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione; riciclaggio, qualora la sostituzione riguardi denaro o beni provenienti da sequestri di persona a scopo estorsivo oppure delitti concernenti produzione e traffico di sostanze stupefacenti; infine, per i delitti riguardanti la produzione, il traffico e la detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, secondo l’articolo 73 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. Da sottolineare che la proposta di legge revoca i benefici elargiti ”se chi ne ha usufruito commette, entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della legge, un delitto non colposo per il quale riporti condanna a pena detentiva non inferiore a due anni”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA