Cultura

Libano: Acnur, “serve un intervento umanitario urgente”

Così l'Alto Commissario per i Rifugiati António Guterres

di Redazione

L’Alto Commissario per i Rifugiati António Guterres ha dichiarato oggi che l’Agenzia di cui è alla guida * l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) * sta posizionando oltre 500 tonnellate di aiuti umanitari lungo il confine tra Siria e Libano. Tuttavia, per consegnare tali urgenti aiuti a decine di migliaia di sfollati, l’Agenzia ha bisogno di garanzie sulla sicurezza del trasporto. “La drammatica condizione degli sfollati in Libano si fa sempre più difficile ed è cruciale che l’assistenza possa partire fin da subito” ha dichiarato Guterres. “L’UNHCR sta trasportando su 40 camion oltre 500 tonnellate di aiuti provenienti dai depositi dell’Agenzia in Giordania e Siria. È frustrante non poterli consegnare, in particolare quando a sole poche ore di distanza, in Libano, vi sono migliaia di persone sfollate che ne hanno un disperato bisogno”. Tra i beni di prima necessità finora inviati in Siria si contano 20mila materassi, 20mila coperte, 5mila tende per famiglie, 5mila di teli di plastica, 10mila taniche per l’acqua, 5mila fornelli e 5mila kit di utensili per cucinare. Complessivamente, i depositi regionali dell’UNHCR in Giordania e Siria contengono 250mila coperte, 50mila materassi, 30 set da cucina, 22mila tende per famiglie, 17 fornelli e altri aiuti. Ulteriori scorte sono disponibili nei depositi in Kuwait ed Iraq. “È assolutamente fondamentale garantire alla comunità internazionale accesso a queste persone” ha aggiunto Guterres. “I nostri team sono pronti ad intervenire e ogni tipo di aiuto è dislocato alla frontiera. Ma non possiamo consegnare questi aiuti a chi ne ha così urgente necessità”. Le dichiarazioni dell’Alto Commissario giungono nel giorno in cui le Nazioni Unite hanno lanciato un appello congiunto per la crisi in Libano, nell’ambito del quale 18,9 milioni di dollari sono destinati alle attività dell’UNHCR in favore di 150mila sfollati e rifugiati vulnerabili in Libano e nei paesi limitrofi per un periodo iniziale di tre mesi. Come parte dell’approccio congiunto di varie agenzie delle Nazioni Unite, l’UNHCR sarà responsabile per le attività di protezione, così come degli alloggi, della gestione degli insediamenti di sfollati e della fornitura di aiuti non alimentari. L’UNHCR si occuperà inoltre di monitorare la frontiera, facilitare l’ingresso in Siria di coloro che giungono alla frontiera e fare in modo che essi vengano identificati, registrati ed affidati ad organizzazioni competenti per ricevere assistenza. Altre attività di competenza dell’UNHCR saranno la mappatura di tutti i siti che ospitano sfollati, l’assistenza alle famiglie ospitanti che attualmente si prendono cura di decine di migliaia di sfollati e la fornitura di assistenza umanitaria, anche alle comunità sotto assedio. Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, circa 700mila persone hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni a causa della crisi in Libano. Oltre al preposizionamento di tonnellate di aiuti, l’UNHCR ha inviato nella regione un team composto da 19 operatori esperti in emergenze, che andranno a rafforzare il personale già presente in Siria e Libano. I componenti del team stanno giungendo dagli uffici dell’UNHCR in tutto il mondo e dovrebbero essere operativi dalla fine di questa settimana. L’UNHCR sta allestendo una base logistica a Cipro, ma con i depositi più grandi del Medio Oriente collocati in Giordania e a Damasco, la strada via terra – dalla Siria verso Beirut – costituisce l’opzione più veloce. In Libano, il personale dell’UNHCR sta collaborando con le autorità locali a nord di Beirut nel monitoraggio della situazione degli sfollati e nell’acquisto di aiuti, in particolare di materassi per coloro che attualmente alloggiano in edifici pubblici. Nella regione di Aley, oltre 38mila degli 80mila sfollati complessivamente presenti nell’area, vivono in scuole. Coloro che non hanno trovato posto nelle scuole, hanno trovato rifugio da familiari e amici o vivono in altre sistemazioni. “Le persone che vivono nelle scuole sono traumatizzate e ansiose” afferma il più alto funzionario dell’UNHCR in Libano, Arafat Jamal. “Le condizioni sono precarie, vi è sovraffollamento, con situazioni in cui tre famiglie dormono nella stessa stanza e una difficile situazione sanitaria”.

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