Formazione
Congo: Unicef, 1200 morti al giorno, la metà sono bambini
Un rapporto presentato oggi a Londra da Unicef mette in luce la drammatica situazione umanitaria della Repubblica democratica del Congo
di Redazione
”Oltre 4 milioni i morti dal 1998 a causa della guerra. Ogni giorno 1.200 persone perdono la vita per cause legate direttamente o indirettamente al conflitto. La meta’ sono bambini”. Questa la situazione descritta nel rapporto ‘Allarme infanzia: Repubblica Democratica del Congo’, presentato oggi a Londra dall’Unicef, a pochi giorni dalle prime elezioni libere in piu’ di 40 anni che si terranno domenica prossima 30 luglio in Congo. Ambasciatore di buona volonta’ della Gran Bretagna per l’Unicef, Martin Bell, per anni corripondente di guerra della Bbc, descrive gli effetti del conflitto sui bambini e le loro famiglie, mentre eserciti e milizie imperversano per gran parte del Congo orientale.
Il bilancio delle vittime e’ stato in gran parte determinato da malattie e malnutrizione, dal momento che i combattimenti costringono i civili ad abbandonare le proprie case e l’instabilita’ impedisce loro l’accesso agli aiuti e ai servizi sanitari di base. Il rappresentante dell’Unicef in Congo, Tony Bloomberg, ha raggiunto a Londra Bell per il lancio del rapporto e ha affermato che ”i bambini sopportano il peso piu’ grande del conflitto, in termini di morti e malattie, e non solo come vittime. Sono anche testimoni -ha aggiunto- di atrocita’ e crimini efferati che infliggono loro traumi fisici e psicologici irreversibili”.
In particolare, inoltre, il rapporto dell’Unicef denuncia le aggressioni sessuali ”usate come arma di guerra contro donne e bambini”, sottolineando che solo lo scorso anno i casi accertati sono stati 25mila. Oltre al danno per i bambini che restano intrappolati dalla guerra come profughi e sfollati, inoltre, ”circa 30mila -si legge- potrebbero essere associati a gruppi o forze armate come combattenti, schiavi sessuali o costretti a seguire le milizie nello spostamento degli accampamenti militari”.
Guerra e violenze in Congo hanno ucciso, ogni sei mesi, piu’ persone che non lo tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano. Ma, ha sottolineato Bloomberg, il Paese ”non ha invece ricevuto l’attenzione che merita e di cui ha bisogno, sia da parte dei media che dell’opinione pubblica”. Per questo l’Unicef ha presentato questo rapporto, ha aggiunto, ”rapporto per richiamare l’attenzione su questa emergenza nascosta e sul grave impatto che ha sull’infanzia. Noi siamo pronti a lavorare -ha poi assicurato Bloomberg- con il nuovo Governo eletto e con ogni altro soggetto per cominciare a migliorare le condizioni di vita dei bambini congolesi”. Per continuare a fornire assistenza d’emergenza, incluso il sostegno ai bambini che vivono nelle strade dei centri urbani e che lavorano nelle miniere del paese, l’Unicef ha lanciato un appello di raccolta fondi di 93,67 milioni di dollari per tutto il 2006.
Al momento, l’appello risulta sotto-finanziato per il 62% del totale. Una relativa stabilita’ ha permesso maggiore acceso umanitario nelle regioni orientali del paese, considera infine l’agenzia dell’Onu per l’infanzia, ma risorse ulteriori sono necessarie per rispondere alle crescenti esigenze della popolazione.
Per accedere al rapporto, vai sul sito di Unicef
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