Politica

Ferrero: «Non condivido la ricetta di Draghi»

«Un taglio della spesa pubblica» osserva il ministro «dell'ordine di 20 miliardi di euro concentrato in una finanziaria si tradurrebbe in una operazione di taglio della spesa sociale»

di Redazione

«Francamente le considerazioni espresse dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in merito alla necessità di tagliare la spesa pubblica ed in particolare le pensioni non mi trovano per nulla concorde. In primo luogo non è vero che in Italia o si fanno i tagli alla spesa oppure occorre aumentare le tasse. Infatti nel nostro paese esiste uno straordinario spazio intermedio di economia sommersa che le statistiche quantificano ad un quarto del Pil e che non ha pari in alcun altro paese europeo. Evidentemente l’emergenza italiana consiste proprio nell’emersione dell’economia sommersa e nella conseguente emersione del lavoro nero. Per questo la lotta all’evazione e all’elusione fiscale hanno in questo paese una valenza di giustizia sociale ed economica rilevantissima. L’emersione del lavoro nero e non il taglio delle pensioni è la vera emergenza di questo paese. Proprio per questo serve tempo e l’azione di risanamento non può essere concentrata in una sola legge finanziaria. Per forza di cose un taglio della spesa pubblica dell’ordine di 20 miliardi di euro concentrato in una finanziaria si tradurrebbe in una operazione di taglio della spesa sociale e quindi di redistribuzione del reddito dal basso verso l’alto. Esattamente il contrario di ciò che come Unione abbiamo scritto nel programma. Viceversa una manovra basata soprattutto sull’aumento delle entrate determinerebbe un effetto redistriburtivo positivo dall’alto verso il basso e permetterebbe di avere il tempo di intervenire con il bisturi nella spesa pubblica e di tagliare gli sprechi senza intaccare le prestazioni sociali».


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