Sostenibilità
Basta catastrofismi: il turismo (sostenibile) dà una mano alla natura
Ecomondo: l'editoriale /Come tutte le mode, anche quella dell'ecoturismo dilaga in pubblicità e pubblicazioni, dépliant e programmi di viaggio...
Come tutte le mode, anche quella dell?ecoturismo dilaga in pubblicità e pubblicazioni, dépliant e programmi di viaggio. Un po? come è accaduto per l?agriturismo: una volta inserita nei grandi circuiti commerciali, l?essenza originaria legata alla scoperta di luoghi naturalisticamente interessanti, all?osservazione di specie animali e vegetali rare e in estinzione, al contatto sensibile e attento con le popolazioni e le tradizioni locali, sta evolvendo verso i soliti riti del turismo di massa. Quindi sempre meno naturalisti appassionati con binocolo e taccuino e sempre più battaglioni di turisti tuttofare con fotocamere digitali e telefonini di nuova generazione con cui mitragliare leoni in fregola, orsi polari a spasso, guerrieri masai in posa.
Ma non bisogna disperare, anche perché questi risvolti negativi ne hanno altri di segno del tutto opposto. Se l?invasione ?usa e getta? degli atolli corallini (che dopo pochi anni di presenza dei villaggi turistici vengono abbandonati per la saturazione di inquinanti che ne ha ucciso la barriera corallina) è un grave rischio, la sempre maggiore diffusione di aree naturali protette anche in territori marginali ed impervi è veicolata proprio dalle possibilità turistiche che esse accendono. Se non vi fosse stata, ad esempio, la richiesta di natura intatta da parte dei tour operator, oggi gran parte delle savane africane e indiane sarebbero trasformate in pascoli o coltivazioni di cereali, molte paludi oggi ricche di uccelli migratori sarebbero state prosciugate, molti parchi nazionali aggrediti dai cercatori di petrolio.
E se, dopo i primi drappelli di ecoturisti doc, verranno anche sposini in viaggio di nozze e gite aziendali, viaggi premio e vacanze tutto compreso, non facciamone una malattia. In fondo, anche in questo campo i vantaggi sono maggiori dei guasti e l?aumento nel numero dei parchi naturali e delle riserve lo testimonia. L?importante però è vigilare e contenere abusi ed eccessi, al fine di evitare che la gallina dalle uova d?oro finisca nella pentola del consumismo distruttivo.
di Fulco Pratesi,
presidente WWF Italia
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