Formazione
Gaza e Libano, il dramma dei profughi
Migliaia di persone in fuga. L'allarme della Caritas
?Le notizie che arrivano dal Libano, da Israele e dai Territori palestinesi ci riempiono di grande preoccupazione; per l’ennesima volta le armi prevalgono sul dialogo e sulla paziente negoziazione?.
Così mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana manifesta preoccupazione per il crescente numero di vittime innocenti, in entrambi i fronti.
Caritas Italiana è in contatto costante sia con Caritas di Gerusalemme, che si è particolarmente attivata nella striscia di Gaza, a seguito del deteriorarsi negli ultimi mesi della situazione umanitaria, sia con la Caritas Libano, che si trova ad affrontare le conseguenze del conflitto in atto.
Sono ormai migliaia le persone in fuga dai villaggi del sud del Paese, a ridosso di Israele. I volontari e gli operatori della Caritas Libano sono già attivi per i primi aiuti, dal trasporto delle persone più deboli alla distribuzione di pane e latte, che già scarseggiano in alcuni villaggi, per la mancata produzione.
Le comunicazioni sono sempre più difficili e poco sicure in diverse aree del Paese e anche i collegamenti telefonici non funzionano regolarmente. Bisogna provvedere a distribuzioni di acqua dove gli acquedotti sono stati danneggiati.
Caritas Italiana sostiene azioni di solidarietà in tutto il Medio Oriente da anni.
In particolare in questa fase, rispondendo ad un appello di Caritas Gerusalemme, contribuisce alla fornitura di beni di prima necessità per circa mille famiglie a Gaza e al funzionamento di una clinica mobile. L’appello va oltre l’emergenza e comprende anche interventi per la formazione professionale dei giovani.
Sia nei Territori Palestinesi, che in Israele appoggia inoltre i tentativi di costruire una convivenza pacifica fondata sulla solidarietà fra ebrei e arabi, con il sostegno a ONG che operano in questo senso.
Anche il Libano ha avuto per un lungo periodo il sostegno della rete Caritas, dopo una guerra civile che tra il 1975 e il 1989 ha fatto almeno 140.000 morti.
Dopo un periodo di relativa calma, nonostante la presenza di truppe israeliane nel sud del Paese fino al maggio 2000, e di quelle siriane fino all’aprile 2005, il paese sembra oggi ricadere in una spirale di violenza, come del resto tutto il Medio Oriente.
Unendo la propria voce ai numerosi appelli che hanno chiesto e continuano a chiedere che si torni al dialogo affinché tutti i popoli della regione possano vivere in pace e in sicurezza, Caritas Italiana auspica un ampio coinvolgimento e una pronta risposta solidale delle nostre comunità per poter intensificare gli interventi in Terra Santa.
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