Mondo
Ong italiane: basta con l’assedio di Gaza!
Pubblichiamo l'appello dell'Associazione ong italiane in merito alla situazione che sta precipitando in Medio oriente
di Paolo Manzo
L?escalation della violenza armata israeliana su Gaza, il rifiuto di percorrere la strada del negoziato e della ricerca di una soluzione politica, sta infiammando un?altra parte del Medio oriente e mietendo nuove vittime innocenti. L?attacco in Libano, seguito all?uccisione di alcuni soldati israeliani e poi al sequestro di altri, con la distruzione di infrastrutture nel sud del paese e l?uccisione di parecchi civili libanesi, rischia di travolgere anche quella parte del Medio Oriente e di andare oltre, verso Siria e Iran.
E? ora che Nazioni Unite, Unione Europea e l?intera Comunità internazionale si faccia sentire per mettere fine a questi massacri e alla spirale di violenze e rappresaglie.
Chiediamo un passo anche del Governo italiano in questa direzione. Venga annullato l?accordo di cooperazione militare con Israele fatto dal precedente Governo.
Perché non si chiede una forza di interposizione internazionale a protezione dei civili, come già richiesto da parlamentari italiani ed europei?
Uniamo la nostra voce a quella delle tante associazioni per i diritti umani in Palestina, in Israele, in Libano che chiedono la fine delle violenze, l?avvio della liberazione dei prigionieri politici nelle carceri israeliane (oltre 8000, tra cui donne e minori,) e il rilascio dei militari israeliani.
Basta con tutte le occupazioni!
Si mettano a tacere le armi, si dia voce alla ragione: che ci sia il reciproco riconoscimento tra Governi, e il diritto dello Stato Palestinese ad esistere, nel rispetto della legalità internazionale; che venga promosso l?avvio di negoziati per ricercare una soluzione politica, in primo luogo togliendo l?assedio dell?esercito israeliano a Gaza, con la sua popolazione stremata di 1.200.000 palestinesi, che ha innescato questa nuova miccia di guerra. Le responsabilità internazionali in questa nuova estensione della guerra sono evidenti: è ora che tutti i soggetti interessati se ne facciano carico. Facciamo appello per una mobilitazione unitaria, ampia e diffusa in tutte le città italiane.
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